di Antonello de Gennaro
Come non dare ragione al gruppo consiliare regionale pugliese di Fratelli d’ Italia quando sostiene che “L’Aqp sta per trasformarsi in una grande network multimediale da far concorrenza alle tv, ai giornali e ai siti di informazione e promozione. Due bandi, uno da 500mila euro e uno da 160mila, per un anno, per appaltare all’esterno un telegiornale, un giornale, un sito. Una tv che non solo informa e quindi richiede assunzione di giornalisti, ma fa promozione territoriale con spot turistici che richiedono l’assunzione di comunicatori, fotografi, grafici, cineoperatori” ?
Ai consiglieri regionali di FdI l’ Acquedotto Pugliese ha così risposto: “I bandi citati, peraltro in linea con quanto già fatto in passato, sono funzionali ad un Acquedotto sempre più aperto e inclusivo, patrimonio di tutti. Un esempio: Aqp è stata la prima tra le Utility a dotarsi di una web tv e nel farlo ha realizzato un Tg in edizione LIS, con l’intento di promuove la piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva e di rimuovere le barriere della comunicazione”. Ma è questa la “mission” presente nell’oggetto sociale della società controllata al 100% dalla Regione Puglia che quindi utilizza soldi pubblici ? Non ci risulta. Anche perchè a fare un telegiornale Lis ci pensa già la RAI che è servizio pubblico radiotelevisivo, attività che peraltro non rientra nell’oggetto sociale dell’ Acquedotto Pugliese.
Ma le spese “allegre” dell’ Acquedotto Pugliese non si fermano qui. Infatti il nostro giornale dopo aver rifiutato le loro “mancette pubblicitarie” con cui speravano di condizionarci giornalisticamente, ha scoperto la più che discutibile gestione del budget pubblicitario effettuato dal fantomatico “Ufficio Comunicazione e Media” di Acquedotto Pugliese che ben si guarda ( qualcuno si vergogna forse ?) dal firmare le proprie corrispondenze minacciose, con le quali mentre sostiene di usare i soldi pubblici attraverso una “ripartizione delle risorse che rinviene da mere formule matematiche di suddivisione dell’intero budget” aggiungendo a fronte delle nostre più che legittime contestazioni “Vi invitiamo pertanto ad assumere un comportamento più rispettoso dei vostri interlocutori preannunciandovi che in mancanza verranno valutate tutte le più opportune azioni, a tutela della regolarità del proprio operato oltre che della propria onorabilità e professionalità“. Minacce che ci fanno ridere e lasciano indifferenti, ma che costituiranno a questo punto una legittima valutazione per delle iniziative legali a tutela della nostra dignità e professionalità. Quella che manca a qualcun’altro.
Ebbene mentre l’ ANAC , Autorità Nazionale Anticorruzione ci ha fornito in sole 48 ore quanto richiesto, all’ Acquedotto Pugliese ci rispondono che “come previsto dalla nostra procedura interna, è necessario che la richiesta sia presentata unitamente a un documento di identità valido del sottoscrittore o inviata a mezzo file firmato digitalmente”. Peccato però che l’ accesso civico e quello degli atti amministrativi sono regolamentati da norme di legge emanate dallo Stato, che non lascia alcun potere operativo alle singole società o enti di natura pubblica ! e sfogliando i documenti a nostra disposizione abbiamo verificato che nel 90% dei casi non compaiono i destinatari degli investimenti pubblicitari (presunti tali) dell’ Acquedotto Pugliese.
Nella risposta dell’ Acquedotto Pugliese ai consiglieri regionali di Fratelli d’ Italia si legge : “Aqp opera con correttezza e agisce nell’esclusivo interesse dei cittadini e delle comunità servite. Anche la politica dovrebbe farlo, con spirito istituzionale, ricordando che l’Acquedotto è un bene della Puglia e dei pugliesi”. In realtà chi dovrebbe ricordarsi qual’ è la vera “mission” dell’ Acquedotto è il suo vertice, che dimentica una cosa: usano soldi pubblici dei contribuenti e consumatori che pagano per avere un servizio, quello idrico, e non per mettere in piedi una “fantomatica” web tv, che non è testata giornalistica e ciò nonostante fa persino un telegiornale (!!!) e dispensa collaborazioni a giornalisti utili per avere buona stampa. Una storia che ricorda alcune analogie a quelle dell’ Ospedale Covid alla Fiera del Levante, che tutti sanno come è andata a finire. Sopratutto le Fiamme Gialle e la Procura di Bari, che per quanto riguarda l’ Acquedotto Pugliese ci risultano essere già al lavoro.
Probabilmente i “geni” incompresi dell’ Ufficio Comunicazione dell’ Acquedotto Pugliese , diretto dal pubblicista Vito Palumbo (che non è un professionista) non ci risultano provenire da alcuna redazione giornalistica o agenzia pubblicitaria iscritta nei vari albi professionali (Assap, Otep ecc.) , e tantomeno da esperienze maturate presso qualche centro media (n.d.r. sono le centrali che acquistano pubblicità per le più importanti società o enti) utilizzando presunte millantate “formule matematiche”, senza accorgersi di elargire soldi pubblici sotto forma di inserzioni pubblicitarie ad Associazioni di Promozione Sociali (che per legge non possono svolgere attività a scopo di lucro) e giornaletti di provincia che si nascondono dietro la proprietà di società extra-Ue, così sfuggendo al fisco ed alla legge italiana.
Per non parlare poi del fantomatico telegiornale TVA dell’ Acquedotto Pugliese, che non risulta essere registrata come testata giornalistica e quindi svolge attività di stampa clandestina (violando quanto previsto dalla vigente Legge sulla Stampa) e sul quale la Procura di Bari e l’ Ordine dei Giornalisti di Puglia farebbe bene ad aprire gli occhi e ripristinare il rispetto delle Leggi ed evitare lo spreco di soldi pubblici, per pagare la “markettate” giornalistiche a 360° che si trovano sul loro sito.
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