MENU
9 Gennaio 2025 18:54

Ancora una volta il Csm non conosce vergogna

Al Csm i membri magistrati, con la consueta "ruota di scorta" dei laici di sinistra, prendono a fucilate la proposta di riforma, definendola senza vergogna, una svolta “autoritaria” e “illiberale”. Una cieca chiusura mentale da cui non se ne esce senza una vera riforma e bisogna attuarla al più presto per il bene proprio della gran parte della magistratura, quella sana che rappresenta degnamente il popolo italiano in nome del quale esercita la sua funzione e non il suo potere.
di Antonello de Gennaro

Il Consiglio superiore della magistratura boccia la riforma sulla separazione delle carriere e sull’istituzione di un doppio Csm e di un’Alta Corte disciplinare. Il plenum, dopo un lungo dibattito svolto nella seduta di questo pomeriggio, ha approvato a larga maggioranza – con 24 voti favorevoli – un parere nettamente critico sul ddl costituzionale attualmente all’esame dell’Aula della Camera.

E’ sempre stato quello che viene definito l’organo di autogoverno…della magistratura, quello stesso parlamentino, che attaccava Falcone e Borsellino. Giovanni Falcone, senza dubbio, fedele servitore dello Stato e della Costituzione, è stato l’avversario più temibile per la mafia siciliana poiché inventò un nuovo metodo d’indagine rimasto alla storia, e validissimo ancora oggi, con un input: “segui il denaro e troverai la mafia”. Il magistrato che oggi noi tutti ricordiamo per la sua dedizione al lavoro e il suo acume investigativo venne ostacolato e non poco, proprio dal Consiglio Superiore della Magistratura. Va ricordato ciò che disse Antonino Caponnetto: “Falcone soffriva per le polemiche laceranti sul suo conto specie quando provenivano da suoi colleghi, molti dei quali riteneva amici”.

Il Csm è sempre stato divisivo. Un organismo che divide i partiti politici, l’opinione pubblica, la magistratura stessa, difendendo spesso e volentieri magistrati che andrebbero cacciati. Dopo il regime fascista, i Costituenti vollero che la Giustizia fosse amministrata in nome del Popolo italiano e i giudici fossero soggetti soltanto alla legge. Fu così che venne istituito l’organo di autogoverno dei magistrati che doveva servire per regolamentare i concorsi, le assegnazioni, i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti disciplinari. Questo era, ed è, il suo ruolo “costituente”. Il Csm in realtà continua a venire meno ai suoi doveri quando non compie scelte autonome e indipendenti e cioè quando a decidere, non è libero, ma manipolato e filodiretto dal potere delle correnti.

Comportamento che continua ancora oggi a mettere in crisi lo Stato di diritto. Una crisi simile, se non peggiore, a quella che quest’organo pubblico sta attraversando oggi, iniziò nel 1988 allorquando il Csm doveva nominare al posto di Antonino Caponnetto il nuovo Consigliere istruttore presso il Tribunale ordinario di Palermo. L’erede naturale per esperienza e per capacità, Giovanni Falcone partecipò alla selezione. Il Csm “lottizzato” (ieri come ancora oggi….) gli preferisce un magistrato anziano prossimo alla pensione. E non si limitò qui. Il Csm diede ancora il suo meglio (in peggio !) quando deve essere nominato il primo procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia organo nato un’idea e un progetto di Giovanni Falcone che finalmente vide la luce…

Vi concorsero due magistrati e il Csm umiliando Falcone ancora una volta, nominò il concorrente. Il ministro Guardasigilli di allora, Claudio Martelli, si oppose sollevando il conflitto tra organi dello Stato e non ratificò la nomina. Persino la Corte Costituzionale dette ragione al ministro, ma nel frattempo la mafia fece saltare in aria la macchina blindata di Falcone. Mentre accadeva tutto questo la selezione si è riaperta e si candidò Paolo Borsellino e mentre all’interno del Csm le correnti polemizzavano e si creano gruppi di potere cercando nuovi candidati da contrapporgli, la mafia uccise anche l’altro nemico giurato: Borsellino.

