ROMA – Il “Generale della Guardia di Finanza di Basilicata voleva far svolgere un’attività di indagine sul conto del neo Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi” l’ ex Generale delle Fiamme Gialle, eletto lo scorso 24 marzo alla guida di una coalizione di centrodestra . E’ questa secondo il gip di Potenza, Antonello Amodeo una delle “notizie riservate” che il 54enne luogotenente della Guardia di Finanza, Paolo D’Apolito , uno dei tre arrestati posti ai domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Potenza, avrebbe riferito all’avvocato 85enne Raffaele Mario De Bonis Cristalli (anch’egli ai domiciliari): “Ti faccio una confidenza. Stamattina sai che mi ha detto il Generale? ‘Mi sa che dobbiamo fare un pò di appostamenti a Napolì“, dove Bardi era residente nel periodo elettorale. Affermazione che non ha trova alcun riscontro nelle indagini.
Nella stessa conversazione intercettata il luogotenente infedele D’Apolito parla anche di Filiano, una località del Potentino dove la famiglia Bardi detiene una villa di proprietà, che definisce “Villa di Arcore di Filiano“, risultando – secondo il gip – “a conoscenza di particolari sulla villa e sulle persone che la frequentano, che possono emergere solo in seguito a servizi di pedinamento e di appostamento“, come il fatto che la custodia dell’abitazione sia stata affidata “a un collega in pensione di D’Apolito“.
I due interlocutori continua il Gip Amodeo nella sua ordinanza, sono vicini “ai gruppi politici legati a Marcello Pittella, e contrapposti a quelli che sostenevano la candidatura di Bardi“, e De Bonis è “sostenitore e amico di Pittella“, l’ ex governatore lucano del Pd rieletto nel Consiglio Regionale della Basilicata nelle scorse elezioni di marzo, ed è considerato “molto legato” a Carlo Trerotola, il candidato governatore del centrosinistra alle stesse elezioni regionali sconfitto da Bardi.
Ai domiciliari è stato posto anche Biagio di Lascio, segretario dell’ex governatore lucano, Marcello Pittella motivo per cui gli investigatori hanno acquisito il telefono dell’ex governatore lucano, non indagato, per delle opportune attività di verifica. Dalle indagini, condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Potenza insieme ai colleghi della Guardia di Finanza di Potenza, sarebbe emersa anche una tangente da 25 mila euro, intascata da Di Lascio per agevolare una ditta alla Regione.
Da noi contattato l’attuale Comandante regionale in Basilicata della Guardia di Finanza Gen.B. Antonio De Nisi, ci ha dichiarato “non sono assolutamente a conoscenza delle dichiarazioni intercettate al luogotenente D’ Apolito, quindi sono tranquillo e sereno, nella consapevolezza di non aver mai disposto alcunchè“. Alla nostra domanda se avesse eventualmente disposto delle attività “informative” d’ufficio sul Governatore Bardi, secondo quanto millantato dal luogotenente D’Apolito, il Generale De Nisi ha smentito tale circostanza nella maniera più assoluta e con tranquillità ha aggiunto “non sono a conoscenza di essere indagato“.
In una nota diffusa dal procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio, si evidenzia che De Bonis “oltre alla normale attività di assistenza legale nelle fasi contenziose”, sarebbe diventato “il referente e il tramite con le pubbliche amministrazioni di una vasta cordata di imprenditori”. Barozzi si sarebbe rivolto a lui “per i diversi “affari da concludere in Basilicata e non solo”, dopo aver già ottenuto “un appalto di circa 100 milioni di euro” con la Cobar . Gli inquirenti a questo punto si sono concentrati sulla realizzazione dello Schema idrico Basento Tronco di Acerenza affidato alla Cobar, analizzando sopratutto le vicissitudini legate allo “sblocco” dei pagamenti dei lavori in variante al progetto iniziale, “che effettivamente si realizzava proprio in seguito all’intervento di Biagio Di Lascio, di Marcello Pittella e di altri soggetti”.
“In tale contesto e proprio in occasione dei contatti finalizzati a sbloccare la pratica della Cobar – prosegue il procuratore -, è stata documentata, anche visivamente, la consegna di 25mila euro in contanti da parte dell’avvocato Raffaele De Bonis e Biagio Di Lascio (asseritamente per sostenere la campagna elettorale di Pittella)”. Quanto al luogotenente D’Apolito della Guardia di Finanza “responsabile del delicatissimo Ufficio Informazioni della Guardia di finanza di Basilicata”, l’accusa è di aver venduto “stabilmente al co-indagato De Bonis la sua funzione pubblica e in particolare atti e informazioni riservate relative sia all’attività d’intelligence svolta dal suo ufficio, sia ad indagini giudiziarie in corso, sia tratte dalla banche dati in uso al Corpo”.