L’ atletica italiana si aspettava una medaglia dalla 20 km di marcia femminile ai mondiali di Pechino costituiva la più grande speranza di medaglia della squadra azzurra ma alla fine si è trasformata nella delusione più grande, ad eccezione di un inatteso 5° posto (1h29’34”) conquistato dalla marciatrice Antonella Palmisano, 24enne di Mottola (TA) allenata adesso a Roma da Patrizio Parcesepe, dopo essere stata scoperta da Tommaso Gentile che ha realizzato dal nulla e da solo in questo piccolo comune in provincia di Taranto una vera scuola della marcia levando tanti ragazzi dalla strada a cui ha dato delle speranze.
La Palmisano, atleta che corre per le Fiamme Gialle (il gruppo sportivo della Guardia di Finanza) era in dubbio fino all’ultimo per un’infiammazione al tibiale, e ieri non aveva partecipato parte alla conferenza stampa di presentazione della squadra azzurra in gara nella giornata di mercoledì, ha deciso con il suo allenatore Patrizio Parcese e d’accordo con lo staff tecnico di partecipare.
“Al traguardo ho pianto, questo quinto posto non mi sembra vero. Sento che questo quinto posto ha fatto nascere un’altra Antonella, quella che spero potrà far vedere grandi cose nel 2016, l’anno dell’Olimpiade di Rio“. Antonella Palmisano non riesce a nascondere la propria soddisfazione e gioia per l’ottimo piazzamento, avendo raggiunto questo importante traguardo nonostante una condizione fisica non ottimale.
“A causa di una infiammazione al tibiale destro ho passato le ultime due settimane a correre senza poter marciare“, racconta al Corriere del Giorno la marciatrice pugliese. “Ma se ho deciso di salire sull’aereo per Pechino è perché dentro di me, dopo tutto il lavoro fatto, non volevo rinunciare a questo Mondiale. In Cina ho passato più tempo in fisioterapia che a marciare ed è stata durissima. Il terzo giorno sarei quasi voluta tornare a casa, ma ho stretto i denti come in gara. Viste le premesse mi sarei potuta fermare dopo due chilometri. Il mio allenatore Patrizio Parcesepe sul percorso mi urlava di crederci ed è quello che ho fatto. Dal primo all’ultimo metro. Ora quasi non cammino più“
L’atleta delle Fiamme Gialle ha quindi commentato la squalifica delle azzurre Rigaudo e Giorgi. “Mi dispiace moltissimo per loro. Elisa Rigaudo è la mia compagna di allenamento, e so quanto ci tenesse e quanto aveva lavorato per arrivare qui. Quando è stata squalificata sono riuscita a passarle accanto e darle un pacca sulla spalla e lei ha iniziato ad incitarmi. Un’atleta con la sua carriera non meritava una cosa del genere“.