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25 Novembre 2024 01:26

ADDIO A CARLA FRACCI SIGNORA DELLA DANZA

Carla Fracci si è spesa nei contesti più diversi, anche politici battendosi contro lo smantellamento dei Corpi di Ballo dalle fondazioni liriche, anche con un appello nel 2012 all'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Il ballo classico ha dato prestigio al nostro Paese ed è triste che oggi sia considerato residuale. Un'arte nobile come questa non può essere trattata come una Cenerentola".

di REDAZIONE SPETTACOLI

Carla Fracci, signora della danza si è spenta a 84 anni . Nelle ultime ore, erano circolate notizie sulle gravi condizioni della ballerina, che da quanto si apprende, stava male da diversi giorni ma aveva voluto mantenere uno stretto riserbo sulle sue condizioni di salute. Autentica regina dei palcoscenici mondiali, la Fracci si è spenta a Milano dove era nata il 20 agosto 1936, a soli dieci anni iniziava a studiare presso Scuola di danza del Teatro alla Scala. Tra i suoi insegnanti la grande coreografa russa Vera Volkova. Ottiene il diploma nel 1954, per poi proseguire la sua formazione artistica partecipando a stage avanzati a Londra, Parigi e New York. Dopo solo due anni dal diploma diviene solista, poi nel 1958 è già étoile della Scala.

Fino agli anni Settanta si esibisce con alcune compagnie straniere quali il London Festival Ballet, il Royal Ballet, lo Stuttgart Ballet e il Royal Swedish Ballet. Dal 1967 è artista ospite dell’American Ballet Theatre. La sua notorietà artistica rimane prevalentemente legata alle interpretazioni dei ruoli romantici come Giulietta, Swanilda Francesca da Rimini, o Giselle, accanto a partner come Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov e soprattutto il danese Erik Bruhn con il quale regalò al pubblico un’indimenticabile interpretazione di ‘Giselle’ da cui nel 1969 viene realizzato un film. La Fracci nel 1964 sposa il regista Beppe Menegatti (da cui ha avuto un figlio, Francesco) che sarà regista della maggior parte degli spettacoli da lei interpretati.

L’incontro con Nureyev risale al 1963 e sarà un sodalizio artistico che incanterà mezzo mondo per oltre un ventennio. “Ballare con Rudolf era una sfida. Carattere difficile. Eccentrico e competitivo. Ma di grandissima generosità. Era inammissibile per lui che nel lavoro non ci si impegnasse. E per guadagnarsi la sua stima, bisognava essere più forti e uscirne vittoriosi”, ricorderà lei che proprio nei primi anni Sessanta, aveva lasciato il Teatro della Scala di Milano (con una polemica per un balletto cancellato) e da ballerina indipendente, era diventa l’étoile italiana più famosa nel mondo, “la prima ballerina assoluta” scriveva di lei il New York Times.

Verso la fine degli anni Ottanta dirige il corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli insieme Gheorghe Iancu. Nel 1994 diviene membro dell’Accademia di Belle Arti di Brera. L’anno seguente è eletta presidente dell’associazione ambientalista “Altritalia Ambiente”. Dal 1996 al 1997 la Fracci dirige il corpo di ballo dell’Arena di Verona e nel 2003 le viene conferita l’onoreficenza italiana Cavaliere di Gran Croce. Nel 2004 viene nominata Ambasciatrice di buona volontà della Fao.

il Teatro dell’Opera di Roma

Dal 2000 al 2010 ha diretto il corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, attività alla quale affianca la riproposta di balletti perduti e nuove creazioni sempre sotto la direzione di Menegatti. Dal giugno 2009 al 2014 diventa assessore alla Cultura della Provincia di Firenze e nel 2015 Ambasciatrice di Expo Milano. Nel 2018 riceve il Premio nazionale Toson d’oro di Vespasiano Gonzaga e il 19 settembre 2020 quello alla carriera da parte del Senato della Repubblica Italiana.

Carla Fracci si è spesa nei contesti più diversi, anche politici battendosi contro lo smantellamento dei Corpi di Ballo dalle fondazioni liriche, anche con un appello nel 2012 all’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Il ballo classico ha dato prestigio al nostro Paese ed è triste che oggi sia considerato residuale. Un’arte nobile come questa non può essere trattata come una Cenerentola“.  Lei stessa si era impegnata in prima persona a tenerli vivi, sempre nel rimpianto, carico di rancori, della mancata direzione del balletto alla Scala dove proprio per questi dissapori non ballava più dal ’99.

Lo scorso gennaio 2021 viene invitata dal nuovo direttore del BalloManuel Legris, a tenere due masterclass su Giselle, ricucendo così quella rottura, e di cui resta una testimonianza nella docufiction Corpo di ballo visionabile sulla piattaforma internet RaiPlay. “Mi ha toccata l’accoglienza di tutto il teatro, il lungo applauso. Ho sentito rispetto e gratitudine. Spero che ci saranno altre di queste masterclass. Ai giovani voglio spiegare che la tecnica c’è ma non va esibita”. Leggendaria la sua frase “la danza non è piedi e gambe. È testa“, che racchiude tutta la sua poetica. Carla Fracci ci mancherà e resterà per sempre nel cuore di chi ama il ballo e la cultura.

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