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22 Novembre 2024 07:07

Arpa Puglia definisce “impropri” i dati di Peacelink

Per l'Agenzia regionale l'aumento "spacciato" dalla pseudo associazione ambientalista di Marescotti non è stato calcolato su fattori omogenei. Come abbiamo sostenuto sempre noi del CORRIERE DEL GIORNO, certa gente non va neanche presa in considerazione. Ed i fatti ci danno ragione

TARANTO – Come volevasi dimostrare i dati “spacciati” ai soliti giornalisti creduloni tarantini, non sono credibili. Arpa Puglia definisce il confronto fatto dall’associazione ambientalista Peacelink sui valori sia sull’incremento – indicato del +160% – della concentrazione di benzene nel quartiere Tamburi di Taranto, vicino l’ex stabilimento siderurgico Ilva fra due mesi del 2018 e del 2019  improprio dal punto di vista tecnico-scientifico” . Cioè non attendibili.

Da un documento sui “Dati di monitoraggio della qualità dell’aria a Taranto rilevati dalla rete ex Ilva – 2018-2019”  riferito alla pubblicazione effettuata da Peacelink di una tabella sugli incrementi di inquinanti rilevati dalla centralina nell’area Cokeria, l’Arpa Puglia ha precisato che il termine di paragone effettuato  fra i bimestri gennaio-febbraio del 2018 e del 2019 è “improprio in quanto diversi fattori possono concorrere alla variabilità delle concentrazioni (condizioni meteo diffusive, emissioni, condizioni di esercizio, ecc.), che sono peraltro registrate con frequenza giornaliera“.

il “professorino” di liceo Marescotti (Peacelink)

Secondo i tecnici di Arpa Puglia, che hanno sicuramente più competenza dei quattro “ciarlatani” di Peacelink tutti privi di alcuna competenza tecnica o scientifica,  un raffronto “ben fondato tecnicamente deve considerare serie storiche significative e mettere in relazione le concentrazioni rilevate con le concomitanti condizioni meteo diffusive (direzione e velocità del vento, turbolenza dell’atmosfera) e con le corrispondenti emissioni delle sostanze monitorate, e quindi con le condizioni di esercizio dell’impianto. Le medie, o mediane, determinate in un periodo più ristretto di un anno (come i due mesi di gennaio e febbraio) costituiscono un intervallo temporale molto limitato, e i confronti possono essere così fortemente influenzati da variabilità meteoclimatiche o altri fattori di breve periodo“.

Risulta, tuttora, rilevante il contributo delle emissioni di inquinanti da parte dell’impianto siderurgico nelle concentrazioni rilevate nei quartieri limitrofi all’area industriale, in particolare durante i cosiddetti ‘wind-days’; il rispetto dei limiti normativi europei della qualità dell’aria, nelle stesse zone, non garantisce in alcun modo l’assenza di effetti lesivi sulla salute della popolazione“ conclude l’ Arpa Puglia.

 

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