ROMA – “La nostra pratica è sempre stata una pratica di confronto. Se poi si determina l’impossibilità, uno può decidere degli altri strumenti. Ma agire per ricorsi è rinunciare a una pratica negoziale che invece riteniamo fondamentale per risolvere i problemi ambientali, per determinare il piano degli investimenti e per avere risorse per l’occupazione”.
Così il segretario della Cgil, Susanna Camusso, intervenendo all’Università di Bari per un’assemblea pubblica, ha commentato il silenzio del Governo dopo l’invio degli enti locali di una proposta di accordo di programma sul siderurgico, rispondendo a chi le chiedeva se Regione Puglia e Comune di Taranto dovessero ritirare, così come chiede loro il governo, i ricorsi contro il Piano ambientale dell’Ilva, contenuto nel Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri
“Credo – ha aggiunto la Camusso – che giustamente siano in corso delle valutazioni rispetto alle proposte che sono state fatte. Così come noi continuiamo a sollecitare che si cominci a discutere concretamente dei temi dell’occupazione e delle caratteristiche di quella occupazione, e della necessità di avere la salvaguardia occupazionale per tutti, indotto compreso. Cioè per entrare in una fase che sia effettivamente quella del negoziato. Ci pare che questo continui a essere il problema fondamentale“.
Le ha replicato Emiliano, sofferente per l’attenzione che la Camusso ha concentrato di se con le sue dichiarazioni, definendo quella della leader della Cgil “una posizione inconsueta. Perché – ha detto il governatore “levantino” – in moltissimi casi noi abbiamo avuto questioni giudiziarie dove io, la Regione e i Comuni erano al fianco del sindacato. E nessuno ha mai chiesto al sindacato di ritirare un articolo 28 per chiudere un accordo“. Solo che Michele Emiliano ha dimenticato qualcosa: e cioè che i sindacati difendono gli operai, al contrario dei politici e politicanti che difendono spesso e volentieri interessi economici anche personali.
Non va dimenticato, ad esempio, che l’attuale Sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, diventato il giorno dopo la sua elezione, “adepto” della corrente di minoranza Fronte Democratico interna al PD, che fa capo a Michele Emiliano, voleva rilevare la società ILVA Trasporti Marittimi, con un consorzio di cui era presidente. Senza essere ritenuto economicamente all’altezza. E non basta dimettersi da amministratore per celare un conflitto di interessi ancor oggi presente.