ROMA – Ieri sera i tre commissari dell’ Alitalia Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari, hanno ottenuto dal Ministero dello Sviluppo economico l’autorizzazione alla pubblicazione del bando per la raccolta di manifestazioni di interesse. I soggetti interessati, informa la compagnia in una nota, avranno tempo fino al 5 giugno per presentare le manifestazioni di interesse.
Alla selezione degli advisor del collegio dei commissari straordinari di Alitalia, concorrono in cinque e sono in corso le valutazioni per affidare l’incarico: la scelta è prevista fra Merrill Lynch, Lazard, Mediobanca, Rothschild e Citigroup che compongono la rosa di nomi tra i quali a giorni è ; gli advisor saranno uno o, più probabilmente, due per supportare l’attività commissariale sul versante industriale e finanziario.
Nel frattempo su Alitalia non arrivano buone notizie. E’ sin troppo evidente che le grandi aziende e banche italiane non sono minimamente interessate a rilevare l’ex compagnia di bandiera. Ed infatti l’atteso “soccorso” non arriva. Gian Maria Pietro Gros presidente del gruppo Intesa San Paolo, parlando con l’agenzia di stampa economico-finanziaria Radiocor non ha lasciato alcuno spazio neanche ad una minima o remota possibilità: “Quello che è chiaro – ha detto – è che noi siamo una banca, non facciamo il vettore aereo, prestiamo denaro quando ci sono piani industriali credibili”. Peraltro al momento ancora non c’è un nuovo piano industriale di Alitalia . Per ora è tempo solo di analisi, per passare alle eventuali operazioni bisognerà aspettare luglio, . Infatti Pietro Gros commenta:”È ancora presto lasciamo lavorare i commissari“.
Chiusura anche da parte della presidente di Eni, Emma Marcegaglia: “Noi facciamo un altro mestiere“. Un giornata quindi negativa per Alitalia che guarderà probabilmente fuori dai confini italiani. Il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, nel corso di un’audizione al Senato ha escluso la nazionalizzazione e l’ingresso delle Ferrovie dello Stato nel capitale della compagnia aerea: “Mi sembra irragionevole l’ingresso delle Ferrovie in Alitalia e altrettanto mi sembra irragionevole che lo Stato si mette a gestire un operatore aereo anche se importante“.
Il premier Paolo Gentiloni inizia infatti a guardare fuori dall’Italia e da Pechino dichiara: “C’è in generale interesse da parte dei fondi e degli investitori cinesi verso l’Italia ma nei particolari consentitemi di non entrare“. Quindi non parla di Alitalia ma rende noto che “se n’è discusso parecchio di investimenti cinesi. Nella cena in ambasciata ieri sera cui erano presenti i fondi sovrani: si è parlato di immobiliare e di altri investimenti strategici per il paese“.
“In generale poi – prosegue la nota – l’interesse cinese ci porta a riflettere sul fatto che anche la fabbrica del mondo, sviluppando il megaprogetto One Belt One Road per una nuova Via della seta di rafforzamento dell’asse asiatico-europeo, si è accorta di quanto sia inefficiente il nostro sistema dei trasporti, che è pronta a migliorare con investimenti che incrementino in prospettiva l’integrazione tra le due economie occidentale e cinese, allo scopo di aumentare la propria profittabilità”.