MILANO – Oggi era fissato il secondo appuntamento davanti al giudice per discutere del ricorso cautelare urgente che ILVA in Amministrazione Straordinaria ha presentato a novembre (articolo 700 del Codice di procedura civile) per ribattere all’atto di citazione presentato da ArcelorMittal nei confronti dei commissari e per contrastare la decisione del gruppo franco-indiano di recedere dal contratto firmato a settembre 2018.
Come auspicato ed anticipato dal nostro giornale è stata raggiunta in extremis un’intesa “last minute”, nel giorno dell’udienza programmata al Tribunale di Milano, tra i commissari straordinari dell’ex ILVA ed Arcelor Mittal, che hanno raggiunto un accordo sulle cui basi negoziare la revisione del contratto originario di affitto e vendita degli stabilimenti e per l’operazione finanziaria di rilancio dello stabilimento siderurgico di Taranto. Quindi si tratta di un’intesa raggiunta a tornare intorno al tavolo e a rinegoziare i termini dell’impegno della multinazionale nello stabilimento, nel tentativo di scongiurare che la questione sfoci invece in una disputa giudiziaria.
L’accordo è stato siglato dai tre commissari dell’ex ILVA Francesco Ardito, Alessandro Danovi ed Antonio Lupo, che hanno ricevuto il semaforo “verde” dal ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Soddisfatta anche l’ amministratore delegato di Arcelor Mittal Italia . “E’ stato firmato un accordo nell’interesse del Paese”, ha commentato il commissario Danovi. “Siamo soddisfatti“, ha aggiunto Claudio Sforza direttore generale dell’ex ILVA .
“Nell’udienza a porte chiuse Arcelor Mittal – avrebbe detto nell’udienza a porte chiuse Lucia Morselli amministratore delegato in Italia del gruppo franco indiano – farà il possibile per continuare nella produzione, anche se non potrà mantenere gli impegni sulla capacità produttiva, presi nella scorsa udienza, perché nel frattempo, lo scorso 10 dicembre, è arrivato il provvedimento del giudice di Taranto sullo stop all’altoforno 2. “
Uno dei legali di Arcelor Mittal ha spiegato che le parti hanno posto le basi per un negoziato che si svolgerà fino al 31 gennaio al fine di raggiungere un accordo vincolante. Nelle quattro pagine (scritte in inglese) dell’accordo tra i commissari straordinari dell’ex ILVA ed Arcelor Mittal, le parti hanno sottoscritto “un impegno per elaborare un nuovo piano industriale“, riferisce uno degli avvocati della trattativa, dopo che i rappresentanti delle società sono usciti dall’aula del primo piano del Palazzo di Giustizia di Milano. L’udienza, su richiesta anche dei legali dell’azienda, è stata rinviata così al 7 febbraio 2020 .
Arcelor Mittal ha poi spiegato con una nota che “AM InvestCo ha firmato un accordo non vincolante con i commissari Ilva nominati dal governo che costituisce la base per continuare le trattative riguardanti un piano industriale per Ilva, incluso un investimento azionario da parte di un ente partecipato dal governo. Il nuovo piano industriale prevede investimenti in tecnologia verde da realizzarsi anche attraverso una nuova società finanziata da investitori pubblici e privati. I negoziati proseguiranno fino a gennaio 2020. Nel frattempo, nel corso dell’audizione che si è tenuta oggi, i Commissari Ilva e AM InvestCo hanno chiesto un ulteriore rinvio fino alla fine di gennaio 2020 della richiesta delle misure provvisorie avanzate dai commissari Ilva”.
I punti su cui le parti hanno trovato un pre-accordo riguardano, quindi, il cosiddetto acciaio «verde», ovvero il parziale abbandono dell’attuale ciclo integrale basato sulla trasformazione dei minerali e utilizzo sia del preridotto di ferro negli altiforni, sia di due forni elettrici; e gli investimenti da effettuare, con lo Stato pronto ad arrivare, anche attraverso le controllate, a un miliardo.
Nel protocollo d’intesa firmato tra le parti si legge che “Le parti riconoscono che l’attuazione del nuovo piano industriale», chiamato nuovo green deal «renderà necessari alcuni impianti di produzione di tecnologia verde e potrebbe richiedere che il Piano ambientale sia di conseguenza modificato, nel qual caso le parti coopereranno in buona fede al fine di raggiungere tale modifiche il più presto possibile”.