ROMA – Beppe Grillo gioca a nascondersi nel tentativo di sfuggire alle proprie responsabilità. E lo da diverso tempo, e per la precisione almeno dal 2012. Infatti tutte le querele, denunce e cause civili per calunnia e diffamazione rimbalzano contro un sistema di scatole cinesi create proprio per sfuggire alle maglie della giustizia grazie alla confusione creata per mascherare l’effettiva titolarità del Blog.
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Grillo fautore a parole della trasparenza e dell’onestà, con i suoi avvocati che hanno “contestato la riconducibilità ad esso del blog“, come si legge nella loro difesa. ha opposto un muro al rispetto della legge e della legalità. Grillo sostiene che “non è responsabile, né gestore, né moderatore, né direttore, né provider, né titolare del dominio, del Blog, né degli account Twitter, né dei Tweet e non ha alcun potere di direzione né di controllo sul Blog, né sugli account Twitter, né sui tweet e tanto meno su ciò che ivi viene postato”.
Difficile non dare ragione a Bonifaci quando parlando del comico genovese dice: ” scrive insulti e poi finge di non sapere chi è stato? Una sola parola: vergognati, caro Beppe Grillo. La tua difesa è ridicola, se vuoi parlare a milioni di persone abbine rispetto e assumiti la responsabilità delle cose che dici e scrivi di fronte a loro e di fronte alla legge. Noi andremo fino in fondo“.
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Secondo Grillo i blog sarebbero come una community, dunque, in cui lui il capo dirige soltanto il traffico. Ma in realtà non è così. La vicenda giudiziaria che vede contrapposto l’on. Bonifaci e Grillo, non è la prima. A molmento è solo l’ultima. Da cui è emersa la questione dell’anonimato.
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Ecco il passaggio in cui la Casaleggio si nasconde anch’essa sostenendo che sostiene che il gestore dei diritti d’autore non debba rispondere di tutti i contenuti pubblicati on line sul sito.
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Terzo punto. L’aspetto sulla privacy è inquietante. Infatti cliccando sul link della pagina del leader Cinque Stelle per verificare chi è il reale “titolare del trattamento” del blog, il deus ex machina, del blog: è lui, Giuseppe detto Beppe Grillo . Ma quella titolarità Grillo in qualche modo la subdelega (illegalmente secondo noi) , alla società Casaleggio & Associati . “Titolare del trattamento ai sensi della normativa vigente è Beppe Grillo – si legge sul blog – mentre il responsabile del trattamento dei dati è Casaleggio Associati srl, con sede in Milano, Via G.Morone n.6“. Ed a questo punto come se non fosse già un grande casino, compare un terzo soggetto: l’Associazione Rousseau. che viene coinvolta nella vicenda con una confusione ai limiti della follia.
“I dati acquisiti – si legge – verranno condivisi con il “Blog delle Stelle” e, dunque, comunicati alla Associazione Rousseau, con sede in Milano, Via G. Morone n.6 (sede della Casaleggio & Associati n.d.r.) che ne è titolare e ne cura i contenuti la quale, in persona del suo Presidente pro-tempore, assume la veste di titolare del trattamento per quanto concerne l’impiego dei dati stessi“.
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Non appena è esploso il caso, Ernesto Carbone deputato “renziano “del Pd ha pubblicato via Twitter uno stralcio del documento con cui Beppe Grillo, dopo fughe, strappi e polemiche interne aveva rivendicato la sua esclusiva potestà del sito, pur concedendo una pagina interna al Movimento: “Giuseppe Grillo, in qualità di titolare effettivo del blog raggiungibile dall’indirizzo www.beppegrillo.it, nonché di titolare esclusivo del contrassegno di cui sopra, mette a disposizione della costituita Associazione la pagina del blog www.beppegrillo.it/movimento5stelle. Spettano dunque al Signor Giuseppe Grillo titolarità, gestione e tutela del contrassegno, titolarità e gestione della pagina del blog”. A leggere bene sembrerebbe la rivendicazione autografata dal diretto interessato.
I suoi avvocati, di fronte all’ennesima querela però, dicono ora che non è. Sarà quindi anche in questo un giudice – e speriamo – una volta per tutte a scoprire e rivelare chi si nasconda realmente dietro il sito di Grillo. Di colui il quale vorrebbe dare lezioni ai giornalisti italiani. Dimenticando di essere un clown da palcoscenico, che è cosa ben diversa dall’essere un comico.