di REDAZIONE POLITICA
Il “dilettante” grillino Mario Turco commercialista e senatore grillino” fedelissimo” di Giuseppe Conte che lo ha nominato vicepresidente del M5S, ha creato un vero proprio moto di protesta nel gruppo 5 Stelle del Senato con una dichiarazione a SkyTg24: “All’onestà e moralità stiamo aggiungendo anche le competenze e la professionalità” e se Conte ha voluto Mario Turco fra i suoi vice allora significa che l’avvocato foggiano non ha ancora capito proprio niente della politica.
Una frase per lodare l’avvio del nuovo corso, sulla falsariga di quanto detto ieri da Giuseppe Conte : “Da adesso dobbiamo non solo affidarci all’onestà ma coniugare anche competenza e capacità” un pensiero, che esternato così, lascia intendere che nel Movimento prima c’era l’onestà ma non la “competenza” e “professionalità” affermazioni queste che hanno scatenato l’aperta contestazione nella chat del Gruppo M5S al Senato, contro Turco, il “miracolato” vice di Conte.
La prima contestazione a Turco e Conte è arrivata da posta da Primo Di Nicola, membro della commissione di Vigilanza Rai”Si sta dicendo che quelli di prima era incompetenti e stupidi?” aggiungendo che “in corso c’è un tentativo di riscrittura della storia del M5S, una storia che evidentemente viene disprezzata” affiancato nelle critiche anche da un altro esponente di punta della vecchia guardia come l’ex ministro Danilo Toninelli che non l’ha presa affatto bene: “Questo è un cortocircuito comunicativo, chi dice queste cose fa intendere che i cittadini hanno sbagliato a votarci nel 2018″. Non a caso gli ultimi sondaggi hanno dimezzato il gradimento al M5S perché evidentemente “ci vedono tali e quali agli altri“. Toninelli, uno dei più amati dalla base del Movimento, non ha condiviso e tantomeno apprezzato quanto detto su Silvio Berlusconi da “Giuseppi” Conte ospite alla manifestazione “Atreju” organizzata da Fratelli d’ Italia, in cui ha detto che “avrebbe fatto anche cose buone“.
Hanno protestato in tanti contro Conte e Turco. “I nostri avversari che finora ci hanno dato degli incapaci allora avevano ragione…”, contesta la senatrice Antonella Campagna. “Ormai si vuole rinnegare tutto e tutti, manca solo l’eliminazione fisica“, è l’amare battuta di Elvira Evangelista a cui si aggiunge Vincenzo Presutto: “Parole offensive che superano il limite”. Reazioni che dimostrano come dichiarazioni pubbliche di ottimismo a parte, il clima dentro il M5S non è ancora dei migliori.
Sui social, come prevedibile, Turco è tutt’altro che una star. La sua pagina Facebook conta appena 7 mila like ed infatti è stato eletto con l’uninominale a Taranto con oltre il 45% delle preferenze, rientrando in quella categoria di candidati “miracolati” provenienti dalla società civile selezionati da Luigi Di Maio. Ma una cosa è certa: Turco non è un grillino della prima ora per stile di vita, storia personale e formazione culturale. Dal gruppo “storico” dei pentastellati eletti in Puglia, molto legati alle battaglie della prima ora (No Tap, Xylella, Ilva, Acquedotto Pugliese) è stato spesso considerato come un “corpo estraneo” al Movimento..
Al senatore tarantino l’ex premier Conte durante la sua permanenza a Palazzo Chigi aveva affidato il delicato “dossier Taranto“, con un capitolo speciale sull’ex Ilva. Un tema che Turco ha usato molto in campagna elettorale “Anziché pensare solo all’acciaieria, la mia città deve puntare su uno sviluppo delle infrastrutture e sull’autonomia universitaria”, dichiarò nell’ottobre 2019 in un’intervista al quotidiano Il Foglio, sostenendo concetti astrusi ben lontani da una vera rivoluzione. Era l’epoca in cui Conte immaginava un “cantiere Taranto”, un progetto che avrebbe seguito personalmente affidando la macchina organizzativa al suo fedelissimo.
L’iniziativa, va ricordato, è stata un vero e proprio “tonfo” mediatico e politico: quel “cantiere Taranto” non è mai partito in pompa magna e, nei fatti, è stato solo rivisto e corretto il Contratto istituzionale di sviluppo, un progetto preesistente “figlio” dei Governi Renzi e Gentiloni. E Turco ogni giorno cerca di spacciare i risultati del Cis, come successi suoi e di Conte. Ma ormai a Taranto non gli crede più nessuno. Sopratutto nel M5S.