Oggi il Gip del Tribunale di Taranto, dr.ssa Vilma Gilli, lo stesso giudice che ha condotto le udienze preliminari per il noto “processo Ilva- Ambiente Svenduto“, ha revocato con propria ordinanza la misura cautelare nei confronti del nostro Direttore, assistito brillantemene dagli avvocati Giuseppe Campanelli del foro di Roma e Gianluca Pierotti del foro di Roma, che era stata disposta in precedenza dal suo collega, il Gip dr. Tommasino su richiesta dei pubblici ministeri Cannarile e Lo Palco con il divieto di “avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla p.o. e segnatamente quello di dimora in Taranto, Via Massari 8, nonché quello ove la stessa p.o. presta la propria attività lavorativa e nelle zone immediatamente adiacenti, mantenendo una fascia di rispetto di almeno cinquecento metri., misura questa che faceva seguito alla misura interdittiva disposta sempre dal Gip Tommasino in precedenza, e successivamente annullata (e quindi revocata) dal Tribunale del Riesame (giudice relatore dr.ssa Elvia Di Roma, giudice a latere dr. Giovanni Caroli) presieduto dal giudice dr. Michele Petrangelo , che per ironia della sorte è il giudice del processo ILVA in corso.
Ad onor del vero va riconosciuto al dr. Tommasino l’onesta intellettuale di aver respinto la richiesta di arresto formulata dai pm Cannarile e Lopalco nei confronti del nostro Direttore, calpestando la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che all’art. 10 sancisce il fondamentale principio della libertà di manifestazione del pensiero statuendo che “ogni persona ha diritto alla libertà di espressione”, diritto questo che ricomprende: “la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza ingerenza alcuna da parte delle Autorità pubbliche senza riguardo alla nazionalità”.
La Corte europea di Strasburgo ha già condannato l’Italia per aver violato il diritto alla libertà d’espressione di un giornalista (Maurizio Belpietro, all’epoca dei fatti Direttore Responsabile del quotidiano Libero) e per questa ragione, lo Stato dovette versare al direttore di Libero 10mila euro per danni morali e 5mila per le spese processuali. E presto questa stessa Corte, a cui si stanno per rivolgere i nostri legali, sarà chiamata a decidere anche sulle vicende del nostro Direttore Antonello de Gennaro
Ancora una volta la Giustizia vera cioè quella indipendente esercitata con il Codice e le Leggi in mano, ha prevalso anche a Taranto. Adesso così come auspicavamo l’arrivo di un nuovo Procuratore capo come il dr. Capristo, cioè di un Procuratore con la “P” maiuscola in tutti i sensi, non aspettiamo altro che scadano gli ultimi 100 giorni per qualcuno che dovrà presto fare le valigie ed andare a servire lo Stato altrove, lontano da Taranto, dove ne siamo certi quasi nessuno avvertirà la sua mancanza.