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16 Luglio 2024 15:51
16 Luglio 2024 15:51

Arrestati dieci operatori per torture, violenze e maltrattamenti nel centro della Croce Rossa di Roma.

L'indagine sul Centro di educazione motoria nasce da una denuncia della Cri capitolina

È uno scenario allucinante quello che emerge dall’inchiesta dei Carabinieri del nucleo investigativo di Roma di via dei Selvi, che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliare, su delega della procura di Roma, nei confronti di dieci operatori socio sanitari, cinque dei quali gravemente indiziati del reato di tortura gli altri cinque gravemente indiziati del reato di maltrattamenti nei confronti di persone a loro affidate per ragioni di cura, vigilanza e custodia. Tutti reati aggravati dalla qualifica di incaricati di pubblico servizio. Per uno degli indagati è stato inoltre ipotizzato il reato di violenza sessuale per aver palpeggiato un paziente.

L’indagine nasce dalla denuncia presentata dai vertici della Croce Rossa di Roma ai Carabinieri nell’aprile 2023, con la quale veniva segnalato che un utente della struttura presentava una vistosa ecchimosi al volto compatibile con delle percosse. Ad insospettire i responsabili del centro è stato il fatto che una delle vittime aveva vistosi lividi sul volto. Per chi indaga, che ha fatto scattare subito le indagini con accertamenti tecnici ma anche la raccolta di numerose testimonianze, nel complesso c’erano “costanti maltrattamenti e condotte vessatorie“.

Gli investigatori non usano mezzi termini: “Era una galleria degli orrori”. Perché nel Cem il Centro di Educazione Motoria, gestito dalla Croce Rossa italiana, i pazienti erano costretti a subire torture, maltrattamenti, violenze e umiliazioni. Gli operatori socio sanitari del Cem avrebbero inflitto ripetute violenze ai danni di due pazienti affetti da gravi patologie psico-fisiche: pugni, schiaffi e tirate di capelli. Attraverso una serie di attività tecniche, acquisizioni documentali ed escussioni testimoniali, gli inquirenti hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati, facendo emergere costanti maltrattamenti e condotte vessatorie nei confronti di due pazienti ricoverati presso la struttura sanitaria.

Nell’ordinanza cautelare del Gip si legge: “Le modalità della condotta di quella che il pubblico ministero ha adeguatamente definito con una galleria degli orrori – così – fornisce la “misura” dell’indole di ciascuno degli indagati, che hanno non soltanto esercitato una violenza costante e inaudita su persone del tutto incapaci di reagire, ma hanno accompagnato le loro azioni inqualificabili con parole di scherno, che hanno stigmatizzato, mediante la derisione, proprio i deficit mentali da cui le persone offese risultano affette”.

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