“La notizia di oggi è questa: il Procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona, mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del cittadino libico Almasri“.
Gli atti al Tribunale dei Ministri
“In relazione all’indicato procedimento gli atti sono stati inoltrati al Collegio per i reati ministeriali del Tribunale dei Ministri”, si legge nella comunicazione di iscrizione nel registro degli indagati nei confronti della premier, dei ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario Mantovano. Il documento è firmato dal procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi.
“Ora i fatti: ne abbiamo parlato in questi giorni, sono abbastanza noti. La Corte penale internazionale dopo mesi di riflessione emette un mandato internazionale nei confronti del capo della polizia giudiziaria di Tripoli. Curiosamente la Corte lo fa proprio quando questa persona stava per entrare sul territorio italiano dopo che aveva serenamente soggiornato, per circa dodici giorni, in altri tre Stati europei“, ha spiegato la Meloni. “La richiesta di arresto della Procura della Corte penale internazionale non è stata trasmessa al ministero italiano della Giustizia, come invece previsto dalla legge e per questo la Corte d’Appello di Roma decide di non procedere alla sua convalida”. A questo punto, come ha sottolineato la premier, “questo soggetto libero sul territorio italiano, piuttosto che lasciarlo libero, noi decidiamo di espellerlo e rimpatriarlo immediatamente per ragioni di sicurezza con un volo apposito come accade in altri casi analoghi. Questa è la ragione per la quale la Procura di Roma oggi indaga me, il sottosegretario Mantovano e due ministri”.
Così la premier in un video che mostra il foglio dell’avviso di garanzia. “Non sono ricattabile, non mi faccio intimidire“, avverte Giorgia Meloni. “Avanti a testa alta“. L’avviso inviato anche ai ministri Nordio e Piantedosi. Nel video postato dove la premier riferisce dell’avviso di garanzia ricevuto per la vicenda del caso Almasri, Meloni sostiene che l’avviso le sia arrivato a seguito della denuncia che è stata presentata dall’avvocato Luigi Li Gotti.
“Avvocato ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi, conosciuto per aver difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi”. “Avanti per la mia strada a difesa degli italiani, soprattutto quando è in gioco la sicurezza della Nazione. A testa alta e senza paura”, avverte Meloni.
In particolare, Li Gotti, come si legge nell’atto, corredato anche da un resoconto giornalistico dei fatti, ha presentato denuncia per i reati di ” favoreggiamento personale (“Chiunque, dopo che fu commesso un delitto per il quale la legge stabilisce l’ergastolo o la reclusione, e fuori dei casi di concorso nel medesimo, aiuta taluno a eludere le investigazioni dell’Autorità, comprese quelle svolte da organi della Corte penale internazionale, o a sottrarsi alle ricerche effettuate dai medesimi soggetti, è punito con la reclusione fino a quattro anni”, art. 378 co.1 cod.pen.)” e di “peculato ex art. 314 co. 1 cod. pennei confronti della Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro della Giustizia, del Ministro dell’Interno e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega ai servizi segreti. in relazione alla liberazione di Osama Almasri, catturato su mandato della Corte Penale Internazionale, con l’accusa di tortura, assassinio, violenza sessuale, minaccia, lavori forzati, lesioni in danno di un numero imprecisato di vittime detenute in centri di detenzione libiche. Si allega all’uopo il resoconto giornalistico sui fatti”.
Concludendo l’ avvocato dei mafiosi, amico di Prodi, nella sua denuncia strumentale chiede che “vengano svolte indagini sulle decisioni adottate e favoreggiatrici del suddetto Osama Almasri, nonché sulla decisione di utilizzare un aereo di stato per prelevare il catturato (e liberato) a Torino e condurlo in Libia”.
Salta l’informativa su Almasri alle Camere
Da quanto si apprende, a seguito dell’avviso di garanzia ricevuto dai ministri dell’Interno e della Giustizia, non si terranno domani le informative previste alla Camera e al Senato dei ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, sul “caso Almasri”.
Il chiarimento dell’Anm: “Non è un avviso di garanzia”
Sulla vicenda interviene, in senso tecnico, l’Associazione nazionale magistrati: “Si segnala, al fine di fare chiarezza, il totale fraintendimento da parte di numerosi esponenti politici dell’attività svolta dalla procura di Roma, la quale non ha emesso, come è stato detto da più parti impropriamente, un avviso di garanzia nei confronti della presidente Meloni e dei ministri Nordio e Piantedosi ma una comunicazione di iscrizione che è in sé un atto dovuto perché previsto dall’articolo 6 comma 1 della legge costituzionale n. 1/89″
“La disposizione impone al procuratore della Repubblica, ricevuta la denuncia nei confronti di un ministro, ed omessa ogni indagine, di trasmettere, entro il termine di quindici giorni, gli atti al Tribunale dei ministri, dandone immediata comunicazione ai soggetti interessati affinché questi possano presentare memorie al collegio o chiedere di essere ascoltati. Si tratta, dunque, di un atto dovuto” spiega la nota dell’Anm.
Le reazioni del governo
“Vergogna, vergogna, vergogna”, scrive sui social Matteo Salvini che invoca una “riforma della giustizia subito!” e gli alleati del governo fannp quadrato attorno alla presidente del Consiglio. “Giorgia Meloni indagata per il rimpatrio del libico Almasri – si legge nel post del vicepremier – , avvisi di garanzia per il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio. Vergogna, vergogna, vergogna. Lo stesso procuratore che mi accusò a Palermo ora ci riprova a Roma con il governo di centrodestra. Riforma della giustizia, subito!”
Analoga solidarietà arriva anche dal ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani che sul social X scrive “Sono dalla parte di Giorgia Meloni, Piantedosi, Nordio e di Mantovano. Difendo la separazione dei poteri e condanno scelte che suonano come una ripicca per la riforma della giustizia“.
“Questo governo non si lascerà condizionare o intimidire“, scrive sui social la ministra delle Riforme Elisabetta Casellati. “Sono dalla parte del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dei ministri Piantedosi e Nordio e del Sottosegretario Mantovano. Avanti, nell’interesse dell’Italia”
Anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha espresso “totale solidarietà alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ai ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, al sottosegretario Alfredo Mantovano“, e ritiene “urgente ristabilire una netta separazione dei poteri. La difesa della sicurezza nazionale attiene alle scelte sovrane del governo della repubblica“.
Di un “tempismo sospetto” parla il ministro della Cultura, Alessandro Giuli. “Esprimo il mio più profondo stupore per l’avviso di garanzia notificato oggi al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ai ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e al sottosegretario Alfredo Mantovano. Un provvedimento – scrive Giuli in una nota – che solleva molte perplessità, non soltanto per il suo tempismo, ma anche per le implicazioni che ne derivano sul piano istituzionale“.
Bongiorno difenderà Meloni e altri ministri
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi, della Giustizia, Carlo Nordio, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti, Alfredo Mantovano, secondo quanto si apprende, hanno deciso congiuntamente di nominare quale unico legale l’avvocato Giulia Bongiorno. Una scelta che “sottolinea la compattezza del governo anche nell’esercizio dei propri diritti di difesa”. Bongiorno in mattinata è stata vista entrare a Palazzo Chigi.