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18 Dicembre 2024 04:30

Appello di Mattarella alle istituzioni: “Armonia e massima convergenza”

Sergio Mattarella ha deciso di lanciare un forte appello per trovare “armonia e massima convergenza“. In poche parole, unità. Con l’invito a non dividerci almeno su tali questioni strategiche. Il ragionamento del capo dello Stato, è proiettato sul futuro, anche se riconosce che ci sarebbe bisogno in un momento simile di “condividere la speranza” invece “della preoccupazione“

Al centro del messaggio che il Presidente della Repubblica ha lanciato alle Alte cariche dello Stato convocate al Quirinale per il rituale scambio di auguri, il timore che si faccia largo “la tentazione di un progressivo svuotamento del potere pubblico… fino a intaccare la stessa idea di Stato per come l’abbiamo codificata e conosciuta”. Gli sembrano il segno premonitore di un processo di cui misuriamo già gli effetti in una diffusa smania di destrutturare le società occidentali. Quasi che questo fosse il rimedio di ogni guaio. Infatti, dice, “si insinua nelle nostre opinioni pubbliche il dubbio che il potere democratico sia debole, inefficiente, lento, inadeguato a governare realtà in veloce evoluzione. O che sia addirittura un fattore penalizzante nella competizione con sistemi non democratici”.

Dinnanzi al pericolo di un così subdolo esproprio di democrazia,  Sergio Mattarella ha deciso di lanciare un forte appello per trovare “armonia e massima convergenza“. In poche parole, unità. Con l’invito a non dividerci almeno su tali questioni strategiche. Il ragionamento del capo dello Stato, è proiettato sul futuro, anche se riconosce che ci sarebbe bisogno in un momento simile di “condividere la speranza” invece “della preoccupazione“. Non vede alternative, dopo che gli ultimi fuochi di guerra stanno facendo “prevalere ovunque il conflitto e dilagare l’odio, mentre le istituzioni sovranazionali appaiono indeboliteIl ragionamento di Mattarella ha origine quindi dai “danni” che lo smottamento emotivo cominciato con l’Ucraina e proseguito con il dramma del Medio Oriente sta producendo. Una deriva che fa dubitare che il motto ciceroniano sulla “storia maestra di vita oggi non venga ascoltato”. Eppure, dice esortativo, “non possiamo tornare indietro e rassegnarci al disordine e al conflitto permanente“.

“Si registra ovunque un fenomeno di evidente polarizzazione, che tocca tanti aspetti della nostra convivenza”. Si chiudono gli spazi del dialogo e della mediazione. Collaborare e condividere è sempre più arduo. E Mattarella sottolinea che “questo non riguarda solo la politica, ma la precede e va molto oltre, e tocca ambiti sociali, economici, culturali, persino etici”. Basterebbe pensare ai dissidi sui cambiamenti climatici e sulle politiche ambientali. O alle prove di forza sul “valore della scienza e della ricerca, che ci ha dato i vaccini, ora culminate perfino in violenze. Conseguenze di un uso distorto e irresponsabile dei social media… talvolta strumenti perversi di condizionamento acritico e travisamento della realtà”.

Le “faglie di rottura sono molte, e toccano ambiti differenti”. E secondo Mattarella hanno a che fare con “la concentrazione in pochissime mani di enormi capitali e del potere tecnologico“. Pochi soggetti, i cosiddetti Over the Top, sottolinea, “non uno soltanto come ci si azzarda a dire, che guadagnano ben più di 500 volte la retribuzione di un operaio o di un impiegato”. Grandi società “che dettano le loro condizioni ai mercati — al di sopra dei confini e dell’autorità degli Stati — e tendono a sottrarsi a qualsiasi regolamentazione, a cominciare dagli obblighi fiscali. Si persegue la ricchezza come fine a sé stessa, mezzo per glissare qualunque effettiva responsabilità pubblica“.

Il presidente Mattarella inserisce su questo snodo il rischio di veder “intaccata la stessa idea di Stato, fondato sul monopolio dell’uso della forza e della moneta”. Pilastri democratici posti in dubbio da una futuribile “rivatizzazione del potere pubblico, dall’iniziativa di potenze finanziarie private, capaci di sfidare le prerogative statuali anche su quei fronti”. Secondo Mattarellal’unico argine agli usurpatori di sovranità sta nel consolidamento delle istituzioni democratiche”. Non per caso invita tutti ad “amare la democrazia e prendersene cura“. Ciò che compete in particolare “a chi ha responsabilità istituzionali”, puntualizza, avendo di fronte tutti i vertici dello Stato. E qui l’allusione è all’”interesse nazionale“, al bene comune. Obiettivi di lungo periodo, da perseguire con “un impegno che va oltre le maggioranze e le opposizioni di turno”. Con il senso del dovere e il rispetto dei limiti richiesti a tutti.

Discorso-Mattarella-autorita







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