La relazione dell’ Ispettorato Generale-Servizi Ispettivi di Finanza Pubblica del Ministero del’ Economia e delle Finanze sulla gestione del Comune di Taranto dal 2010 al 2015 che il Corriere del Giorno pubblica in originale, consentendo ai suoi lettori di poterla scaricare liberamente e leggerla con la dovuta maggiore attenzione, è stata scritta e firmata da degli ispettori competenti e qualificati, non lascia dubbi. Il Comune di Taranto ed il suo Sindaco Ippazio Stefàno che si vantava di aver risanato le finanze dell’ amministrazione comunale ne escono sonoramente bocciati, e non appaiono molte possibilità di contro-replica.
La gestione Stefàno ha scambiato un Comune in dissesto per un ambulatorio medico, ha sinora vissuto di vani tentativi di far funzionare la macchina comunale con i continui cambi di assessori, di maggioranze, dimenticando che chi fa funzionare la macchina amministrativa sono i dirigenti e funzionari, che vanno guidati, formati, aggiornati, e non “gratificati”, quasi sempre a reddito “zero, con incarichi nelle aziende municipalizzate come sinora accaduto.
Abbiamo sentito troppe volte dal Sindaco e dai suoi “fedelissimi” senza alcuna competenza, accampare le solite scuse “abbiamo ereditato un crack finanziario“, “il Comune viene dal dissesto“, “stiamo cercando di risanare il Comune“, “stiamo pagando follie ed errori di chi ci ha preceduto“, “per assicurare i servizi essenziali a Taranto ci stiamo arrampicando sugli specchi“. E qualcuno, sfacciatamente ha il coraggio persino di dire “abbiamo risanato il Comune di Taranto”. Bisogna essere onesti intellettualmente, e non proferire giudizi di natura politica come qualche ex-portavoce-portaborse prima dell’ex sindaco Di Bello e poi di un ex-consigliere regionale di sinistra, e riconoscere che in effetti la 1a Giunta comunale di centrosinistra guidata da Ippazio Stefàno ha ereditato il dissesto dal commissario di governo, che aveva preso il posto della Di Bello. Ma quello che non si può perdonare ai consiglieri comunali del “carrozzone” Stefàno, candidatisi nelle due elezioni elettorali comunali, è la mancanza assoluta di competenze specifiche per amministrare una città, che non è come amministrare un condominio o una bottega.
Nella seconda maggioranza di centrosinistra (cioè l’attuale) che guida il Comune di Taranto, in questi ultimi due anni, abbiamo visto di tutto e di più. Due agenti della Polizia di Stato eletti nella lista civica di Stefàno, pescando i propri voti elettorali negli ambienti più malfamati della città, che hanno fatto, si fa per dire…, di tutto e di più: l’assessore allo sport, alla cultura e turismo, allo sviluppo economico, al welfare ecc. senza alcuna esperienza amministrativa precedente. Un ex-operaio dell’ ILVA (e lo diciamo con tutto il rispetto per la persona e per gli operai) diventare assessore ai lavori pubblici, senza peraltro essere stato mai neanche eletto dai cittadini, degli avvocati cooptati come “esterni” in nome e per conto di una componente interna all’ Udc, rinnegati e contestati persino dal segretario amministrativo locale del partito di Cesa e Casini. Normale poi chiedersi: ma come potevano queste persone risanare una città ?
E’ il caso di dire, Taranto è stata gestita da autentici dilettanti allo sbaraglio. Questo giornale è stato spesso e volentieri accusati di “fiancheggiare” il Sindaco Stefano, a causa dei vecchi rapporti di amicizia della famiglia del Sindaco Stefàno e quella del nostro Direttore. Ma siamo fieri di poter dire di non aver mai fatto “sconti” nè al Sindaco, nè tantomeno ai suoi fedelissimi ed assessori, a partire dal dirigente (un eufemismo definirlo tale) della Polizia Municipale, Michele Matichecchia, un vigile urbano di Grottaglie, diventato all’improvviso comandante, e dirigente senza alcuna esperienza di gestione e comando precedente, autentico responsabile della totale anarchia stradale cittadina, in una città dove pochi pagano e circolano con l’assicurazione, dove il casco in motocicletta lo indossano solo i malavitosi quando vanno a sparare a qualcuno. Dove praticamente nessuno rispetta il Codice della Strada. A proposito che fine hanno fatto i 20mila euro che Matichecchia ha percepito nel 2012 come amministratore unico del Centro Ittico Tarantino (100% Comune di Taranto) ?
Non abbiamo fatto sconti a quell’assessore comunale-poliziotto Gionatan Scasciamacchia che insieme ad un’associazione di bottegari ed il suo vicepresidente, volevano fare un portale per il turismo solidale (ai disabili) nella città vecchia cercando di portare a casa un finanziamento comunitario-regionale di circa 1milione800mila euro, di cui quasi un milione e quattrocentomila euro di consulenze, o di quando ha imbastardito il lungomare di Taranto con gli ambulanti che si allacciavano abusivamente alla rete energetica per non pagare la luce, o che faceva il festival della pizza, senza che ci partecipasse un tarantino!
