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5 Novembre 2024 01:23

Anziano torturato dal branco a Manduria. Oggi due minorenni sul banco degli imputati davanti al giudice

I due ragazzi ancora minorenni di 16 e 17 anni, vengono chiamati a rispondere dei reati di violazione di domicilio, lesioni personali, percosse, molestie, furto, sequestro di persona e tortura, questo il reato più pesante di tutti, aggravato dalla sopraggiunta morte del pensionato  capo di imputazione quest'ultimo per il quale rischiano una condanna a trent'anni di reclusione.

TARANTO – Si sono aperte oggi le porte del tribunale dei minorenni  per due dei sedici indagati, tre dei quali diventati da qualche giorno maggiorenni, i quali saranno sottoposti al giudizio immediato chiesto dal capo della Procura per i minori, dr.ssa Antonella Pina Montanaro e concessa dalla giudice Paola Morelli. L’inchiesta sugli “orfanelli“, il branco dei ragazzini di Manduria accusati di divertirsi in branco a picchiare, umiliare e vessare con insulti e violenze il povero 65enne Antonio Cosimo Stano, morto il 23 aprile dopo 18 giorni di ricovero e dura agonia in ospedale.  Entra oggi nella fase processuale

I due ragazzi ancora minorenni di 16 e 17 anni assistiti dagli avvocati Dario Blandamura e Piergiovanni Lupo, vengono chiamati a rispondere dei reati di violazione di domicilio, lesioni personali, percosse, molestie, furto, sequestro di persona e tortura, questo il reato più pesante di tutti, aggravato dalla sopraggiunta morte del pensionato  capo di imputazione quest’ultimo per il quale rischiano una condanna a trent’anni di reclusione.

Uno dei due imputati è il giovanissimo “protagonista” del video shock più odioso sulle violenze inferte al povero pensionato, fra quelli fatti circolare nelle chat. Si tratta del video, girato con un telefono,  che immortala il disabile 65enne che dopo essere stato avvicinato con la falsa promessa della stretta di mano viene colpito violentemente da un ceffone. Un video che con folle orgoglio il giovane manduriano esibì alla sua insegnante la quale, spaventatasi, informò immediatamente dell’accaduto la direzione dell’istituto scolastico e quindi, attraverso i canali ufficiali, i servizi sociali del Comune di Manduria.

Il procuratore dei minori Montanaro e quello ordinario Capristo

I due avvocati difensori che hanno già assistito i rispettivi assistiti durante gli interrogatori, sono stati gli unici a non formulare richiesta di rito abbreviato preferendo sottoposti al giudizio immediato che si celebra soltanto quando la pubblica accusa (cioè la Procura competente) pensa di essere in possesso di elementi sufficienti per poter chiedere la condanna degli imputati. Gli altri minorenni componenti della banda degli “orfanelli” hanno invece optato per il rito alternativo breve condizionato alla presentazione di una contro perizia medico legale che dovrebbe smontare quella del consulente delle due procure interessate, cioè quella ordinaria guidata dal dr. Carlo Maria Capristo e quella per i minorenni guidata dalla dr.ssa Antonella Pina Montanaro.

Per loro sono state fissate le udienze preliminari il 24 settembre per gli undici minori ed il 16 ottobre per i tre maggiorenni Gregorio Lamusta, Vincenzo Mazza ed Antonio Spadavecchia. Nella prima udienza gli indagati dovranno comparire davanti al Gup Bina Santella del Tribunale dei Minori mentre quella di ottobre sarà presieduta dal Gup Vilma Gilli del Tribunale ordinario.  I tre maggiorenni alla sbarra saranno .

L’ aula delle udienze dibattimentale del Tribunale dei Minorenni di  Taranto

Gli avvocati delle rispettive difese proveranno a smontare soprattutto il reato della tortura seguita dalla morte della vittima che è quello che comporta la condanna più pesante e rischiosa, e punteranno tutto sulla perizia del medico legale Massimo Brunetti che era già presente all’esame autoptico su Stano, e del Prof. Rosario Sacco, ordinario di clinica chirurgica dell’Università di Catanzaro.

La loro conclusione è del tutto opposta invece a quella del consulente della Procura, il medico legale barese Liliana Innamorato, che ha sostenuto nella sua perizia che l’ulcera perforata di Antonio Cosimo Stano, che ne ha causato la morte  è la conseguenza diretta dello stato di terrore che viveva per le violenze ripetutamente subite dal branco degli “orfanelli“. Invece la controperizia della difesa, sostiene che non sarebbero scevri da responsabilità i medici che hanno tenuto in cura il pensionato nei giorni di ricovero in ospedale, arrivando ad accusarli pesantemente, affermando che  “è ragionevole ritenere che i tre interventi chirurgici avvenuti in successione, il 16 aprile, il 19 aprile, e il 20 aprile, siano stati certamente non solo inutili ma fondamentale dannosi ed abbiano contribuito in modo significativo all’evoluzione infausta del caso“.

il funerale di Antonio Cosimo Stano

La decisione ai giudici augurandoci che sia fatta giustizia e non venga ulteriormente calpestata la dignità del povero Stano anche da morto. Nelle scorse settimane abbiamo appreso che il genitore di qualcuno di questi piccoli delinquenti si sia rivolto al Garante della Privacy contestando il nostro operato. Evidentemente chi l’ha consigliati conosce poco o male la normativa che abbiamo puntualmente rispettato. Ed infatti non abbiamo ricevuto alcuna sanzione. A loro un piccolo consiglio: pensate a rieducare i vostri figli. Non ne siete stati capaci.

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