ROMA – E’ morto a 84 anni Stefano Rodotà giurista raffinato e politico appassionato. Era nato a Cosenza il 30 maggio 1933. Una vita trascorsa per difendere la legalità ed i diritti dei cittadini. Un vero autorevole protagonista della vita pubblica italiana che ha sempre cercato di far valere il suo punto di vista laico sulle grandi questioni del Paese. Intellettuale di sinistra, si è sempre contraddistinto per la sua libertà, a partire dalla sua militanza radicale alla presidenza del Pds. Nel 2013 è stato candidato al Quirinale con il sostegno di M5S e di pezzi di centrosinistra.
Dal 1997 al 2005 Rodotà è stato il primo Presidente del Garante per la protezione dei dati personali. Nel 2013 Rodotà è stato candidato, non eletto, per l’elezione del Presidente della Repubblica: è stato votato dal Movimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia Libertà, alcuni parlamentari del Pd.
Ha insegnato in molte università europee, negli Stati Uniti, in America Latina, Canada, Australia e India. I suoi contributi maggiori sono soprattutto nel campo del diritto costituzionale, con riferimento al rapporto tra i diritti costituzionali fondamentali e quelli relativi alle tecnologie dell’informazione.
Mattarella è profondamente colpito dalla scomparsa e in un messaggio alla famiglia ne ricorda “le alte doti morali e l’impegno di giurista insigne, di docente universitario, di parlamentare appassionato e di prestigio e di rigoroso garante della Privacy“. “La sua lunga militanza civile al servizio della collettività – ricorda i capo dello Stato Sergio Mattarella – è stata sempre contrassegnata dalla affermazione della promozione dei diritti e della tutela dei più deboli“.
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni scrive su Twitter: “Ricordo Stefano Rodotà grande giurista, intellettuale di rango, straordinario parlamentare. Una vita di battaglie per la libertà“,
Il presidente del Senato Pietro Grasso, sulla sua pagina Facebook. ricorda il giurista scomparso: “Ha dato moltissimo al nostro Paese. Ho avuto tante volte l’occasione di incontrarlo e confrontarmi sul tema dei diritti, a lui particolarmente caro e al quale ha dedicato decenni di impegno: ne ricordo l’intelligenza vivace e la straordinaria capacità di affrontare con linguaggio semplice temi profondamente complessi. Ci mancherà“.
“Il Partito Democratico esprime profondo cordoglio per la scomparsa del prof. Stefano Rodotà, giurista insigne, intelligenza acuta, sempre rivolta alle frontiere del futuro, nel campo dei diritti, delle tecnologie; uomo delle istituzioni con il quale non sono mancate divisioni, ma mai la consapevolezza della sua passione civile, della sua idea di un Paese più moderno e più giusto“.
Rodotà lascia la moglie Carla Pogliano e due figli, fra cui Maria Laura, giornalista del Corriere della Sera, che ha lavorato anche alla Stampa. In famiglia era soprannominato “il Garante”. La camera ardente sarà aperta sabato alle 16 nella sala Aldo Moro di Montecitorio. Resterà aperta anche domenica dalle 10 alle 19.