di REDAZIONE CRONACHE
Un nuovo epilogo delle vicende giudiziarie che coinvolgono l’ avvocato-faccendiere siciliano Piero Amara è arrivato oggi a termine nella cittadella giudiziaria di piazzale Clodio, dove ha patteggiato ancora una volta una condanna: 6 mesi di reclusione, pena che andrà ad aggiungersi a quelle già patteggiate in altri procedimenti. Il reato contestato ad Amara questa volta il reato contestato è di natura fiscale: “bancarotta fraudolenta“. La vicenda gira intorno alla P&G Corporate srl amministrata, sulla carta, per un periodo da Davide Venezia, nei confronti del quale si procede separatamente, società che secondo gli inquirenti è in realtà riconducibile a Piero Amara e Giuseppe Calafiore, da cui discende anche il nome della società (P come Piero, G come Giuseppe) . I magistrati della Procura di Roma, dopo aver appurato il fallimento dell’azienda, e verificato i numerosi insoluti, si sono concentrati ed indirizzati sull’ipotesi di bancarotta.
Nel capo di imputazione viene contestato ad Amara e altri imputati di aver cagionato o aver concorso a cagionare “Il fallimento della società per effetto di operazioni dolose, segnatamente interponendo sistematicamente la fallita nelle fatturazioni concernenti le asserite prestazioni professionali rese dagli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore a soggetti terzi clienti, onerando di conseguenza la fallita delle imposte in relazione alle fatture emesse ed omettendo di pagare i debiti sociali per imposte e tasse per oltre 1,4 milioni di euro” . La stessa indagine aveva portato all’arresto nel 2019 di Davide Venezia.
Oltre ad Amara che si trova attualmente ristretto nel carcere di Terni, il Tribunale Penale di Roma ha approvato anche il patteggiamento a 1 anno e 4 mesi di Diego Calafiore, il fratello di Giuseppe (la cui posizione è stata stralciata), per il quale si procede separatamente. Rinviati a giudizio l’imprenditore Fabrizio Centofanti e altre due persone: il processo nei loro confronti inizierà il prossimo 7 giugno 2022.