Crescono le polemiche per la scelta del Comune di Taranto di spendere ( o sprecare ?) parte dei fondi ex Ilva del Piano di rigenerazione sociale per manifestazioni ed eventi durante il periodo natalizio in città. Dai banchi dell’ opposizione del consiglio comunale arriva la richiesta di “trasparenza” sulla destinazione delle risorse. Replica Il Comune, cercando di esaltare il valore sociale e culturale degli interventi sostenendo che si tratta di una “strumentalizzazione politica”.
Il Comune di Taranto ha destinato quest’anno, nell’ambito delle schede del piano, parte dei fondi – (l’intero bando è di circa 300mila euro) a sostegno della cultura e dello spettacolo e ne hanno beneficiato alcune iniziative. Tra queste, le polemiche sono state sollevate intorno ad una manifestazione musicale organizzata per celebrare gli anni ’80. Nella determina dirigenziale del 7 dicembre scorso nella quale viene indicata la destinazione delle risorse si legge che il Piano “può concretamente e realisticamente incidere, in modo mirato, sulle cause dei disagi, inserendo nel tessuto socio-economico della comunità jonica degli autentici moltiplicatori di benessere e progresso sociale“.
Sulla vicenda è intervenuto anche Carlo Calenda, ministro dello sviluppo economico all’epoca dello stanziamento dei fondi (20 milioni in tre anni) evidenziando e chiarendo di aver voluto e firmato quel decreto ( Piano di rigenerazione sociale per l’area di crisi di Taranto) per contrastare il disagio sociale, ma non certo per organizzare feste di piazza, definendo “deprimente, una buffonaggine” quanto organizzato durante le feste natalizie utilizzando soldi pubblici aggiungendo “vedo che non c’è stata cura per un lavoro ben fatto”.
Dall’opposizione, i consiglieri Giampaolo Vietri e Tiziana Toscano di Fratelli d’Italia hanno chiesto un incontro al direttore generale del Comune per avere chiarezza “sugli atti finora adottati dall’amministrazione comunale in merito ai fondi cosiddetti ex Ilva. Alla base della nostra richiesta vi è la necessità di sapere se questi soldi vengono correttamente utilizzati per il perseguimento delle finalità di rigenerazione sociale o se vengono distribuiti ai percettori al fine di essere semplicemente spesi“.
I due consiglieri comunali di Fratelli d’Italia evidenziano inoltre che il Comune di Taranto “ha destinato 260 mila euro di questi fondi ex Ilva per un piano di comunicazione” che nessuno ha sinora visto e di cui non si conoscono i criteri di assegnazione. Analoghi chiarimenti “su tutti i fondi spesi e quelli da spendere e una rendicontazione su questi fondi”sono stati richiesti anche dai consiglieri Francesco Cosa e Walter Musillo . “Ad oggi, dopo ben due mesi, nessuna risposta è arrivata” aggiungono. Esponenti delll’opposizione in Consiglio Comunale prefigurano di esposti in preparazione destinati alla Procura regionale della Corte dei Conti ed alla Guardia di Finanza.
L’assessore allo Sviluppo economico Fabrizio Manzulli il cui fratello la scorsa estate venne coinvolto in una vicenda poco chiara di organizzazione di spettacoli musicali poi annullati utilizzando soldi pubblici, replica alle opposizioni : “Illustreremo in una conferenza stampa tutte le schede progettuali del piano, le azioni già fatte, quelle che sono in corso d’opera, e quelle da fare. Il piano terminerà nel 2024, come concordato con i commissari ex Ilva e con i delegati del ministero allo Sviluppo economico; parte con due anni e mezzo di lavoro ai tavoli, in cui ci sono stati l’ascolto con il territorio e la partecipazione; non ha l’obiettivo di azioni assistenzialistiche, ma di riattivare processi virtuosi che possano generare sviluppo e benessere sul territorio, creando opportunità soprattutto per le persone più fragili e quelle che hanno subito il Covid e la crisi economica“. Onestamente resta difficile credere che la gente di Taranto che vive problemi ben più seri abbia chiesto un evento musicale come quello in discussione !
“Oltre a queste anche la categoria delle associazioni culturali e artistiche del territorio, – aggiunge Manzulli – che ha subito gli effetti dovuti al Covid e della crisi, piuttosto che essere destinataria di un sostegno a fondo perduto, è stata invitata a partecipare ai bandi relativi alla rigenerazione sociale, in modo tale di innescare un meccanismo virtuoso, che ha consentito a tutto l’indotto del sistema artistico culturale di riprendere le loro attività tipiche, con una ricaduta importante, anche sociale, sull’intera città. È stato un innesco positivo, un moltiplicatore di valore che ha coinvolto anche alcune associazioni ambientaliste, che hanno partecipato in maniera trasparente al bando. Gli operatori, i tecnici, gli artisti sono tutti del territorio e si tratta di contributi di poche migliaia di euro. È una strumentalizzazione politica che non fa altro che fare del male al territorio, perché poi spinge questi ragazzi a non partecipare. Ogni tanto – conclude – bisogna togliersi la casacca e lavorare per il territorio“.
Nel frattempo il Comune batte cassa al Governo per ottenere ulteriori 100 milioni di euro per organizzare i Giochi del Mediterraneo, mentre i lavori per la realizzazione e ristrutturazione di impianti sportivi (millantata al Comitato organizzatore internazionale in occasione dell’ aggiudicazione) sono fermi, anche a causa delle autentiche “follie” progettuali del Comune, in una città dove l’economia è in crisi (dalle imprese dell’indotto ex Ilva ai commercianti) e si pensa solo all’ autocelebrazione del primo cittadino.