Un’altra donna è stata arrestata per aver aiutato il boss Matteo Messina Denaro nella sua latitanza. Questa mattina, gli investigatori del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e del Ros dei Carabinieri , hanno arrestato, in provincia di Trapani una insegnante Floriana Calcagno,, indagata, in concorso, per favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, aggravati dall’essere stati commessi al fine di avvantaggiare l’associazione mafiosa Cosa nostra. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip di Palermo su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Palermo diretta da Maurizio de Lucia . La donna è legata da stretti vincoli di parentela al boss di Campobello di Mazara Francesco Luppino, storico uomo di “fiducia” di Messina Denaro.
Qualche giorno dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, la professoressa Calcagno, docente di matematica all’istituto superiore Ruggiero D’Altavilla di Mazara del Vallo, si era presentata alla procura di Palermo dichiarando di avere intrattenuto una relazione sentimentale con quell’uomo visto in televisione. “Lo incontrai per caso in un supermercato, fu lui a farsi avanti dicendo di chiamarsi Francesco Salsi — dichiarò a verbale — disse pure che era un medico anestesista in pensione“.
Lo scorso 17 gennaio la professoressa Calcagno venne interrogata in procura, in qualità di indagata, per le ipotesi di reato di favoreggiamento aggravato e di procurata inosservanza della pena, queste le contestazioni mosse dal procuratore aggiunto Paolo Guido, dai sostituti Pierangelo Padova, Gianluca De Leo e Bruno Brucoli. In quella circostanza, l’indagata si è avvalsa della facoltà di non rispondere. L’inchiesta ha svelato che la protagonista di questa storia non è proprio un’insospettabile:, infatti Floriana Calcagno è sposata con Paolo De Santo, considerato l’anello di collegamento tra Calogero Luppino (imprenditore leader nel settore delle scommesse on line) e il boss di Campobello, Franco Luppino, del quale la Calcagno è nipote.
Tabulati telefonici e traffici di celle, immagini di videosorveglianza, raccolte durante le indagini, hanno svelato il ruolo attivo svolto dalla Calcagno, fra qualche giorno compirà 50 anni, nelle ultimi fasi della latitanza di Messina Denaro. Secondo i magistrati, la donna avrebbe fornito all’allora boss latitante “sostegno logistico, aiuto e supporto morale e materiale nel territorio di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Tre Fontane e in altre località della provincia di Trapani, al fine di soddisfarne anche le primarie esigenze personali, assicurandogli attraverso un sistema di staffetta e scorta con la propria autovettura, la possibilità di spostarsi in modo riservato sul territorio e di non essere catturato dalle forze dell’ordine“.
Perquisizioni sono in corso nella provincia di Trapani, con il supporto dei reparti Prevenzione crimine della polizia e di personale dello Squadrone eliportato Cacciatori Sicilia dei carabinieri