L’arresto ad ottobre: soldi ai ragazzi nelle stazioni dei treni. Un’intercettazione ha permesso alla Polfer di bloccare l’uomo con un rom di 16 anni. A suo carico accuse di prostituzione minorile e pedopornografia. I magistrati hanno sinora tenuto la notizia riservata. A rivelarlo il Corriere della Sera, grazie all'ottimo cronista giudiziario milanese Luigi Ferrarella.
di Paolo Campanelli
Un giudice, in servizio fino a due anni fa quando è andato in pensione è stato arrestato. Ma quella persona non è più un irreprensibile magistrato adesso è tutt’altro, secondo quanto venuto fuori da un’inchiesta di prostituzione minorile e pedopornografia, a carico dell’ ex magistrato che è stato arrestato con l’accusa di adescare a pagamento minorenni, soprattutto romeni e nordafricani, nelle stazioni ferroviarie.
Il giudice 73enne di cui non viene fatto il nome, per aver ricoperto la carica di giudice civile e penale in una piccola città lombarda, a questo punto dell’indagine rischierebbe identificabili indirettamente alcune delle sue vittime minorenni, è stato arrestato nei giorni intorno al 20 ottobre, e tuttavia il segreto, a differenza ad esempio dai recenti casi del cappellano di un carcere o del musicista di una famosa band musicale, ha circondato sinora questa inchiesta condotta dal pm Bianca Maria Eugenia Baj Macario e del procuratore aggiunto coordinatore del pool reati sessuali Pietro Forno.
L’ inchiesta è stata avviata quando nel telefonino di un ragazzino alla di Roma è stata trovato un numero telefonica che ha condotto gli investigatori all’ ex magistrato. Da quel momento sono iniziati i pedinamenti e intercettazioni, e proprio una telefonata intercettata ha permesso agli uomini della Polfer di sorprendere in flagranza di reato l’ex magistrato mentre si trovata in una camera d’albergo vicino a una stazione con un 16enne romeno, con il quale stava per iniziare a compiere atti sessuali.
Nello stesso albergo, viene fermato, anche un altro romeno 20enne, che era lo zio del giovane 16enne, il quale ha dichiarato agli inquirenti di operare da “fornitore” di contatti di ragazzini con l’ex magistrato ricevendo, a suo dire, in cambio la somma di 50 euro per ogni mediazione.
L’ex magistrato in pensione difeso dall’ avvocato
Cristina Bava, ha sostenuto che le accuse a suo carico siano false, nell’interrogatorio avuto con la gip
Cristina Di Censo, il pm
Baj Macario, e successivamente anche dinnanzi al Tribunale del Riesame dove è stato confermato l’arresto. L’ex toga che ha alle spalle un passato costellato dalla depressione cronica e da difficoltà di deambulazione, ha negato le intermediazioni, pur ammettendo gli impulsi nei confronti di visi fanciulleschi, giurando d’aver cercato sempre solo e soltanto maggiorenni, sostenendo di aver sempre preteso prima degli incontri nelle stazioni e dei trasferimenti in hotel dei documenti che attestassero la maggiore età.
Di fronte alle contestazioni dei magistrati dei rapporti avuti e provati con 6 minorenni che gli sono costati l’arresto, il magistrato in pensione ha sostenuto che quei ragazzi gli avrebbero mostrato dei documenti falsi, mentre solo per un caso ha ammesso di aver equivocato l’età.
Alle contestazioni sui pagamenti effettuati ai ragazzini, l’ ex magistrato ha confessato di affezionarsi ai ragazzini, sostenendo di aver dato a qualcuno i soldi per il permesso di soggiorno, sostenendo di aver dato 500 euro al 20enne rumeno (zio del 16enne con cui stato trovato in hotel) affinché potesse raggiungere la moglie ed il figlio in Romania.
Incredibile anche la versione con cui ha cercato di giustificare un’intercettazione a suo carico, in cui chiedeva al 20enne romeno di mandargli delle “foto ricordo”. Secondo gli inquirenti dei video pedopornografici di nuovi ragazzini, soltanto delle foto della moglie e del figlio secondo l’ex magistrato.