ROMA – ArcelorMittal ha presentato ricorso al Tar Puglia per l’annullamento del decreto del Ministero dell’Ambiente del 27 maggio causato dall’ istanza del Sindaco di Taranto chiedeva di avviare il riesame dell’Aia sulla base dei rapporti di valutazione del danno sanitario elaborati da Arpa Puglia e Asl Taranto, a seguito della quale ha “disposto il riesame dell’autorizzazione integrata ambientale (per lo stabilimento siderurgico di Taranto, ndr) di cui al Dpcm del 29 settembre 2017, al fine di introdurre eventuali condizioni aggiuntive motivate da ragioni sanitarie“.
Il Comune di Taranto ha ricevuto nei giorni scorsi la notifica del ricorso al Tar Puglia da parte della società ArcelorMittal Italia “per l’annullamento del decreto ministeriale recante ad oggetto il riesame dell’Aia di cui al Dpcm del 29 settembre 2017″ per lo stabilimento siderurgico di Taranto.
Il decreto disponeva il riesame dell’Aia per lo stabilimento siderurgico di Taranto del 29 settembre 2017. Veniva riaperto quindi l’autorizzazione “al fine di introdurre eventuali condizioni aggiuntive motivate da ragioni sanitarie“.
Riapertura dell’Aia richiesta, come si ricorderà, con istanza del 21 maggio scorso del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci a seguito delle relazioni sanitarie di Arpa Puglia ed Asl Taranto, che era stata accolta dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Ed ancora una volta Melucci e Michele Emiliano, governatore della Regione Puglia, si ritrovano uniti, con quest’ultimo che annuncia un ricorso ad opponendum al tar per affiancare il ritrovato “fido” Melucci.
Il Sindaco Melucci ancora una volta ha perso un’occasione buona per tacere, dichiarando: “Non bastavano tutta la confusione, tutti gli errori, tutte le mancanze, tutti gli incidenti di questi mesi: ora il gestore ci fa comprendere che non ha alcun interesse per il futuro di Taranto e lo fa ricorrendo alle aule di tribunale. Messaggio chiaro. Questo è lo schiaffo più grande“. Aggiungendo “Sono stato tra quelli che si era adoperato per una convivenza civile e sostenibile, nel suo ruolo istituzionale e di responsabilità. Evidentemente qualcuno ha pensato che a Ferragosto fosse possibile l’ennesimo saccheggio e l’ulteriore presa in giro di questa città“.
Resta da capire per quale motivo Melucci ed Emiliano si sentano liberi di fare ricorso al TAR (ed addirittura contro Palazzo Chigi) , come avvenuto in passato, ed Arcelor Mittal Italia, che vede cambiare in corso le condizioni oggetto della gara internazionale che si è aggiudicata per la gestione dello stabilimento ILVA di Taranto, non possa e debba ricorrere a sua volta dinnanzi al Tribunale Amministrativo Regionale.
In realtà il sindaco di Taranto Melucci si è contraddistinto sinora esclusivamente per andare in giro con il cappello in mano a chiedere contributi pubblicitari alle grandi aziende (Arcelor Mittal, Eni, Tempa Rossa) per raccattare qualche soldo e far campare i pennivendoli e scribacchini locali con le sue “mancette” ( o meglio, “markette“) pubblicitarie, pur di avere la stampa locale dalla sua parte.
Evidentemente nessuna “staffista” del cuore o “faccendiere” della sua corte dei miracoli gli ha spiegato che per aggiudicarsi la locazione e gestione dello stabilimento siderurgico di Taranto, Arcelor Mittal Italia ha vinto una gara europea, e sinora ha rispettato tutti le scadenze ambientali previste, come verificato dai sindacati e dalle varie ispezioni avvenute, comprese quelle del vicepremier Di Maio.
Vedere un ex-agente marittimo come Rinaldo Melucci attaccare e criticare più grande gruppo al mondo nella produzione dell’acciaio, che peraltro si avvale di studi legali di livello internazionale, ci fa sorridere, sopratutto dopo aver letto il suo curriculum ed analizzato in un recentissimo passato i bilanci delle sue società sotto la sua gestione contraddistinta dal profondo rosso !