di Paolo Campanelli
Un giudice, in servizio fino a due anni fa quando è andato in pensione è stato arrestato. Ma quella persona non è più un irreprensibile magistrato adesso è tutt’altro, secondo quanto venuto fuori da un’inchiesta di prostituzione minorile e pedopornografia, a carico dell’ ex magistrato che è stato arrestato con l’accusa di adescare a pagamento minorenni, soprattutto romeni e nordafricani, nelle stazioni ferroviarie.
Il giudice 73enne di cui non viene fatto il nome, per aver ricoperto la carica di giudice civile e penale in una piccola città lombarda, a questo punto dell’indagine rischierebbe identificabili indirettamente alcune delle sue vittime minorenni, è stato arrestato nei giorni intorno al 20 ottobre, e tuttavia il segreto, a differenza ad esempio dai recenti casi del cappellano di un carcere o del musicista di una famosa band musicale, ha circondato sinora questa inchiesta condotta dal pm Bianca Maria Eugenia Baj Macario e del procuratore aggiunto coordinatore del pool reati sessuali Pietro Forno.
L’ inchiesta è stata avviata quando nel telefonino di un ragazzino alla di Roma è stata trovato un numero telefonica che ha condotto gli investigatori all’ ex magistrato. Da quel momento sono iniziati i pedinamenti e intercettazioni, e proprio una telefonata intercettata ha permesso agli uomini della Polfer di sorprendere in flagranza di reato l’ex magistrato mentre si trovata in una camera d’albergo vicino a una stazione con un 16enne romeno, con il quale stava per iniziare a compiere atti sessuali.
Nello stesso albergo, viene fermato, anche un altro romeno 20enne, che era lo zio del giovane 16enne, il quale ha dichiarato agli inquirenti di operare da “fornitore” di contatti di ragazzini con l’ex magistrato ricevendo, a suo dire, in cambio la somma di 50 euro per ogni mediazione.