Questo era il Csm delle correnti e questo stesso è rimasto fini ai nostri giorni. Queste manipolazioni nella magistratura non esisterebbero se non ci fossero magistrati purtroppo disposti a qualsiasi cosa per la carriera. Una cieca chiusura mentale da cui non se ne esce senza una vera riforma e bisogna attuarla al più presto per il bene proprio della gran parte della magistratura, quella sana che rappresenta degnamente il popolo italiano in nome del quale esercita la sua funzione e non il suo potere.

Al Csm i membri magistrati, con la consueta “ruota di scorta” dei laici di sinistra, prendono a fucilate la proposta di riforma, definendola senza vergogna, una svolta “autoritaria” e “illiberale”. Un parere con il quale la stessa norma istitutiva ha investito l’organo sulle riforme, non è vincolante e soprattutto rappresenta una delle tante anomalie nel sistema che regola la divisione dei poteri in Italia, un Paese in cui da oltre trent’anni ogni pubblico ministero che detenga sulla sua scrivania un fascicolo per dei fatti rilevanti, soprattutto se “politici“, viene omaggiato e riverito trattato come una star da telegiornali e talk . È un vero potere “autocelebrativo“, che ad ogni singolo magistrato non è per niente scomodo.

Palazzo dei Marescialli, sede del CSM

Il Consiglio superiore della magistratura , a lungo definito organo “di autogoverno” delle toghe benché ne siano componenti anche i “laici” (in minoranza), è diventato da subito un estensione della politica, con le correnti interne che si muovono come “partitini-corrente” utilizzando il linguaggio e le abitudini che sono proprie della politica, i litigi, gli accordi e le spartizioni sottobanco. Un “salottino” dove le toghe si prendono la possibilità di manifestare opinioni e giudizi persino sulle proposte di legge in discussione alle Camere, trasformando questo organismo, che tecnicamente dovrebbe essere esclusivamente “burocratico-amministrativo“, in una sorta di Camera-occulta. I cui pareri, nonostante non pongono alcun vincolo sull’attività legislativa, nei fatti assumono un grande peso politico, anche perché la corporazione dei magistrati ha due colossali alleati, divenuti sempre più allineati, buona parte dell’informazione schierata ed i partiti della sinistra.

Una rappresentativa politica indebolita ed impoverita, sempre divisa al proprio interno che non è stata capace fino a oggi di contrapporsi ad una corporazione, una vera e propria “casta” così compatta, pur nelle diverse correnti politiche, che vuole difendere a tutti i costi con con i denti e le unghie, il potere che conquistato in questi lunghi decenni. Separare le carriere dei magistrati e separare i Csm per annullare le anomalie italiane, liberando il giudice dalla zavorra, restituendo la sovranità al Parlamento , che giova ricordare, viene eletto dal popolo, rimettendo ordine nella divisione tra i poteri.







TAGS

Sostieni ilcorrieredelgiorno.it: il tuo contributo è fondamentale

Il tuo sostegno ci aiuta a garantire la nostra informazione libera ed indipendente e ci consente di continuare a fornire un giornalismo online al servizio dei lettori, senza padroni e padrini. Il tuo contributo è fondamentale per la nostra libertà.

Grazie, Antonello de Gennaro

Articoli Correlati

Csm: Albamonte, come fare carriera in magistratura senza esperienza specifica grazie all' Anm
Il pm De Pasquale condannato per i trucchi sull'Eni indaga ancora per gli stessi reati. Il Csm tace
Il "centro" va rispettato e su politica internazionale può fare differenza
Francia, il populismo assedia i palazzi della politica
Mariotto lo stilista dimenticato che alza le palette a Ballando con le Stelle
M5S: "La politica si vendica quasi sempre di chi la maltratta"
Cerca
Archivi
Vaccaro nuovo procuratore generale di Lecce
Blitz antidroga delle Fiamme Gialle a Roma. 27 arrestati nel quartiere “Laurentino 38”
Ancora una volta il Csm non conosce vergogna
Aereo dei "servizi" atterrato a Ciampino, Cecilia Sala è tornata in Italia
Bari, neonato morto in culla termica a parroco e manutentore indagati per omicidio colposo

Cerca nel sito