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6 Febbraio 2025 14:49

Amministrative 2022. “Voti dei 5 Stelle imprevedibili”. Il centrosinistra prevale nei comuni medio-grandi

L’Istituto Cattaneo: pentastellati poco fedeli alle indicazioni dei leader. YouTrend: nei centri sopra 15 mila abitanti centrodestra dietro di 1 punto.

Per il M5S è un vero tracollo: nell’analisi di YouTrend il Movimento guidato da Giuseppe Conte non raggiunge il 3% ! Dai risultati definitivi delle elezioni amministrative dello scorso 12 giugno emerge un testa a testa tra le due coalizioni, con il centrosinistra leggermente avanti sul centrodestra a livello nazionale. Il Pd si conferma primo partito, seguito da Fratelli d’Italia. La Lega arretra, e tranne che a Catanzaro e a Lodi, negli altri 26 comuni capoluogo di provincia rimane sempre dietro il partito guidato da Giorgia Meloni. Soltanto Italia Viva è capace di fare peggio, se si considerano solo i capoluoghi dove è presente con il proprio simbolo, rimane ferma all’1,1%, scavalcata persino dal movimento ItalExit di Gianluigi Paragone che invece conquista l’1,3%. Con questi numeri la lista di Carlo Calenda, che riunisce Azione e Più Europa, arriva al 4,6% delle preferenze, scavalcando i 5 stelle, che sembra ogni giorno di più un movimento in fase di liquidazione o scioglimento.

Sempre basandosi sui dati analizzati dal YouTrend non è un pareggio ma quasi. La coalizione di centrodestra (FdI, Lega, Forza Italia, civiche) nel totale dei comuni con più di 15 mila abitanti arriva al 41% venendo superato dal centrosinistra (Pd, M5s, Verdi/Sinistra, civiche) che lo supera con poco più di un punto, con il 42,1%. Il Pd è al 15,7%, Verdi e Sinistra insieme al 2%, il Movimento 5Stelle al 2,2% mentre le civiche di centrosinistra mettono insieme il 20,9% e quelle di sinistra l’1,3%. Nel fronte opposto di centrodestra prevale FdI (9,4%), la Lega quasi dimezzata al 5,5%, tallonata da Forza Italia al 4,3% mentre le civiche poco meno del 22%.

Il distacco tra le due coalizioni si riduce sensibilmente nel voto nei capoluoghi di provincia: il centrodestra va al 42,3%, mezzo punto avanti rispetto al centrosinistra e i rapporti di forza tra i partiti sono sostanzialmente gli stessi. Analizzando il report di YouTrend, si constata come la metà dei comuni (con più di 15 mila abitanti) siano stati già assegnati al primo turno. Si tratta di 79 centri su 142, mentre nel 2017 erano stati 49 su 160 (meno di uno su tre). Ai candidati di centrodestra è andata la maggior parte delle vittorie al primo turno (37), mentre il centrosinistra insegue a quota 31 eletti. Il centrodestra è però anche la coalizione con più candidati che vanno al secondo turno partendo dalla maggioranza relativa (24) e quella che accede al maggior numero di ballottaggi (47). Il centrosinistra, invece, con o senza M5S, compete in 46 ballottaggi.

La Meloni supera e distanzia Salvini

Su 26 capoluoghi, FdI supera e batte la Lega in 24. In molte città il partito di Giorgia Meloni porta a casa un risultato di consensi doppio rispetto alla Lega di Matteo Salvini, come ad esempio a Palermo, Verona, Taranto, Lucca, Piacenza, Pistoia, Como, L’Aquila, Viterbo, Frosinone. La Lega prevale nella competizione interna alla coalizione di centrodestra soltanto a Catanzaro (6,4% contro il 5% di FdI) e a Lodi (9,4% a 8,3%). Forza Italia conquista la leadership del centrodestra soltanto a Palermo, Monza, Barletta ed Asti.

L’andamento dei flussi elettorali

L’Istituto Cattaneo ha analizzato i flussi elettorali fra le Europee del 2019 e i referendum di domenica in cinque città: quattro nelle quali si votava soltanto per il referendum (Torino, Firenze, Napoli e Bologna) ed una dove si andava alle urne pure per il sindaco (Palermo). Il dato più rilevante è che la propensione all’astensione è stata più alta fra chi nel 2019 ha scelto il Pd e il M5S.

A Firenze, ad esempio, si è astenuto il 67% degli elettori del centrodestra, rispetto all’85% del centrosinistra. A Torino il 76% contro il 91%. Più contenuta l’astensione a Palermo, ma con evidenti differenze fra destra (16,5%) e sinistra (44%). L’Istituto Cattaneo ha analizzato il voto anche in sei città facendo un confronto con la tornata elettorale del 2017. A Monza, dove il Movimento 5 Stelle non aveva il simbolo sulla scheda, i suoi elettori sembrano aver privilegiato l’astensione o il candidato di centrodestra che adesso è in vantaggio per il secondo turno. Analogo discorso a Genova dove il riconfermato sindaco uscente Marco Bucci ha attratto una quota di elettori di centrosinistra. A Padova la vittoria di Sergio Giordani, più che per l’apporto degli elettori 5 Stelle, sembra essere stata favorita dai voti provenienti dalla Lega. A Parma e a Catanzaro il centrosinistra ha subito perdite verso FdI. A Palermo, l’elettorato di Leoluca Orlando (sindaco uscente del centrosinistra) evidenzia dei flussi di voto identici verso Roberto Lagalla (il candidato della destra che ha vinto al primo turno) e Franco Miceli (sostenuto da Pd e M5s). Dal bacino elettorale dei 5 stelle ha prevalso l’astensione.

Il referendum naufragato

L’Istituto Cattaneo analizzando il voto al referendum, valuta che gli elettori del centrosinistra, comprendendo quelli del M5S, si sono astenuti maggiormente rispetto a quelli del centrodestra. Secondo una elaborazione di YouTrend, il terzo quesito del referendum – la separazione delle carriere dei magistrati – è stato il più votato dagli elettori del Partito democratico con il (il 14%) rispetto agli altri quattro quesiti.

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