di Paolo Campanelli
Il terrorista jihadista Anis Amri, che a Berlino lanciando un tir nel mercatino di Natale ha provocato 12 morti, è stato ucciso dopo un conflitto a fuoco con la Polizia di Stato, ed è stato identificato grazie impronte digitali e dalle dimensioni della faccia. Era arrivato in Italia, a Sesto San Giovanni. Che si tratti dell’ attentatore di Berlino, lo conferma “senza ombra di dubbio” il ministro dell’Interno Marco Minniti, e prima di lui, lo hanno accertato gli esperti dell’antiterrorismo della Digos di Milano.
Cercava un nascondiglio? Armi ? Aveva una rete? Sono queste queste domande a cui adesso dovranno trovare una risposta gli esperti dell’antiterrorismo italiani. “La cosa può portare anche a sviluppi futuri” aggiunge, il ministro Minniti.
Tutto è avvenuto tra le tre e le quattro del mattino. Una macchina della Polizia in turno di pattuglia passando per caso dalla piazza Primo Maggio proprio davanti alla stazione dei treni, a Sesto San Giovanni, nell’adiacente hinterland milanese . Hanno notato un uomo, origini maghrebine, che camminava con uno zaino sulle spalle. Quindi come spesso succede , i poliziotti hanno deciso di fare un controllo. Quindi tutto assolutamente ordinario, ed assolutamente casuale.
La volante della Polizia si ferma, scendono i due poliziotti che senza immaginare chi possa essere si avvicinano all’uomo e come sempre chiedono i documenti . L’uomo si leva lo zainetto che portava sulle spalle, lo appoggia a terra. Gli agenti si aspettavano che prendesse i documenti. Ma invece tira fuori una pistola, probabilmente la stessa calibro 22 con cui ha ucciso l’autista polacco del Tir a Berlino, e comincia a sparare. Venendo ucciso dai colpi degli agenti della Polizia italiana. per i quali però ci sono molte cose che non quadrano. Come mai un balordo, sorpreso in piena notte, reagisce in una maniera tanto violenta? Addirittura sparando, e secondo le ricostruzioni, pronunciando la parola simbolo dei terroristi islamici: “Allah akbar“. Infatti se fosse stato uno dei tanti spacciatori che frequentano la zona non si sarebbe mai comportato in una maniera del genere. La perquisizione dello zaino racconta delle cose che allarmano immediatamente la Polizia: all’interno trovano prodotti tedeschi, non ci sono documenti, quei documenti lasciati sul camion nero lanciato contro la folla del mercatino di Natale a Berlino. Ma gli investigatori hanno un sospetto e decidono di prendere le impronte digitali. Dopo poche ore arriva la conferma: è proprio lui, il killer di Berlino.
Anis Amri steso sull’asfalto, morto dopo inutili tentativi di rianimarlo attestati dalla presenza di flebo al braccio e di un tubicino per l’ossigeno in bocca: le immagini del tunisino , il killer di Berlino , caduto sotto il fuoco di una pattuglia della polizia mostrano alcune ferite da proiettili nella parte destra del costato. I sanitari gli hanno evidentemente aperto la felpa nera che indossava per prestargli le prime cure che si sono però rivelate inutili.
L’arma. Gli investigatori dell’ Antiterrorismo italiano, stanno lavorando in queste per accertare se la pistola con cui l’uomo ha sparato contro gli agenti della Polizia di Stato fosse la stessa arma utilizzata in Germania per rubare il camion con cui è stato compiuto l’attentato a Berlino. Sulla sparatoria di Sesto San Giovanni, sta lavorando per competenza territoriale la procura di Monza, che nelle prossime ore dovrà trasferire gli atti a chi indaga sulla presenza del terrorista in Italia, prima e dopo l’attentato tedesco.
Gli accertamenti. Il riconoscimento del cadavere è stato effettuato grazie ai dati delle dimensioni del volto ed alla successivo rilevazione delle impronte digitali. Il terrorista aveva in tasca alcuni biglietti delle ferrovie francesi, che hanno consentito agli investigatori di poter di ricostruire il percorso di fuga che aveva compiuto. L’uomo aveva viaggiato in treno da Chambery un paesone di 50 mila anime capoluogo della Savoia, arrivando a Torino. Da cui aveva raggiunto la stazione Milano Garibaldi dove è arrivato all’una di notte. Quindi, dalla stazione milanese si è spostato con un treno regionale a Sesto San Giovanni, dove ha incrociato gli agenti in pattuglia intorno alle tre di notte del locale commissariato di Polizia.
