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21 Novembre 2024 22:05

Arrestati dai Carabinieri due sovraintendenti della Polizia Provinciale di Taranto. I nomi

I due poliziotti provinciali (ora dipendono dalla Regione Puglia) sono stati arrestati per concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità e per truffa aggravata nei confronti dell’Ente di appartenenza.

Carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Manduria (Taranto) hanno dato esecuzione nella mattinata odierna, ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità e per truffa aggravata, emessa a carico di Antonio (detto Antonello) Marinelli e di Antonio Carrieri della provincia di jonica, entrambi Sovrintendenti in forza alla Polizia Provinciale di Taranto. L’ordinanza è stata emessa dal GIP del Tribunale di Taranto, dott.ssa Patrizia Todisco, in seguito ad un indagine diretta dal Sostituto Procuratore, dott. Maurizio Carbone della Procura di Taranto , che ha coordinato i militari dell’Arma messapica.

CdG arresto-carabinieriLe indagini hanno avuto inizio nel mese di agosto 2013, quando emergeva che i due componenti di una pattuglia della Polizia Provinciale di Taranto, durante un controllo alla circolazione stradale, eseguito sulla S.P. 123, a pochi chilometri dal comune di Pulsano (Ta), in cambio di una banconota da €. 50,00, occultata all’interno della carta di circolazione, omettevano di contravvenzionare il conducente di un autocarro sprovvisto della patente tipo “C” necessaria per guidarlo. I militari operanti, all’esito di preliminari accertamenti, appuravano che il personale in servizio in quel tratto di strada, si identificava negli odierni arrestati, che erano preposti a servizio di perlustrazione del territorio in uniforme ed a bordo di autovettura della Polizia Provinciale.

CdG polizia provinciale Marinelli
nella foto Antonio (Antonello) Marinelli uno degli arrestati della Polizia Provinciale 

Le investigazioni, effettuate con i metodi tradizionali, cioè attraverso l’esecuzione di servizi di appostamento, controllo e pedinamento; successivi accertamenti documentali e controlli amministrativi in materia di edilizia ed urbanistica, sono stati eseguiti anche con la collaborazione della Polizia Municipale di Martina Franca, e l’immancabile esame di tabulati telefonici ed attività tecnica di intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno consentito di accertare e comprovare ulteriori condotte delittuose per le quali i due Sovrintendenti  sono ora accusati.

Carrieri PoliziaProvinciale Taranto
nella foto Antonio Carrieri uno degli arrestati della Polizia Provinciale

I Carabinieri nel corso delle indagini, hanno rilevato che il “modus operandi” dei due era consolidato ed ampiamente collaudato. Infatti gli stessi, abusando della qualità e dei poteri di appartenenti alla Polizia Provinciale, durante controlli alla circolazione stradale e verifiche in materia di edilizia, avrebbero posto in essere una serie di omissioni ed abusi nei confronti di utenti della strada e/o piccoli imprenditori.

nella foto il Pm Maurizio Carbone
nella foto il Pm Maurizio Carbone della Procura di Taranto

Da quanto emerso nel corso delle indagini, gli arrestati, durante i controlli alla circolazione stradale, in cambio dell’omessa rilevazione di violazioni al Codice della Strada, avrebbero indotto gli utenti sottoposti a controllo a consegnare o promettere loro denaro o beni tra cui carne, pesce, frutti di mare, frutta ed olio, a seconda di quanto era nella materiale disponibilità dei malcapitati. Durante un controllo ad un cantiere edile in agro di Martina Franca, dove erano in corso lavori di ristrutturazione di un immobile in assenza di licenza edilizia, i due avrebbero indotto il proprietario, nonché titolare di un ristorante, a organizzare “gratuitamente” presso la propria sala ricevimenti il pranzo per il festeggiamento del battesimo della figlia di uno di loro in cambio della mancata contestazione dell’abuso edilizio.

In un’altra circostanza, i due pubblici ufficiali avrebbero addirittura indotto il proprietario di un immobile a promettere loro la somma di €. 1.000,00, suddivisa in due buste, per omettere di redigere il verbale di contestazione per abuso edilizio. Inoltre, durante una verifica presso una pescheria del litorale jonico, con la minaccia di un’ispezione con esiti sfavorevoli, avrebbero indotto il proprietario a consegnare un ingente quantitativo di pesce fresco.

nella foto Pietro Marzolla
nella foto Pietro Marzolla uno degli indagati della Polizia Provinciale

Dalle indagini emergeva l’oculatezza che caratterizzava i soggetti durante l’attività illecita, in quanto in alcuni casi osservavano attentamente il territorio per verificare l’eventuale presenza di telecamere. In altra circostanza, invece, i predetti non si preoccupavano neanche della presenza di pattuglie di altre Forze di Polizia nelle vicinanze del luogo in cui avveniva la “dazione illecita”. In un caso poi “ammonivano” una delle loro vittime che si sarebbe vantata in giro dei loro “favori”. Nel prosieguo delle indagini, sono stati raccolti indizi di colpevolezza a carico dei due Sovrintendenti anche per “truffa aggravata” ai danni della Provincia di Taranto; in particolare i due, mediante artifizi e raggiri consistiti nell’aver falsamente siglato il foglio di presenza con l’indicazione dell’orario di uscita ed entrata, si sarebbero allontanati dal posto di lavoro senza giustificato motivo e, dopo aver attraversato il ponte girevole di Taranto, avrebbero parcheggiato l’autovettura di servizio, salendo a bordo di una barca a vela per farsi un giro su un natante.

nella foto Fabio Gentile
nella foto Fabio Gentile uno degli indagati della Polizia Provinciale

Nell’ambito del procedimento sono indagati ulteriori due Sovrintendenti della Polizia Provinciale di Taranto, Pietro Marzolla e Fabio Gentile accusati di truffa aggravata a carico della Provincia di Taranto. In dettaglio, gli stessi, in concorso tra loro, avrebbero falsamente attestato, su apposito registro, la reciproca presenza in ufficio non rispondente al vero anche quando si allontanavano dal proprio posto di lavoro durante il normale orario di servizio, senza giustificato motivo, per dedicarsi ad attività personali o di puro svago. Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati condotti presso le rispettive abitazioni per essere sottoposti agli arresti domiciliari.

Le indagini continuano e sono previsti degli sviluppi a carico di altri indagati.

Ecco come i quotidiani locali (NON) hanno fornito le generalità degli arrestati

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