ROMA – Grazie alla pubblicazione in Gazzetta di un Decreto Legge che modifica il cosiddetto “Decreto Crescita” voluto dall’ex-ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio che imprudentemente aveva eliminato la tutela legale in attesa dell’attuazione del piano ambientale per lo stabilimento di Taranto, ora di proprietà di ArcelorMittal, è stata evitata la chiusura dello stabilimento dell’ex Ilva. Dopo la sua pubblicazione, il Decreto Legge entra in vigore immediatamente, anche se la sua permanenza nell’ordinamento è soggetta a ratifica da parte del Parlamento entro 60 giorni.
Il decreto “per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali”, con le norme per l’ex Ilva di Taranto, adesso porta la firma anche del Presidente della Repubblica . Approvato salvo intese lo scorso 6 agosto era stato bloccato dalla crisi di governo, risolta negli stessi minuti della firma di Mattarella, il testo composto da 16 articoli era stato inviato giovedì scorso dal Ministero dello Sviluppo alla Presidenza del Consiglio che a sua volta l’ha girato agli altri ministeri per il necessario concerto con la richiesta di “comunicare con ogni possibile celerità eventuali osservazioni, comunque non oltre le ore 13 di lunedì 2”. I ministeri destinatari del provvedimento, non hanno rilevato criticità e quindi il testo è andato alla firma al Quirinale.
Nel nuovo decreto è prevista la reintroduzione per il siderurgico di Taranto delle tutele di immunità penale “a scadenza” che erano state eliminate del tutto nel decreto Crescita e avrebbero avuto effetti da domani venerdì 6 settembre, lasciando “scoperta” ArcelorMittal, aveva comunicato l’intenzione, di conseguenza di disimpegnarsi nel caso in cui la situazione non fosse stata risolta e quindi il Governo era tornato sui propri passi, smentendo l’ennesima decisione-farsa di Di Maio, collegando lo ‘scudo’ penale all’attuazione del piano ambientale.
In pratica ArcelorMittal sarà coperta fino alla data prevista per completare l’ammodernamento impianto per impianto, restando senza tutela esclusivamente per eventuali incidenti sul lavoro e per danni alla salute.
Il Gruppo ArcelorMittal ha accolto favorevolmente il nuovo decreto del governo sull’immunità penale e rende che lo stabilimento di Taranto continuerà ad essere funzionante anche dopo il 6 settembre. Per Matthieu Jehl, Ceo di di ArcelorMittal Italia, “il nuovo decreto legge significa che, almeno per il momento, siamo in grado di continuare a gestire lo stabilimento di Taranto oltre il 6 settembre, pur continuando a valutarne l’impatto potenziale. Ora dobbiamo affrontare la questione dello spegnimento che è stato ingiunto per l’altoforno numero due. I commissari straordinari dell’ Ilva AS, hanno presentato al Tribunale di Taranto una nuova istanza. Mi auguro che si trovi una soluzione per continuare a far funzionare i tre altiforni indispensabili per la sostenibilità a lungo termine dello stabilimento di Taranto“.
“Colgo l’occasione per ringraziare – conclude Jehl – tutti i nostri dipendenti che continuano a gestire l’impianto e a produrre l’acciaio presente in molti aspetti delle nostre vite quotidiane e nelle infrastrutture italiane“.