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22 Luglio 2024 10:55
22 Luglio 2024 10:55

Arrestato Gabriele Visco, figlio dell’ex ministro. Corruzione a Roma, 4 arresti per bandi e assunzioni pilotate

Oltre a Gabriele Visco, ex dipendente di Invitalia, arrestati due imprenditori e un avvocato. Soldi e utilità per pilotare gare e assunzioni:.Sequestrati 230 mila euro

I finanzieri del nucleo speciale Polizia valutaria di Roma su disposizione della Gip Maria Gaspari, che ha accolto la richiesta dalla Procura, hanno eseguito quattro arresti ai domiciliari per corruzione e traffico di influenze illecite. Le misure cautelari riguardano  un avvocato romano Luca Leone e due imprenditori Claudio Favellato, imprenditore nel ramo delle costruzioni con particolare attenzione alle opere pubblice, Pierluigi Fioretti cresciuto nel Fronte della Gioventù e poi passato in An,  è stato consigliere comunale in quota La Destra – il partito fondato dall’ex ministro Francesco Storace – e venne delegato nella giunta di Gianni Alemanno per i piani di edilizia economica e popolare. Il quarto e più noto dei quattro arrestati è Gabriele Visco, fino a pochi mesi fa dirigente pubblico di Invitalia, figlio di Vincenzo Visco che fu ministro  delle Finanze  nei governi di Carlo Azeglio Ciampi e Giuliano Amato e viceministro con Romano Prodi e Massimo D’Alema.

L’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco (area Pd)

Una nota della Procura di Roma spiega cheL’indagine ha consentito di ipotizzare un sistema di relazioni illecite diffuso e consolidato nel quale un ex dirigente pubblico (cioè Gabriele Visco, ndr), con la mediazione di un imprenditore romano, avrebbe favorito, a fronte di denaro e di altre utilità, l’aggiudicazione di un bando di gara di oltre 4 milioni di euro a una società riconducibile a un costruttore e tentato di agevolare l’assunzione presso una partecipata pubblica di una persona vicina a quest’ultimo”.

Gabriele Visco 51 anni, era diventato prima consulente e poi dirigente di INVITALIA, la società controllata dal ministero di via XX Settembre che si occupa di attrazione di investimenti e sviluppo d’impresa, con l’incarico di responsabile  degli Investimenti esteri e della Programmazione controllo di innovazione e competitività. Incarico che ha ricoperto fino a pochi mesi fa. Prima di allora aveva avuto incarichi dirigenziali in Telecom.

La sua assunzione aveva provocato diverse polemiche, anche per la parentela diretta con Vincenzo, suo papà e ministro delle finanze del primo governo Prodi, di due governi D’Alema e poi ancora al vertice del ministero dell’economia, con delega alle finanze, quando Romano Prodi era a palazzo Chigi, tra il 2006 e il 2008. La società INVITALIA è controllata proprio dal ministero di via XX settembre, era guidata da Domenico Arcuri. al tempo dell’assunzione del figlio dell’ex ministro Visco il quale in quel periodo occupava la poltrona di viceministro

Sarebbe inoltre emersa nel corso delle indagini una vicenda corruttiva nella quale l’ex dirigente avrebbe affidato un incarico di consulenza (per un importo di 230 mila euro) presso l’ente in cui era impiegato ad un avvocato di sua conoscenza, ottenendo la retrocessione di parte dei compensi fatturati dal legale per prestazioni in realtà mai effettuate”.

Visco, diceva agli amici “di portargli la pasta”, le mazzette, sostenendo che non si sentiva “adeguatamente valorizzato in Invitala» e aspirava «a una posizione di dirigente apicale“. La soluzione era semplice: “Chiama Mattarella (e digli, ndr), guarda Visco deve esse promosso“, diceva l’ex dirigente al telefono. Il suo desiderio è evidente: fare pressioni su Bernardo Mattarella (estraneo alle indagini), il nipote del presidente della Repubblica, ed attuale amministratore delegato di Invitalia. L’impegno di Fioretti in favore di Visco jr. è importante. Infatti promette all’ex dirigente che si sarebbe interessato “attraverso politici di sua conoscenza, vantando quest’ultimo un rapporto con persone che lavorano a fianco del ministro. Viene fatto il nome di Federico Eichberg o sottosegretari quali il senatore Claudio Barbaro del Mase, al fine di fare pressioni sull’ad Mattarella e far ottenere una promozione al Visco“, scrive la Guardia di finanza nella sua relazione alla Procura.

“Visco evidenzia che se non riesce a fare carriera — continuano gli atti dell’inchiesta — non riuscirà ad essere funzionale agli interessi degli imprenditori e per realizzare la promessa fatta“. È a questo punto che “Fioretti attiva le sue conoscenze anche in ambito ecclesiastico”. Dagli appalti ai piccoli favori, come quando Visco Jr. chiedeva alla collega “se gli potevo portare le soppressate, la ’nduia e la salsiccia” da Catanzaro. Realtà diverse che evidenziano solo una cosa: un “modus operandi di tutti gli indagati, disponibili a ogni forma di compromesso… il loro modo di operare, caratterizzato dalla completa noncuranza degli interessi pubblici violati“.

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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