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22 Novembre 2024 01:45

Anche l’ Istituto Superiore di Sanità coinvolto nella bonifica di Taranto

Un' iniziativa che parte dal Commissariato di Governo per la bonifica di Taranto e vede coinvolto anche l’Istituto Superiore di Sanita (Iss), l' Arma dei Carabinieri attraverso i nuclei specializzati Nas e Noe e il Comando Provinciale di Taranto, Arpa Puglia e l’Ispra.

di Francesca Lauri

L’ Istituto Superiore di Sanità collaborerà al piano integrato di monitoraggio ambientale di acqua e suolo dell’area di Taranto. Lo ha annunciato il presidente dell’Istituto Silvio Brusaferro intervenendo nel seminario sul piano di monitotaggio, svoltosi al comando Nas dei Carabinieri a Roma.

“È un momento molto importante che abbiamo costruito nel tempo – ha detto Brusaferroed io mi sono unito a questa iniziativa personalmente l’anno scorso e da quel momento abbiamo avviato una collaborazione intensa. La collaborazione è poi continuata la scorsa estate, è sfociata anche in questo accordo, che è poi una parte degli altri accordi che sono in atto per fare di Taranto un modello dove la scienza, la tecnologia, le migliori risorse del Paese, nell’ analisi dei fattori di rischio, trovano anche gli spunti e le risorse per superarli e farli diventare un’opportunità di crescita per il nostro Paese” ha aggiunto il presidente dell’Iss.

“Di questo certamente il commissario Corbelli è un’anima – ha sottolineato Brusaferroe l’Istituto Superiore di Sanita è presente, può essere presente, certamente lo sarà, in quest’opera che riguarda certamente Taranto e che può rappresentare un paradigma per il Paese”

Il Gen. Adelmo Lusi, il commissario vera Corbelli ed il Generale Maurizio Ferla

Il Generale di Divisione Adelmo Lusi del Comando Carabinieri per la Tutela della salute, nel suo intervento alla presentazione del piano di monitotaggio integrato acqua e suolo dell’area di Taranto ha detto: “Abbiamo aderito molto volentieri a questo progetto proprio per la sua importanza in un’area che che merita grande attenzione da parte delle istituzioni per riportare luoghi importanti per l’economia nazionale ad un migliore livello di qualita della vita”.

Un’ iniziativa che parte dal commissariato di Governo per la bonifica di Taranto e vede coinvolto anche l’Istituto Superiore di Sanita , l’ Arma dei Carabinieri attraverso i nuclei specializzati Nas e Noe e il Comando Provinciale di Taranto, e l’Ispra. “I Carabinieri – ha aggiunto il Generale Lusicercheranno di portate nei nei prossimi giorni, nei prossimi mesi, il proprio contributo professionale, con l’esperienza che i Nas hanno acquisito nel tempo, per migliorare se possibile il lavoro che è stato svolto”.

E’ intervenuto anche il Generale di Brigata Maurizio Ferla, comandante dei Carabinieri del Noe – Nucleo operativo ecologico: “Come Noe siamo stati pionieri per questa esperienza visto che aderiamo dal 2016. Quello di Taranto, è un territorio che purtroppo conosciamo bene e lo conoscevamo già in quanti destinatari di molte deleghe dell’autorità giudiziaria” ha detto Ferla. “Sappiamo che è un territorio molto problematico ma quello che noi abbiamo eseguito lì, sul campo, quello che abbiamo notato, non è stato niente di più e niente di meno rispetto allo scempio che possiamo osservare in varie parti del territorio nazionale”.

“Abbiamo compiuto decine di sopralluogi e visto oltre 400 siti” ha proseguito il Generale Ferla “Per ogni sito abbiamo trovato rifiuti che dimostrano la crisi del ciclo dei rifiuti che riguarda l’Italia e il Sud in particolare, tranne qualche eccezione. Si tratta di abbandoni incontrollati ma non è una caratteristica peculiare di Taranto” fornendo alcuni dati dell’attività dei Carabinieri, ha citato la scoperta di 89 siti contenenti amianto e i 5 siti sottoposti a sequestro.

Il piano integrato di monitoraggio dell’area di Taranto del Commissariato di Governo per la bonifica si basa su una intensificata rete di campionamenti e di controlli . Piano che oggi si avvia ad una ulteriore fase con gli apporti di Istituto Superiore di Sanità, del Ministero dell’Ambiente, e dell’Arma dei Carabinieri attraverso i nuclei specializzati del Noe e dei Nas, di Ispra, di Arpa Puglia .

Le aree interessate si basa sull’area SIN sito di interesse nazionale pari a 115 chilometri quadrati e sull’area di crisi ambientale di Taranto (compresi anche alcuni Comuni della provincia) per 542 chilometri quadrati , ha spiegato Vera Corbelli, commissario di Governo per la bonifica di Taranto, Aree, che sono “interessati da percorsi paralleli” con la presenza di 161 tra industrie e attivita produttive mente sono circa 400 le aree interessate da abbandono di rifiuti.

Fra le azioni di bonifica anche la rimozione dei fusti di rifiuti, molti dei quali radioattivi, dal capannone ex Cemerad, nell’area di Statte, dove, ha affermato la Corbelli, su 16mila fusti accatastati, “ne abbiamo portati via già 12mila. L’emergenza Covid ha allungato i tempi di intervento ma adesso continueremo nel liberare il sito ex Cemerad dai rifiuti presenti in modo da trasformarlo in un’area verde così come vuole il sindaco di Statte”.

Il commissario di Governo Corbelli ha poi spiegato che il monitoraggio integrato di acqua e suolo si avvarrà di 592 stazioni di controllo che avranno il compito di trasmettere una serie di dati utili. In particolare, tutti su base annua, tutta la rete di monitotaggio vede per le acque superficiali 227.760 dati, 777.813 dati per le acque sotterranee, 1.909.680 per il comparto mare, 24.136 per il comparto suolo, 6.237 per la matrice alimentare.

Il comparto mare si avvarrà di 16 piattaforme di rilevamento, 8 nel Mar Piccolo di Taranto e 8 nel Mar Grande di Taranto, 12 camere bentiche nel Mar Piccolo e 41 stazioni mobili, di cui 24 nel Mar Piccolo e 17 tra Mar Jonio e Mar Grande. “Non dobbiamo capire solo lo stato di compromissione ma anche – ha affermato il commissario di Governo, Vera Corbelli – la evoluzione degli scenari di contaminazione e quindi valutare se gli interventi efficienti, efficaci, oppure integrarli con misure struttutali o, ancora, se aiutare il sistema fisico all’autorigenetazione”.

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