a cura della Redazione Economia
Esplode la “bomba” su Taranto. Come aveva previsto chi scrive, ed in tempi non sospetti , ArcelorMittal ha deciso di restituire l’ ILVA allo Stato italiano. A poco più di un anno dall’arrivo in Italia, la multinazionale franco-indiana ha notificato ai commissari e ai sindacati la volontà di ritirarsi
Con un tweet pubblicato alle 05:42 del mattino di ieri la filiale italiana della multinazionale franco indiana ArcelorMittal ha reso noto di aver notificato ai commissari straordinari dell’ILVA in Amministrazione Straordinaria la volontà di rescindere l’accordo per l’affitto con acquisizione delle attività di ILVA Spa e di alcune controllate acquisite secondo l’accordo chiuso il 31 ottobre.
In occasione del G20 di Osaka il premier Giuseppe Conte si espresse sull’ immunità penale garantita ai commissari di ILVA definendola “un privilegio” aggiungendo che come tale “il Parlamento, che è sovrano, lo ha eliminato”. Affermazioni che hanno probabilmente contribuito ad indurre ufficialmente ArcelorMittal a prendere la decisione di abbandonare le proprie attività in Italia.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella molto preoccupato per la decisione degli indiani, che mette a rischio più di un punto di Pil e oltre ventimila posti di lavoro, si è sentito più volte con il premier Conte, auspicando e sollecitando la massima attenzione al “dossier” ribadendo , secondo fonti del Quirinale, che la continuità aziendale non può essere messa in discussione. È in gioco una grande filiera produttiva ed è in gioco anche il destino del governo più rissoso che si sia mai visto in Italia negli ultimi 20 anni.
Nella lettera di ArcelorMittal viene fatto un esplicito riferimento alle difficoltà legate all’incertezza giuridica, conseguente allo stop allo scudo penale fortemente voluto ed imposto dal M5S, ed anche operativa a seguito delle decisioni adottate ancora una volta dai giudici di Taranto. Nella lettera si legge che Arcelor Mittal “ha chiesto ai Commissari straordinari di assumersi la responsabilità delle attività di Ilva e dei dipendenti entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione”.
lettera ARCELOR MITTALArcelorMittal spiega inoltre che il contratto prevede che, nel caso in cui un nuovo provvedimento legislativo incida sul piano ambientale dello stabilimento di Taranto in misura tale da rendere impossibile la sua gestione o l’attuazione del piano industriale, la società ha il diritto contrattuale di recedere dallo stesso contratto. Nella nota si ricordano, tra le motivazioni che hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa, la cancellazione dello scudo legale per la società e i provvedimenti emessi dal Tribunale Penale di Taranto che obbligano i commissari straordinari di ILVA in A.S. a completare talune prescrizioni entro il 13 dicembre 2019, “termine che gli stessi commissari hanno ritenuto impossibile da rispettare”. “Altri gravi eventi, indipendenti dalla volontà della Società – prosegue l’azienda – hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa che ne ha ulteriormente e significativamente compromesso la capacità di effettuare necessari interventi presso Ilva e di gestire lo stabilimento di Taranto”.
ArcelorMittal Italia in una sua lettera scritta ai dipendenti spiega che “sarà necessario attuare un piano di ordinata sospensione di tutte le attività produttive a cominciare dall’area a caldo dello stabilimento di Taranto, che è la più esposta ai rischi derivanti dall’assenza di protezioni legali”. Coinvolti tutti i reparti e le aree operative che “saranno progressivamente sospese, tenendo presente che l’obiettivo di queste azioni è di mantenere tutti gli impianti in efficienza e pronti per un loro riavvio produttivo”.
Immediate le reazioni politiche. Matteo Salvini ha chiesto al Governo di riferire con urgenza in Parlamento. “Se il Governo tasse, sbarchi, e manette farà scappare anche i proprietari dell’Ilva, mettendo a rischio il lavoro di decine di migliaia di operai e il futuro industriale del Paese sarà un disastro, e le dimissioni sarebbero l’unica risposta possibile. La Lega chiede che Conte venga a riferire urgentemente in Parlamento” afferma il leader della Lega. Il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari, aggiunge: “Come temevamo, ci sono riusciti. Hanno fatto chiudere l’Ilva. Questo governo, con la sua ideologia di decrescita, è un flagello per l’economia e i lavoratori italiani”.
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, si dice “molto preoccupata: dobbiamo fare molta attenzione ad uno Stato che non mantiene i suoi impegni. Uno Stato che vuole mantenere gli investimenti deve anche mantenere quegli impegni altrimenti da noi non investe più nessuno”.
Di “colpo mortale all’industria dell’acciaio italiano” parla Annamaria Bernini presidente dei senatori di Forza Italia, , secondo cui “l’obiettivo strategico del Movimento 5 Stelle di trasformare Taranto in un cimitero industriale è stato quindi centrato, e quanto sta accadendo è un’autentica vergogna nazionale, una tragedia per l’occupazione e per lo sviluppo”.
“Vorrei solo dire a chi ha votato contro lo ‘scudo penale’ Ilva – Pd, M5S e Italia Viva– siete degli irresponsabili. Avete distrutto il lavoro di anni e mandato via dal Sud un investitore da 4,2 mld, per i vostri giochini politici da 4 soldi” scrive Carlo Calenda, ex-ministro dello Sviluppo Economico, su Twitter.
Il ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova (che era il vice ministro di Calenda) , chiede alla multinazionale Arcelor Mittal di “recedere dai propositi annunciati” e chiede “a Conte e a Patuanelli un’azione immediata che troverà in me e in Italia Viva totale sostegno perché non accada l’irreparabile e si possa riaprire, esattamente come aveva già garantito Patuanelli e come io stessa avevo sollecitato, un tavolo sgombro da minacce di qualsiasi natura”. Per Matteo Renzi, “la decisione di Mittal di disimpegnarsi da Taranto è inaccettabile. Il Governo deve da subito togliere alla proprietà ogni alibi eliminando gli autogol come quello sulla immunità voluto dal vecchio governo e sul quale avevamo messo in guardia il Ministro Patuanelli”.
Seriamente molto preoccupati i sindacati, che accusano il Governo per la fuga di ArcelorMittal da Taranto . La segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, chiama in causa la “responsabilità del Governo e della politica”, perché “siamo davanti ad un vero disastro industriale, sociale ed ambientale”. Il segretario nazionale della Fim Cisl Marco Bentivogli aggiunge: “Un capolavoro di incompetenza e pavidità politica: non disinnescare bomba ambientale e unire bomba sociale” . Secondo Francesca Re David, segretaria generale della Fiom-Cgil, su Taranto “il comportamento del Governo è contraddittorio è inaccettabile: con il Conte 1 ha introdotto la tutela penale parallela agli investimenti e con il Conte 2 ha cancellato la stessa norma dando all’azienda l’alibi per arrivare a questa decisione. L’incontro con il Governo, che chiediamo da settimane, diventa ormai urgentissimo”. Rocco Palombella, segretario generale Uilm, aggiunge commentando la notizia come “drammatica”, anche se “era nell’aria, ce l’aspettavamo dopo le ultime decisioni del governo e del Parlamento. Nessuna azienda è in grado di produrre in un contesto difficile, in un clima pesante avendo tutti contro, dal Governo alla Regione Puglia fino al Comune di Taranto”