Alle prime ore di oggi, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Taranto, coadiuvati nella fase esecutiva ed operativa dai militari delle Compagnie Carabinieri di Manduria, Martina Franca, Taranto e Subiaco, e con il supporto di un elicottero del 6° Elinucleo Carabinieri di Bari Palese e di unità cinofile antidroga ed antiesplosivo del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno, hanno dato esecuzione, a 9 provvedimenti cautelari in carcere emessi dal GIP del Tribunale di Taranto dr.ssa Valeria Inchiesta, su richiesta del Sost. Procuratore della Repubblica di Taranto dr.ssa Daniela Putignano, effettuati nei comuni di Pulsano, San Giorgio Jonico, Monteparano, Taranto e Roma, che sono stati illustrati in una conferenza stampa alla presenza del procuratore capo Franco Sebastio e del T. Colonnello Giovanni Tamborrino.
Gli arrestati a seguito delle laboriose indagini dei Carabinieri sono stati ritenuti responsabili, a vario titolo, di una serie di reati accertati negli anni 2013 e 2014, tutti commessi in questa provincia. In particolare, ai primi cinque viene contestato di appartenere ad un’associazione a delinquere diretta da Anselmo Venere finalizzata alla commissione di numerosi attentati incendiari ed esplosivi di immobili ed automezzi appartenenti a privati ed esponenti politici, estorsioni consumate e tentate, detenzione illegale per fini di spaccio di sostanze stupefacenti, rapine a mano armata, detenzione di armi e materiale esplodente e ricettazione di autoveicoli.
Le indagini effettuate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Taranto e coordinate dalla Procura jonica, sono iniziate nel mese di ottobre 2013 , ed hanno consentito di accertare l’esistenza di un organigramma criminale particolarmente agguerrito, con epicentro nel comune di Pulsano e propaggini nei paesi limitrofi, capeggiato da Anselmo Venere il quale, per portare a compimento le sue progettualità criminali di egemonia di quel settore – con grave allarme sociale per la comunità pulsanese, scossa a più riprese da boati in piena notte e da numerosi incendi di autoveicoli – si è servito di gregari anche tratti dal proprio ambiente familiare, ovvero dei nipoti Ermes Venere e Nicola Casucci,, del cugino Francesco Paolo Venere, detto “Pelè” e del fidato amico Salvatore Scalone.
Gli arrestati non avevano sinora esitato ad effettuare estorsioni a carico di esercenti attività commerciali della litoranea salentina pulsanese; a “piazzare” ordigni esplosivi ed infiammabili all’interno di 4 immobili, di cui 3 esercizi commerciali della litoranea colpiti rispettivamente il 18 marzo, il 16 aprile ed il 19 maggio 2014 e 7 autovetture appartenenti a privati cittadini, operatori commerciali e rappresentanti delle istituzioni locali, quali il vice sindaco di Pulsano con delega all’Ambiente e Attività Produttive, nonché all’Assessore alla solidarietà sociale del medesimo ente locale.
Nel contesto dell’attività investigativa sono state accertate anche due rapine: la prima risalente al 2010 avvenuta a Pulsano e la seconda a San Giorgio Jonico nel 2014. I cinque della “banda”” sono stati accusati anche di avere messo in piedi una fitta rete di spaccio di stupefacenti, approvvigionandosi di hashish e cocaina da diversi canali, individuati in quello di Talsano facente riferimento a Franco Benedetto Russo , già sodale del gruppo di Aldo Catapano ed in quello di Monteparano facente rifermento all’ “accoppiata” composta da Antonio La Cava e Pietro Grossi, accusati quindi di cessione e per questo sono stati arrestati tutti e tre .
Dai meticolosi accertamenti e dall’attività di intercettazione telefonica ed ambientale dei Carabinieri sono emersi gravi indizi di colpevolezza nei confronti del sodalizio relativamente a numerosi episodi criminosi, particolarmente destabilizzanti per l’ordine pubblico e la percezione di sicurezza nella comunità pulsanese, in particolare, come detto, una decina di attentati incendiari ed anche dinamitardi tra i quali l’incendio doloso dell’autovettura di proprietà’ del Vicesindaco del Comune di Pulsano con delega all’Ambiente e alle Attività Produttive, occorso il 15 febbraio 2014 in quel centro, dopo che un ordigno rudimentale, collocato pochi minuti prima, non aveva ottenuto il risultato voluto; l’incendio di automezzo di proprietà’ della ditta “Lombardi Ecologia”, incaricata della raccolta di rifiuti solidi urbani nel comune di Pulsano, occorso il 19 febbraio 2014 nel deposito dell’indicata azienda; dell’incendio dell’autovettura dell’Assessore alla Solidarietà Sociale del Comune di Pulsano.
A carico dell’organizzazione malavitosa sono stati attribuiti anche l’incendio dell’ automezzo di proprietà’ della ditta “Lombardi Ecologia”, incaricata della raccolta di rifiuti solidi urbani nel comune di Pulsano, occorso il 19 febbraio 2014 nel deposito dell’indicata azienda; l’incendio dell’autovettura dell’Assessore alla Solidarietà sociale del Comune di Pulsano, occorso in Grottaglie il 13 giugno 2014; l’incendio a scopo estorsivo di due chioschi-bar ubicati entrambi in Marina di Pulsano – località’ Lido Silvana; l’incendio di numerose autovetture di privati cittadini, tra cui anche parenti stretti degli arrestati, nonché il danneggiamento di un’abitazione in costruzione di proprietà del fratello di un associato.
