Ieri mattina è giunta nel porto di Taranto una nave mercantile battente bandiera danese con circa 200 immigrati, tutti di provenienza centro africana, che lo scorso 4 maggio erano stati salvati mentre a bordo di un barcone salpato dalle coste libiche cercavano di raggiungere l’Italia. Durante il corso delle procedure di accoglienza e di identificazione, gli agenti della Squadra Mobile, riuscivano a contattare un cittadino nigeriano che mostrandosi collaborativo iniziava a raccontare la sua lunga odissea iniziata nei primi mesi del 2014 lungo il confine del NIGER e terminata alcuni giorni fa lungo le coste libiche.
Dal suo racconto si apprendeva, che dopo numerosi trasferimenti a bordo di autocarri giungeva in terra libica e veniva condotto in piccolo paese che affaccia sul mare a circa due ore di auto da Tripoli. Durante i cinque giorni di permanenza in quella località in compagnia di circa un migliaio di persone in attesa, come lui, della traversata verso le coste italiana, l’uomo notava la presenza di una coppia la quale aveva palesemente in gestione il traffico di immigrati ed che si occupava di riscuotere materialmente tutto il denaro versato dai presenti in attesa del loro “viaggio della speranza”.
La sera del 2 maggio intorno alle 23 circa 200 persone scelte tra quelle che stazionavano in quella località di mare, venivano fatte salire a bordo di un gommone per la traversata. Nell’occasione l’imbarcazione era condotta da due dei giovani clandestini istruiti per l’occasione dall’organizzazione criminale. Il cittadino nigeriano, nel corso della sua collaborazione dichiarava inoltre di aver visto la donna che si preoccupava di raccogliere il denaro e che di fatto sembrava gestire i vari viaggi, salire a bordo del gommone. A seguito di queste ultime dichiarazioni si riusciva ad identificare quest’ultima che nel frattempo era stata accompagnata presso la Questura di Bari per l’identificazione ed il successivo accompagnamento in un centro di accoglienza di quella provincia.
Così gli Agenti della Squadra Mobile rintracciavano la donna, una 24 enne di nazionalità nigeriana, che accompagnata in serata negli Uffici della Questura tarantina veniva riconosciuta senza ombra di dubbio dal testimone. Pertanto dopo aver accertato la sue responsabilità, la donna veniva sottoposta a fermo di P.G. e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente veniva accompagnata presso la locale Casa Circondariale.