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22 Novembre 2024 02:21

Al Teatro Manzoni di Roma in scena “Sei di Taranto…? Ma Taranto Taranto?”

Lo spettacolo teatrale di Massimo Cimaglia ha riempito la sala romana. Una città come non l’avrete mai sentita descrivere, la Taranto dei due mari, della bellezza del suo paesaggio e della provincia, una città dell’arte.

di Paolo Campanelli

Lo spettacolo scritto, diretto e citato dal tarantino Massimo Cimaglia affronta i luoghi comuni quasi totalmente innegabili della città dei due mari, le sue origini spartane nascoste dietro gli stili di vita, le abitudini ed i modi di fare odierni, e per abbattere alcune delle negatività che comunemente vengono associate al territorio tarantino. Cimaglia ripercorre in maniera divertente ed ironica Taranto, i suoi abitanti e il suo dialetto,  con aneddoti autobiografici, ricordi, racconto facendo scivolare lo spettacolo in un clima di grande divertimento  ed allegria, ma nello stesso tempo compie un vero e proprio atto d’amore celebrato da chi ha lasciato la propria città ma non esita a manifestare con orgoglio il legame che lo lega la sua città: sì, sono di Taranto Taranto!

Perché il “tarantino di Taranto” anche linguisticamente e calcisticamente si pone in maniera dubbia: le “o” chiuse, l’aggressività nel parlare, il sognare la Serie B, la presenza dello stabilimento dell’ILVA… ma il tarantino è fatto anche di tradizioni di terra e mare, di bellezze naturali.  Lo spettacolo teatrale infatti diventa l’occasione anche per chi non è tarantino di lasciarsi “prendere”, affascinare da una città tutta da scoprire e riscoprire, con un invito a visitare Taranto e ad apprezzarne la sua storia, il mare, l’enogastronomia.

Una città come non l’avrete mai sentita descrivere, la Taranto dei due mari, della bellezza del suo paesaggio e della provincia, una città dell’arte. Un monologo comico quello di Massimo Cimaglia scritto per entrare nel cuore anche di chi non è nato a  Taranto, un vero e proprio atto d’amore per la sua città, una storia che viene  raccontata con sottile intelligenza e condivisione che fa vivere Taranto “come un pezzo di noi stessi“, commentano gli spettatori uscendo dal teatro.

nella foto  Paolo Campanelli intervista Massimo Cimaglia nel backstage

Quasi sempre, parlando di Taranto, i più pensano alle cose negative, alla notorietà dell’ILVA, dell’inquinamento” dice Massimo Cimaglia  che aggiunge ”Ma Taranto non è solo questo, e ha un tesoro nascosto che aspetta solo di essere portato alla luce, per questo ho fatto questo spettacolo

Ed è giusto che si sappia, che il “non sembrare di Taranto” quasi fosse un complimento è un simbolo, che il tarantino è “tosto” fuori così come lo è dentro, ma che è sempre pronto ad essere ospite di chi si presenti alla sua soglia. Uno spettacolo teatrale che dopo essere già stato rappresentato a Taranto, è andato in scena a Bologna, dove ha riscosso un ottimo successo anche tra gli spettatori emiliani, e  che dopo la sua permanenza al Teatro Manzoni di Roma, si trasferirà a Milano. I racconti e le riflessioni di Massimo Cimaglia nel suo viaggio verso Taranto, la città dei due mari, sono accompagnate dalle musiche di Fabio Lombardi, mentre “Terra mia” è interpretata da Domingo Stasi.

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