Così come non abbiamo fatto sconti all’altro assessore comunale-poliziotto Francesco Cosa, specializzato in fotografie allo stadio ed al seguito in trasferta, affianco al presidente del Taranto Calcio di turno. Vedere oltre 4 milioni e mezzo destinati alla ristrutturazione del campo B dello stadio Iacovone e dell’anello superiore della tribuna, è una vergogna. Come è una vergogna pagare 50 mila euro al mese alla Mediterraneo srl società che ha in gestione la piscina di via Bruno, per la quale ad onor del vero il Sindaco ha mandato da tempo tutte le carte alla Guardia di Finanza. Ma forse quei finanzieri stanno ancora controllando le bollette delle luce dell’abitazione tarantina del nostro Direttore e del nostro ufficio di corrispondenza per fare contento qualcuno….e sono stati troppo occupati.
Come si fa a pagare 50mila euro al mese ad una società della famiglia Cassalia (ma non facevano i costruttori ? non volevano prendersi l’ Ilva al posto dei Riva ?) per fare utilizzare la piscina la mattina ai disabili, cioè 600 mila euro l’anno che moltiplicati per i 10 anni della gestione Stefàno, fanno 6 milioni di euro, quando i lavori di ristrutturazione sono costati sulla carta…circa 2 milioni di euro. Ad onor del vero questo appalto “ad hoc” sotto forma di pseudo “project-finance”, nasce dalla “generosa” ed allegra gestione Di Bello, con sottoscrisse un contratto folle della durata di 30 anni !!! Un appalto che una Giunta seria avrebbe potuto interrompere invece di continuar a deliberare il pagamento mensile di 50mila euro ai Cassalia ! Ma nè il sindaco Stefàno, nè l’assessore Cosa hanno mai avuto il coraggio di farlo ! Chiaramente questi retroscena non li potrete mai leggere sui siti online locali tarantini, dove basta qualche centinaia di euro sotto forma di pubblicità per addomesticare la fallimentare e corrotta (nel 90% dei casi) informazione locale.
Ecco la Delibera-Piscina-Taranto (vedi-scarica il Pdf) della Giunta Stefàno che versa 50mila euro/mese alla società Mediterraneo dei Cassalia.
Gli ispettori del ministero, nella loro ispezione hanno contestato la gestione dell’Amiu, le indennità di posizione incassate da alcuni dirigenti che secondo il Ministero dovrebbero restituire le somme, la mancanza di un controllo-ispezione “analogo” a quello ministeriale sui conti Amiu, come previsto dalla legge, che invece viene delegato ad un gruppi di consulenti-commercialisti esterni, di cui ci siamo occupati nei giorni scorsi, fra cui i soliti consulenti “amici degli amici” e qualche parente di troppo. A Taranto sanno tutti che il vero “gestore” dell’ AMIU è un commercialista sposato con la nipote del Sindaco, il quale però si guarda bene dall’assumere responsabilità legali ed amministrative nella gestione di un’azienda che se fosse stata privata avrebbe già da tempo dovuto portare i libri in tribunale e dichiarare fallimento. Ecco perchè poi si nominano dipendenti comunali senza alcuna competenza e conoscenza del settore.
Non è un caso se gli ispettori ministeriali nella loro relazione indicano e contestano la ‘supina esecuzione” dei dirigenti ai referenti politici, e contestano la legittimità delle procedure selettive del personale e le relative indennità. cosi come sono state contestati dagli ispettori gli appalti ed i servizi per i quali si fatto un eccessivo ricorso alle proroghe.
I tre dell’ Ave Maria…. Tre consiglieri comunali, di sinistra, e cioè Gianni Liviano, Dante Capriulo, e Ciccio Venere fanno sapere che stanno valutando l’ipotesi di spedire tutto alla Procura, onestamente ci fanno un pò ridere. Dovevano aspettare gli ispettori per scoprire tutto ciò. Un buon amministratore pubblico, un politico “serio” (e non scontento…) si rivolge immediatamente all’ Autorità Giudiziaria, non valuta….! Anche se va ricordato anche che se la Procura della Repubblica di Taranto in questi ultimi anni si fosse occupata meno dei propri parenti da sistemare e delle consulenze da far assegnare agli “amici degli amici”, ed avesse letto tutte le inchieste e i nostri articoli di denuncia che abbiamo pubblicato, queste cose le avrebbero scoperte ancor prima della relazione degli ispettori ministeriali. Ci chiediamo a questo punto cosa aspetti la Guardia di Finanza, in particolare il Nucleo che si occupa di finanza pubblica ad occuparsene ? Ma forse questi finanzieri sono stati troppi impegnati…. ad indagare per un anno e mezzo sul nostro quotidiano ed il nostro Direttore. Inutilmente.
Ecco il documento degli ispettori del Ministero
Relazione-Mef-2015-comune-di-taranto-conti-2010-2015 in Pdf che potete scaricare