ROMA – La Procura di Civitavecchia ha chiuso le indagini sulla gestione della compagnia di bandiera fino al febbraio 2017, notificando il 415 bis agli indagati. A condurre le indagini, il Nucleo di polizia economico finanziaria del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma. Le ipotesi di reato, a vario titolo, sono bancarotta fraudolenta aggravata, false comunicazioni sociali e ostacolo alle funzioni di vigilanza.
Sono 21 le persone indagate tra vertici, ex componenti del consiglio di amministrazione, commissari e consulenti che si sono alternati negli anni nell’amministrazione di Alitalia-Sai, in mano a Etihad con il 49% e alla cordata italiana Cai con il 51%.
L’inchiesta era stata aperta a seguito della sentenza del Tribunale di Civitavecchia emessa nel maggio 2017, con la quale era stata dichiarata l’insolvenza della Alitalia – Società aerea italiana spa e aveva ammesso la procedura di amministrazione straordinaria. Erano state le relazioni dei liquidatori a far nascere sospetti sull’operato dei manager che hanno governato la compagnia di bandiera fino al maggio 2017, quando è stato deciso il commissariamento.
Tra gli indagati nell’inchiesta su Alitalia-Sai, relativa ai tre anni di gestione dal 2014 al febbraio 2017, figurano anche Jean Pierre Mustier l’attuale amministratore delegato di Unicredit, Antonella Mansi vice presidente di Confindustria e Paolo Colombo vicepresidente di Banca Intesa Sanpaolo , membri dell’allora consiglio di amministrazione, e l’ex commissario di Alitalia Enrico Laghi, attuale liquidatore di Air Italy, all’epoca dei fatti consulente e presidente di Midco, la società che deteneva il 51% del capitale di Alitalia Sai e in mano alla cordata italiana.
Nel procedimento oltre ai nomi già noti di Montezemolo, Ball Cramer e Hogan — risulta indagata anche la società Alitalia Sai per responsabilità amministrativa degli enti.