di REDAZIONE ECONOMIA
Ospite di Lilli Gruber nel programma “Otto e mezzo” su La7, Franco Bernabè ex ad dell’Eni negli anni ’90 e per ben due volte ad di Telecom Italia tra il 1999 ed il 2013, ha risposto alla domanda della conduttrice sul suo prossimo incarico : ” Presidente dell’Ilva? Penso che lo sarò da metà maggio. L’Ilva è un patrimonio enorme del Paese, che non è stato gestito dal punto di vista ambientale. È un asset importantissimo, che va assolutamente sanato, nell’interesse del Paese, salvaguardando salute e ambiente di tutta la zona. È un impegno importante ma necessario” confermando la notizia sulla sua nomina anticipata dal CORRIERE DEL GIORNO sulla sua nomina alla guida di Acciaierie d’Italia. A chiederglielo sarebbe stato direttamente il presidente del Consiglio Mario Draghi, con il quale c’è un rapporto di amicizia e stima che risale ai tempi della gioventù.
“Lo stabilimento va risanato nell’interesse della salute ma anche dell’economia – ha aggiunto Bernabè – quella fabbrica è un patrimonio dell’Italia e noi abbiamo bisogno che venga rimessa a posto“. Insieme a lui, vecchio amico di Mario Draghi, dovrebbero far parte dei vertici della società (in quota INVITALIA) anche Stefano Cao e Carlo Mapelli, docente al Politecnico di Milano e grande esperto di siderurgia.
Per l’ILVA l’ennesimo nuovo progetto verte su una collaborazione pubblico-privato. Per Bernabè si profila un ruolo da traghettatore per assicurare un futuro all’industria dell’acciaio e renderla ecosostenibile. Quando nel 2022. come previsto dagli accordi sottoscritti fra INVITALIA ed ARCELOR MITTAL EUROPE tramite una nuova ricapitalizzazione vi sarà l’acquisizione dello Stato di un ulteriore quota azionaria del 10% (arrivando al 60% del capitale sociale) dell’ ex AMCO INVEST ITALY ed a quel punto l’azionista pubblico avrà il diritto di nominare l’amministratore delegato, mentre ad ARCELOR MITTAL spetterà di indicare il presidente privo di poteri gestionali.
La nomina di Bernabè è prevista per metà maggio e dovrebbe avvenire in concomitamza della decisione del Consiglio di Stato sul ricorso presentato da ArcelorMittal, Ilva in A.S. e la stessa Invitalia contro la sentenza del Tar di Lecce del 13 febbraio scorso che confermava una ordinanza di un anno prima del sindaco di Taranto che disponeva la fermata degli impianti dell’area a caldo per motivi ambientali.
Una decisione che ha un impatto importante sulla società: “Per rispetto verso questa deliberazione l’organo amministrativo sceglierà di esaminare il progetto di bilancio solo successivamente”, riferiscono fonti vicine al dossier ricordando come “la usuale scadenza del 30 aprile per l’approvazione dei bilanci, a causa dell’emergenza Covid, è stata prorogata per legge al 30 giugno per tutte le aziende e quindi il 30 aprile non rappresenta più un obbligo regolatorio”.
Il nuovo cda di di Acciaierie d’Italia sarà composto da sei componenti: 3 di nomina del socio pubblico (Invitalia), tra cui appunto il presidente, e 3 di nomina del socio privato (Arcelor Mittal) , che confermerà l’attuale ad Lucia Morselli. L’assemblea straordinaria si è comunque già riunita nei giorni scorsi e ha formalizzato l’ingresso di Invitalia in ArcelorMittal e il versamento della prima tranche da 400 milioni che consentirà allo Stato il diritto del 50 per cento dei voti nella nuova società Acciaierie d’Italia. La stagione delle decisioni arroganti, delle black-list dell’ accoppiata Morselli-Ferrucci e dei loro adepti si avvicina