ROMA – Il giornalista Emilio Fede è arrivato in treno da Milano a Napoli violando così gli arresti domiciliari, per festeggiare il suo 89mo compleanno in un ristorante del lungomare in via Partenope in compagnia della moglie Diana De Feo.
L’ex direttore del TG4 condannato in via definitiva a 4 anni e 7 mesi nell’ambito del processo Ruby Bis, dopo 7 mesi di reclusione domiciliare, avrebbe dovuto ancora scontare 4 anni di servizi sociali. Insieme ad Emilio Fede la Cassazione aveva confermato la condanna a 2 anni e 10 mesi per l’ex consigliera lombarda Nicole Minetti nel processo che aveva al centro l’accusa di favoreggiamento della prostituzione per le serate nella villa di Silvia Berlusconi ad Arcore. Gli ermellini della Suprema Corte avevano dichiarato inammissibili i ricorsi delle difese, confermando e facendo diventare definitiva la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano il 7 maggio 2018.
Fede non avrebbe atteso l’autorizzazione del giudice del tribunale di sorveglianza milanese e, scaduti i 7 mesi di domiciliari, si sarebbe messo in viaggio verso Napoli informando i Carabinieri di Segrate soltanto dopo il suo arrivo nel capoluogo campano. Di qui immediata la segnalazione di avvenuta evasione. Due militare ed un tenente in borghese dell’ Arma dei Carabinieri sono arrivati nel ristorante napoletano ed hanno invitato il popolare giornalista a rientrare in albergo dove alloggiava.
Un ufficiale dei carabinieri in borghese ha esibito al giornalista il dispositivo del magistrato di Milano in cui Fede di fatto per la giustizia viene considerato “latitante” a seguito di evasione, e lo ha invitato cortesemente a rientrare subito nell’albergo dove poco prima aveva depositato le valigie.
“Il capitano dei carabinieri” dice Emilio Fede all’Agenzia ANSA, “è stato peraltro gentilissimo“, lamentandosi però senza alcun legittimo e valido motivo di quanto accaduto sostenendo di essere stato trattato “come fossi il peggiore dei delinquenti” dimenticando che la Legge non consente a chiunque di fare quello che vuole, e che a seguito di una condanna definitiva, dopo avere scontato sette mesi ai domiciliari, Fede avrebbe dovuto completare la pena inflittagli con quattro anni di servizi sociali.
I Carabinieri lo hanno quindi scortato in albergo ed in contatto con il suo avvocato milanese, che ha spiegato a Fede che aveva violato la Legge, gli hanno intimato di non uscire in attesa della decisione per la convalida del giudice che sarebbe attesa per questa mattina.
Fede infatti era appena arrivato nel capoluogo campano su invito di un gruppo di amici giornalisti con i quali avrebbe dovuto festeggiare l’89esimo compleanno, che ricade proprio domani., in queste ore parlando telefonicamente con i vari giornalisti che lo hanno contattato offrendo versioni spesso difformi e contradditorie fra di loro
Emilio Fede sentito dall’Adnkronos ha raccontato che il suo arresto «è stata una cosa terrorizzante. Compivo gli anni e da Milano, con i domiciliari finiti, sono partito per trascorrere due giorni con mia moglie. Siamo andati al ristorante a mangiare una pizza io e lei, e li’ sono arrivati i carabinieri, notificandomi gli arresti per il reato di evasione». «Mi viene contestato di essere partito da Milano quando non c’era ancora la firma sui servizi sociali. Sono stato accompagnato in albergo e ora non posso nemmeno affacciarmi alla finestra – dice ancora Fede– Io sono claustrofobico, sono stato operato alle vertebre e non posso camminare da solo, devo essere accompagnato e con il bastone. E’ stato un arresto davanti a tutti, sono terrorizzato, che si possa prendere un essere umano, non Emilio Fede, e arrestarlo così».
L’avvocato Salvatore Pino del foro di Milano, difensore di Emilio Fede ha dichiarato che il giornalista era nel capoluogo campano per “delle cure, ha l’autorizzazione ad andare per comprovate esigenze di cura e ha avvisato i carabinieri di Segrate” circostanza che però contrasta con quanto chiarito dal Comando Provinciale dell’ Arma dei Carabinieri al nostro giornale.
L’ avv. Pino ha inoltre dichiarato che Emilio Fede è in attesa della decisione sulla richiesta, già avanzata nelle scorse settimane, di affidamento in prova dopo la condanna definitiva a 4 anni e 7 mesi . Dimenticando però che essere in attesa non significa avere ottenuto una decisione favorevole.
Posto agli arresti domiciliari, concessi dal pm di turno della Procura di Napoli, il giornalista ha scelto come residenza l’hotel Santa Lucia un lussuoso albergo del lungomare di Napoli, piano alto, con una meravigliosa vista sul Vesuvio. Al Santa Lucia Fede sconterà gli arresti in una stanza al sesto piano, come documentano queste foto, che lo ritraggono da solo, al telefono, in camera, mentre sotto compare la moglie Diana De Feo affacciata al balcone della stanza d’hotel che sicuramente non è paragonabile ad una cella carceraria.
Per oggi alle 15 è fissata l’udienza davanti al dr. Fabio Provvisier, Gip del Tribunale di Napoli per la convalida dell’arresto.