ROMA – Al voto oggi per le primarie del partito il popolo dem chiamato ad esprimersi nella sfida fra l’ex premier Renzi, il guardasigilli Orlando ed il governatore della Puglia Emiliano. Si vota in 10 mila gazebo e seggi in tutta Italia, dalle 8 alle 20, resta l’incognita affluenza: il partito spera in almeno un milione di partecipanti.
Nel 2013 furono quasi tre milioni. “Le primarie restituiscono potere ai cittadini” è l’appello di Renzi, che rivendica la capacità del Pd di “discutere, partecipare, votare“. “Non si decide solo chi guiderà il Pd, si decide anche tra centrosinistra o un’alleanza con Berlusconi‘, aggiunge Orlando. Puntuali i soliti proclami privi di sostanza di Emiliano per il quale “non è detto che Renzi vinca” promettendo che, se anche l’ex premier dovesse vincere, gli renderà dura la strada. Anche se le sue sono solo affermazioni di facciata non avendo alcuna possibilità di vittoria, ma solo affermazioni mediatiche.
Per votare bisogna presentare documento d’identità e tessera elettorale. Chi non è iscritto al Pd deve anche versare un contributo minimo di 2 euro. Hanno l’obbligo di registrarsi on-line i ragazzi tra i 16 e i 18 anni, gli studenti e i lavoratori fuori sede e coloro che domenica non si troveranno nel loro Comune di residenza. Gli stranieri possono votare se con permesso di soggiorno o richiesta di rinnovo, esibendolo con la carta di identità. Possibile anche il voto on line, a patto di essersi registrati prima. Per votare si potrà barrare il nome della lista del candidato a segretario nazionale che si intende sostenere.
Aperti gli ottomila gazebo, mentre la campagna si è chiusa con ironia. “Ciao Matteo, che fine hai fatto? Non so se ti ricordi, ci sono le primarie, anche se il Pd non le ha pubblicizzate per niente – ironizza Andrea Orlando nell’ultimo giorno della campagna -. Dai, vieni a votare anche tu”. Si decide oggi il nuovo segretario dem con un’assise organizzata in fretta e furia, che è andata avanti senza sussulti. Le uniche polemiche sembrano destinate ad arrivare da Napoli, dove la direzione nazionale del Partito Democratico ha deciso di inviare come “osservatore speciale” il renziano Ernesto Carbone. Più che osservare, godrà di potere assoluto sui seggi, compreso quello di chiuderli immediatamente in presenza di eventuali irregolarità o situazioni sospette.
Nell’ultimo mese vi sono stati pochi acuti, e pressochè nessun colpo basso. Orlando ha provato ad animare le ultime ore prima del voto solo il Guardasigilli, aprendo alle elezioni anticipate: “Se dopo le primarie si farà una nuova legge elettorale – rilancia dai microfoni di Radio Radicale – si può anche non arrivare al 2018. Senza riforma, si finisce a fare il governo con Berlusconi“. Tutto ciò non trova d’accordo l’ex premier Renzi che gli replica: “È un’accusa che mi fa un po’ ridere, la larga coalizione con Berlusconi l’hanno fata quelli del No al referendum“.
E’ noto a tutti che sarà proprio Palazzo Chigi ad avvertire le tensioni del giorno dopo. Infatti il premier Paolo Gentiloni si è speso pubblicamente per Matteo Renzi. Una posizione chiara ed espressa alla luce del sole come fa notare che Maria Elena Boschi : “Ha fatto bene a non nascondere la sua vicinanza”. I problemi, in realtà, per la durata del Governo in carica potrebbero arrivare proprio dal leader di Rignano, che non ha rinunciato alla tentazione di elezioni politiche nel 2017. Ma per adesso Renzi incita alla partecipazione. “Sta accadendo una cosa semplice: vogliono togliervi le primarie – sostiene l’ex-premier -. Dicono che se solo un milione andrà a votare, sarà un flop. Ignorano che un milione di persone sono una forza strepitosa“. E proprio per agevolare l’affluenza, a Milano si potrà votare anche in alcuni bar, pizzerie e gelaterie.
L’ex-premier ha già fissato appuntamento per lunedì 8 maggio a Milano, mentre si sta lavorando su un altro con le rispettive mogli, che dovrebbe avvenire una decina di giorni dopo, in Toscana. Matteo Renzi ci si è dedicato nelle settimane scorse, tra un impegno e l’altro di campagna per le primarie. Augurandosi che saranno i primi incontri internazionali da segretario rieletto del Pd: in particolare con l’ex presidente americano Barack Obama, al suo primo tour in Europa dopo l’uscita dalla Casa Bianca.
Oggi però Matteo Renzi, l’ex segretario ricandidato cercherà di vincere le primarie del Partito Democratico, proiettandosi ai primi appuntamenti da “leader” riconfermato.