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22 Dicembre 2024 02:57

Bari partecipa ufficialmente alla candidatura dell’Italia ad Euro 2032, a Taranto mancano i soldi (e la trasparenza) sui i Giochi del Mediterraneo 2026

Mentre Bari pensa in "grande" da città metropolitana , a Taranto si pensa solo a fare affari e programmare carriere politiche alle spalle dei contribuenti.

La città di Bari si è ufficialmente candidata a essere fra le sedi dei Campionati europei di calcio 2032 se verranno assegnati all’Italia. La giunta comunale 13 marzo ha approvato ieri la delibera contenente i documenti “Host city agreement” e la “Declaration letter” che ufficializzano la partecipazione del capoluogo regionale quale “sede ospitante” nell’ambito della candidatura italiana curata dalla FIGC al comitato Uefa.

Il capoluogo pugliese insieme alle 11 città metropolitane pre-selezionate (Milano, Torino, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Cagliari e Palermo), è da tempo al lavoro con la FIGC per approfondire le tematiche specifiche legate alla redazione del Final Bid Dossier, che dovrà essere consegnato alla UEFA il prossimo 12 aprile assieme alla lista di 10 città candidate. I tavoli tecnici di confronto attengono agli aspetti legali e organizzativi, la disponibilità e le caratteristiche degli stadi, la sostenibilità ambientale dell’evento, le relazioni internazionali e la promozione locale dell’evento.

Per quanto riguarda Bari, è stato prodotto un primo dossier che riguarda le “Fan Zone”, ossia la definizione delle tre aree in città che potrebbero ospitare le manifestazioni collaterali durante le partite, per aggregare tifosi e appassionati interessati ad assistere alle partite proiettate su maxischermi, con indicazioni sulle caratteristiche localizzative, i criteri di posizionamento, la riconoscibilità, l’accessibilità e i collegamenti al trasporto pubblico locale. Le tre aree individuate sono quella su cui sorgerà il Parco del castello, la spiaggia pubblica di Pane e pomodoro e il parco Rossani.

Le competizioni sarebbero invece ospitate presso lo stadio San Nicola, interessato di recente da una serie di interventi di riqualificazione che lo renderanno idoneo alle richieste, mentre nello stadio della Vittoria potrebbero svolgersi le sedute di allenamento delle squadre partecipanti. I Paesi attualmente in lizza per ospitare gli Europei sono l’Italia e la Turchia. La decisione definitiva verrà presa dal Comitato Esecutivo della UEFA nell’autunno del 2023.

Tutto ciò mentre Taranto rischia di perdere i Giochi del Mediterraneo 2026, in quanto dopo 4 anni dall’ assegnazione non è partito alcun lavoro di ristrutturazione e realizzazione di impianti sporti. Ed il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci vuole realizzare uno stadio di calcio nuovo per appena 16mila spettatori del costo di 46milioni di euro (mettendo le mani sui 23 milioni di euro, soldi pubblici previsti), a seguito di una proposta di “project financing” ricevuta dalla società RED SPORT SRL appena costituita a Taranto con un capitale sociale di soli 11mila euro, che non ha mai costruito e realizzato nulla, e che vorrebbe la gestione “privata” per ben 90 anni .

visura-red-sport-srl

La società a cui il Comune vorrebbe affidare la realizzazione dello stadio di Taranto

La neonata società ad hoc RED SPORT SRL è controllata da Emiliano di Bartolo e Antonio Ferrara, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Esperia Investor srl un’ altra piccola società con sede a Milano che si occupa di aprire agenzie immobiliari e di mutui in franchising per il Gruppo Gabetti, come si può evincere dall’ultimo bilancio disponibile . Il vero “appetito” è quello di realizzare 18mila mq di spazi commerciali da realizzare all’interno dello stadio, mettendoli a reddito, così aggirando i limiti del piano regolatore in quella zona cittadina.

ESPERIA-VISURA

Incredibilmente il sindaco di Taranto vuole cambiare il “masterplan” iniziale che prevedeva la ristrutturazione dello Stadio Iacovone che avrebbe una capienza di 25.000 spettatori ed è il terzo impianto più capiente della regione Puglia, nonché uno dei più grandi del sud Italia, che con i circa 25 milioni di euro previsti per la sua ristrutturazione potrebbe diventare un “signor stadio” e restare di proprietà del Comune di Taranto !

Come si fa alla luce di tali evidenze documentate che solo il CORRIERE DEL GIORNO rende pubbliche mentre la “grancassa” mediatica a libro paga del Comune di Taranto, esaltare un progetto di uno stadio nuovo ed inutile, dopo aver visto svanire nel nullo il folle progetto di un hotel a 5 stelle di 17 piani, nel quartiere “popolare” dove sorge l’attuale stadio ? Come si fa a non dare ragione alle perplessità dei ministri Fitto ed Abodi che vigilano attentamente all’utilizzo dei 150 milioni di euro previsti dal Governo per i Giochi del Mediterraneo ? Basta dare un’occhiata ai documenti “pubblici” (visure camerali, bilanci) pubblicati di seguito, per rendersi conto innanzitutto dell’inesperienza di queste società per poter realizzare un’opera del genere, dai modesti mezzi finanziari e disposizione, che non garantiscono nulla e nessuno.

ESPERIA-BILANCIO-2021

Anche noi preferiamo stendere un velo pietoso (per essere generosi) sulle farneticanti dichiarazioni del direttore del Comitato Organizzatore , Elio Sannicandro (un ex assessore comunale al commercio della giunta Emiliano al Comune di Bari) plurindagato dalla Procura di Bari e messo alla porta dal CONI nazionale anni fa per un conflitto di interessi scoperto dal quotidiano La Repubblica (leggi QUI) , e del deputato barese Ubaldo Pagano (Pd) ex segretario provinciale del Pd a Bari ed incredibilmente eletto nel listino bloccato (proporzionale) a Taranto. Sannicandro lo scorso anno ha ricevuto un avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del procuratore aggiunto Alessio Coccioli della Procura di Bari nel quale si contesta il reato di “falso ideologico commesso da pubblico ufficiale“.

Elio Sannicandro direttore dell’ ASSET di Bari e del Comitato organizzatore dei Giochi del Mediterraneo 2026

Lasciamo ogni commento ai lettori, alla Magistratura ed alla Corte dei Conti pugliese che già in passato ha bloccato le “follie” di Melucci che voleva prendere in prestito dall’ Istituto per il Credito Sportivo (di cui era presidente proprio il ministro Andrea Abodi) la bellezza di 24 milioni di euro per portare a Taranto la regata “Ocean Race” indebitando i contribuenti di Taranto (leggi QUI) .

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