Attribuite ad Ermes Venere e Pietro Zingariello anche due rapine, di cui una a mano armata, effettuate rispettivamente il 10 maggio 2010 in danno di una donna anziana di Pulsano, rimasta ferita a seguito dell’aggressione, e a carico della direttrice di un supermercato di San Giorgio Jonico rapinata il 26 maggio 2014 dell’incasso dichiarato di 5.000,00 euro .
Inquietante ed interessante il quadro fornito dagli approfondimenti dei Carabinieri dei sodali di questo gruppo da “arancia meccanica”. La droga nelle intercettazioni veniva di volta in volta denominata con linguaggio convenzionale “il coso”, “l’articolo”, “la chiave”, “il cubo” e scambiata, in quantità dichiarate fino a partite da 2 e 5 kg., con modalità inaspettate, in un caso addirittura lanciata all’interno di un’autovettura attraverso il finestrino per non protrarre il contatto fra acquirente e venditore, timorosi di essere notati da pattuglie in borghese dei Carabinieri in possibile transito.
Interessanti anche i dialoghi sulle migliori modalità di accensione dei roghi delle autovetture, con indicazioni chiare di Anselmo Venere che da guida sapiente e quasi paternalistica del sodalizio, invita a cospargere i sedili per ottenere una combustione più efficace, provvedendo con sfrontatezza ad incendiare il veicolo del vicesindaco dopo l’imperfetto tentativo posto in essere da un sodale con un ordigno rudimentale che, sebbene esploso con grande rumore, non aveva ottenuto il risultato sperato.
Accurati i riscontri sulla grave sequenza di incendi e danneggiamenti, fra i quali quello a carico del deposito di nettezza urbana, immortalato dall’impianto di videosorveglianza del complesso, che documenta lo scavalcamento del muro di cinta per incendiare un autocompattatore, proprio mentre l’autovettura dei sodali, munita di GPS installato dagli inquirenti, incrocia nella zona ed Anselmo Venere indicava il punto in cui dovranno scavalcare, per poi risalire avvalendosi di una pala meccanica ivi presente, compiacendosi del fatto che c’è vento e che quindi le fiamme si propagheranno bene ed augurandosi che il gesto che verrà posto in essere farà “capire” qualcosa.
Significative anche le esclamazioni di soddisfazione dei sodali ogni qualvolta le fiamme da loro appiccate divampano presto e bene, finanche troppo, come in occasione dell’incendio del veicolo dell’assessore occorso a Grottaglie, dopo che i malviventi hanno invano cercato la stessa a Pulsano. In questo caso, un passante nota che l’attentatore, dileguatosi a bordo di una moto condotta da un complice, sembra essersi bruciato ed è costretto a togliersi il giubbotto, parzialmente arso dalle fiamme, circostanza che Ermes Venere ha successivamente riferito allo zio, rassegnando di fatto una dichiarazione autoaccusatoria del grave atto intimidatorio commesso.
Entusiastiche erano anche le frasi carpite durante i sopralluoghi ad uno degli esercizi commerciali incendiati sulla litoranea, in cui la presenza di rilevanti strutture di legno di un chiosco, rafforza il proposito delittuoso dei sodali che non di rado, consci del clima di paura ingenerato dall’incalzante sequenza di incendi ed attentati, in un caso si lasciano andare all’affermazione che “quando la gente li vede, vede il fuoco“. Un’autoesaltazione che denuncia il chiaro intendimento di porre sotto controllo estorsivo le lucrose attività commerciali della litoranea salentina, attraverso l’esecuzione di delitti di elevato allarme sociale, la cui propagazione ai pubblici amministratori ed alla ditta della raccolta di R.S.U. è indicativa di un progetto ancora più ambizioso.
Il nome dell’operazione “NO ONE” dei Carabinieri, trae origine dalla particolare spregiudicatezza mostrata dagli indagati nel corso delle indagini, i quali, in più occasioni, pur ponendo in essere condotte prudenti ed attente a non farsi scoprire, hanno manifestato il convincimento di non poter essere mai individuati dalle Forze dell’Ordine grazie alla loro scaltrezza.
All’esito di numerose perquisizioni opportunamente estese alle aree di interesse dell’indicato gruppo criminale, militari della Stazione Carabinieri di Pulsano impegnati nell’esecuzione delle odierne ordinanze, rinvenivano all’interno dell’ex campeggio di Lido Silvana, ubicato in Marina di Pulsano, tre cassette di plastica contenenti una pistola Smith & Wesson cal. 357 magnum a tamburo ed una pistola mitragliatrice cal. 7,65 Skorpion entrambe con matricola abrasa e relativo munizionamento ed un paio di guanti in lattice di colore nero, traendo in arresto in flagranza Giovanni Leucci, classe 1962, residente a Pulsano, censurato, che era il custode del campeggio. Sono ancora in corso indagini intese ad accertare la riconducibilita’ delle indicate armi clandestine rinvenute al “gruppo criminale” disarticolato dall’operazione odierna.
I nove destinatari delle misure restrittive sono stati tutti arrestati condotti presso la Casa Circondariale di Taranto.