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5 Novembre 2024 17:21

Addio a Mario Corso, poeta del grande calcio italiano

Dal 1957 al 1973 indossò la maglia nerazzurra vincendo quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Avrebbe compiuto 79 anni il prossimo 25 agosto.

ROMA – Grave lutto nel mondo del calcio: è morto all’età di 78 anni  l’ex calciatore dell’ Inter, Mario Corso per tutti “Mariolino”, che era ricoverato in ospedale da giorni, ma purtroppo non ce l’ha fatta. Era nato a Verona il 25 agosto 1941 ed avrebbe compiuto 79 anni .

Mariolino ha raggiunto Sarti, Picchi, Facchetti, Peirò, Tagnin, Milani, Landini… i suoi vecchi compagni di squadra protagonisti di quella Grande Inter del “patron” Angelo Moratti, che ha caratterizzato gli anni Sessanta con i suoi successi in Italia, in Europa e in Sudamerica.  Uno squadrone di campioni, certo, ma Mario era il più dotato per la sua innata classe: dal soprannome “il mancino di Dio” si capisce già tutto. Corso è stata la stella più luminosa del firmamento nerazzurro.

Corso fu protagonista assoluto della Grande Inter di Helenio Herrera  degli anni ’60, con la maglia nerazzurra 4 quattro scudetti (1963, 1965, 1966, 1971), due Coppe dei Campioni (1964, 1965), 2 Coppe Intercontinentali (1964, 1965). Il campione nerazzurro ha praticamente segnato la sua carriera: ha infatti indossato la casacca dell’Inter dal 1957 al 1973 prima di trasferirsi al Genoa dove ha chiuso la carriera nel 1975. Divenne celebre una sua invezione: la punizione “a foglia morta“.

Non era un atleta “fisico”. Da Mario Corso non potevi aspettarti che rincorresse il suo avversario anche perché all’epoca il terzino destro, cioè il suo marcatore diretto, non varcava mai la metà campo. Il mister Helenio Herrera, che pure esigeva molto dai suoi ragazzi sul piano della corsa, era indulgente con lui. Ed i suoi compagni accettavano senza fiatare l’ordine di scuderia: “Mariolino” andava lasciato libero di giocare il calcio a modo suo. Che non era fatica. Era arte pura. Corso non ebbe molta fortuna e gloria con la Nazionale perché era un giocatore atipico e non tutti erano disposti a correre per lui.

Il dopo calcio è l’attività di allenatore-insegnante per i giovani. Soprattutto col Napoli, la sua prima esperienza durata quattro stagioni, riuscendo a trasmettere ai Primavera la sua tecnica raffinata. Siede anche sulla panchina della sua Inter durante la presidenza di Ernesto Pellegrini, ma gli riesce complicato guidare i calciatori già affermati per via del suo carattere schivo e sopratutto troppo “signorile”.

“É scomparso Mario Corso, interista, campione eterno dotato di infinita classe. Con il suo sinistro ha incantato il mondo in una squadra che ha segnato un’epoca. I pensieri e l’affetto di tutti noi vanno alla famiglia in questo momento difficile. Ci sono delle persone destinate a rimanere nella leggenda, campioni eterni e talenti unici di cui è impossibile non innamorarsi. Ciao Mario, ci mancherà tutto di te”. Così l’Inter ha reso omaggio e ricordato sul proprio profilo  la stella della Grande Inter. Anche l’ex capitano nerazzurro, ora vicepresidente, Javier Zanetti ha voluto omaggiare Corso: Un pensiero di vero cuore per una splendida persona, un mito della nostra Inter. Ricorderò sempre tanti bellissimi momenti insieme. Ciao Mario”. l’inventore della punizione a “foglia morta” e stella della Grande Inter. Anche l’ex capitano nerazzurro, ora vicepresidente, Javier Zanetti ha voluto rendere omaggio Corso: “Un pensiero di vero cuore per una splendida persona, un mito della nostra Inter. Ricorderò sempre tanti bellissimi momenti insieme. Ciao Mario”.

Corso chiuse la carriera a Genova, sponda rossoblù. Due stagioni (1973-74 e 1974-75) che sono però bastate per essere inserito nella Hall of Fame del club. Il Genoa, nel giorno della sua morte, lo ha voluto omaggiare su Twitter“Addio a Mario Corso, campione meraviglioso che indossò la maglia del Genoa”.

La Figc e il presidente federale Gabriele Gravina si sono uniti al cordoglio dei familiari di Mario Corso, : “Se ne è andato un grande campione – dichiara Gravina – la sua classe, il suo stile e il suo sinistro magico rimarranno per sempre dei simboli straordinari del nostro calcio”

“Mario Corso se ne è andato.È stato un calciatore che ha fatto sognare la mia generazione. Ma oggi io ho perso un amico, una delle più belle persone che la vita mi ha fatto incontrare”, ricorda il sindaco di Milano Beppe Sala in un tweet. 

Omaggio anche da parte della Lega Serie A“Ci ha lasciati uno dei grandi protagonisti del calcio, Mario Corso, fantasista della grande Inter che dominò gli anni sessanta vincendo due Coppe dei Campioni. Oltre ai successi in Europa in nerazzurro Corso conquistò due Coppe Intercontinentali e 4 Scudetti, guadagnandosi il soprannome di ‘piede sinistro di Dio’ per l’abilità nel disegnare col mancino le sue famose punizioni a foglia morta e per la capacità di trovare corridoi per i compagni che solo lui riusciva a vedere”. Lo si legge in una nota della Lega Serie A, che “porge ai familiari le più sentite condoglianze per la perdita di Mario, poeta del calcio”.

Corso vincendo la sua nota timidezza e riservatezza, ha calcato la scena dei salotti televisivi, facendo l’opinionista in varie emittenti lombarde. È un ruolo che gli piace e nel quale si cala sempre meglio: mai una parola gridata o un giudizio troppo severo. Mario Corso è stato raffinato anche nella vita di tutti i giorni: un vero signore, il cui stile mancherà al calcio ed a tutto lo sport italiano

I nerazzurri lo omaggeranno domani sera portando il lutto al braccio nella gara contro la Sampdoria e con un minuto di raccoglimento

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