Un poliziotto ferito. L’agente di polizia che è stato ferito dal terrorista nel conflitto a fuoco, si chiama Christian Movio, agente scelto 36 anni, e presta servizio presso il Commissariato di Polizia di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano.
Attualmente è ricoverato all’ospedale di Monza con un proiettile conficcato in una spalla. per il quale dovrà essere operato, ma per fortuna le sue condizioni sono buone e non destano preoccupazioni. Il terrorista Anis Amri, è stato ucciso dai colpi sparati da Luca Scatà, 29 anni, un agente in prova al Commissariato di zona.
Il ministro dell’ Interno : “L’Italia sia orgogliosa”. ha detto il ministro Minniti in conferenza stampa, confermando che la persona uccisa è “senza ombra di dubbio Amri“. “Ringrazio gli agenti che lo hanno fermato, permettendo agli italiani di passare un Natale sereno. Adeguare un livello adeguato di sicurezza non è semplice, ma noi ci stiamo riuscendo. In Italia esiste un livello elevato di controllo del territorio che consente, nell’imminenza dell’ingresso di un uomo in fuga perchè ricercato, di identificarlo e neutralizzarlo. Questo vuol dire che c’è un sistema di sicurezza che funziona. L’Italia sia orgogliosa”.
Il Ministro si è soffermato a parlare dei due agenti di Polizia. “Guardiamo a questi due ragazzi come persone straordinarie, di giovanissima età, che facendo semplicemente il loro dovere hanno reso un servizio straordinario alla comunità. Penso sinceramente di poter interpretare il sentimento del nostro Paese nel dire loro che l’Italia è a loro grata” ha concluso. Il ministro ha poi reso noto di aver parlato all’agente ferito in ospedale. “È una persona straordinaria, l’ho ringraziato per la professionalità dimostrata insieme al suo collega”», ha aggiunto. “Gli ho trasmesso la mia gratitudine personale e gli ho fatto gli auguri di una pronta guarigione. Nei prossimi giorni andrò personalmente ad abbracciarlo. Gli ho anche fatto gli auguri di Buon Natale, dicendogli che grazie a persone come lui gli italiani potranno fare un Natale ancora più felice“.
La soddisfazione del premier Gentiloni “L’attenzione resta massima, le minacce non vanno sottovalutate ma quanto avvenuto stanotte dimostra ai cittadini che l’Italia c’è, lo Stato c’è”. Il premier Paolo Gentiloni si è congratulato con tutto il dispositivo di sicurezza dopo l’uccisione del terrorista Anis Amri a Sesto San Giovani: “L’Italia è fiera delle sue forze di sicurezza”. lanciando un avvertimento: “Un Paese lacerato è meno sicuro”. “Per l’operazione di stanotte – ha proseguito Gentiloni – voglio ringraziare Polizia, Carabinieri, Finanza, Forze armate, Intelligence, cioè gli uomini e le donne dei nostri apparati di sicurezza. Una gratitudine speciale va al giovane agente in prova Cristian Movio rimasto ferito e al suo collega Luca Scatà, agenti che hanno mostrato coraggio e capacità professionali notevoli”.
“Amri scheggia impazzita, possibili altri attentati” “Questa scheggia impazzita se fosse stato lasciato libero di continuare la sua latitanza probabilmente avrebbe potuto compiere qualche altro attentato” ha detto in conferenza stampa il Questore di Milano Antonio De Iesu, che ha spiegato come il killer di Berlino sia stato ucciso con due colpi di pistola e sottolineato “l’importanza del lavoro degli agenti delle Volanti che svolgono un lavoro delicato, oscuro e rischioso“. “Non amo definirli eroi, non sono eroi, sono dei buoni poliziotti che alle tre di notte stavano espletando il loro lavoro” ha aggiunto il QuestoreDe Iesu parlando dei due agenti intervenuti a Sesto “Nel controllo del territorio i nostri uomini espletano una funzione delicatissima perché quando fermano un’auto per un controllo non sanno mai a cosa vanno incontro. Dobbiamo capire perché questa persona fosse a Sesto San Giovanni” ha detto ribadendo che le indagini sono in corso “Questa operazione ha un effetto positivo e molto importante in termini di deterrenza”.
La notizia ha fatto subito il giro del mondo venendo ripresa e rilanciata dalla stampa internazionale e con grande enfasi dalla stampa tedesca. “Grati all’Italia, la morte di Amri è un sollievo“. il commento del Ministro dell’ Interno tedesco De Maizière. Arrivano da Berlino i ringraziamenti alle forze dell’ordine e alle autorità italiane dopo l’operazione di polizia a Sesto San Giovanni in cui è rimasto ucciso il killer di Berlino.