Il direttore de Gennaro assistito egregiamente dall’ avv. Giuseppe Campanelli del Foro di Roma ( a sinistra nella foto), venne denunciato nel 2008 accusato per un’asserita diffamazione e tentata estorsione, con delle fantomatiche avances di natura sessuale che avrebbe effettuato secondo l’accusa, nei confronti della showgirl televisiva Cecilia Capriotti coinvolta nell’inchiesta “Vallettopoli” in cui fu rinviata a giudizio dal pm Henry JohnWoodcock e dal Gip dr. Iannuzzi del Tribunale di Potenza per “concorso in associazione a delinquere a scopo estorsivo insieme a Lele Mora e Fabrizio Corona” .
Il processo a carico del nostro direttore, durato oltre 5 anni, ha visto sfilare in Tribunale a Roma, come “testi” della difesa di deGennaro, il pm Henry John Woodcock, l’alto dirigente della Polizia di Stato Questore Giobbi , l’ ex direttore di RAIDUE ora presidente di RAI PUBBLICITA‘ Antonio Marano, l’ex direttore di RAISPORT Fabrizio Maffei, il Presidente dell’ ENDEMOL-gruppo Mediaset Paolo Bassetti ecc.
Il processo si è concluso ieri con l’assoluzione richiesta dal Pm di udienza a fronte delle gravi accuse rivolte a de Gennaro, ed ha trovato piena condivisione nella decisione del giudice dr. Romano della 5a Sezione Penale del Tribunale di Roma, che ha giudicato e fatto prevalere l’innocenza piena e totale di Antonello deGennaro assolvendolo ai sensi dell’ art. 530 “per non aver commesso il fatto” e “perchè il fatto non sussiste“, decisione questa del giudice che ha prevalso persino sulla intervenuta ed imminente prescrizione di alcuni reati addebitati ingiustamente al nostro Direttore.
“Ho sempre avuto fiducia nella giustizia – dice de Gennaro – e creduto sin dalla prima udienza che la verità sarebbe venuta a galla, avendo piena fiducia al corso della giustizia, sopratutto quella giusta, lontana da pressioni, condizionamenti ambientali. Sono molto felice di essere stato assolto nel merito, senza dovermi arrampicare nella prescrizione”.
“Oggi – aggiunge de Gennaro – si è messa la parola fine ad una vicenda inesistente, che qualche avvoltoio a Taranto aveva pensato e cercato di utilizzare a mio danno. Ora ne risponderà in sede penale e civile, e dovrà risarcirmi delle diffamazioni ed aggressioni mediatiche che ho subito negli ultimi due anni da gentaglia frustrata e fallita socialmente, umanamente ed anche professionalmente.”