ROMA – Luigi Abbruzzese, boss ventinove anni, inserito nell´ elenco dei latitanti pericolosi del Ministero dell´Interno è stato arrestato ieri mattina all’alba nel Cosentino a Cassano allo Jonio, dove si nascondeva e sentiva al sicuro nel quartiere-fortino del suo “clan degli Zingari“, di cui è considerato il reggente, era già pronto a fuggire in Germania. Il blitz che ha portato al suo arresto è stato preparato e condotto con la massima attenzione dagli investigatori del Servizio Centrale Operativo e delle Squadre Mobili di Cosenza e Catanzaro, con il supporto tecnico del Servizio Polizia Scientifica.
Oltre 50 investigatori delle Squadre Mobili di Cosenza e Catanzaro e dello S.C.O. il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato hanno fatto irruzione in un complesso di abitazioni alla periferia di Cassano allo Ionio ove Abbruzzese è stato localizzato e catturato in una villetta nella disponibilità di alcuni familiari della sua compagna, la cui posizione è al vaglio della competente autorità Giudiziaria.
La caratura criminale di Abbruzzese è testimoniata anche dal rilievo conferitogli in ambito europeo, dal momento che la sua figura era stata inserita in un progetto operativo, denominato “Eurosearch“, coordinato dal Servizio Centrale Operativo e da EUROPOL, destinato a implementare le indagini per la cattura dei principali latitanti della criminalità mafiosa in Europa. Le sue ricerche, estese in campo internazionale e da tempo proiettate anche in Germania, hanno consentito, dopo oltre un anno di indagini serrate coordinate dalla Procura Distrettuale di Catanzaro, di ricostruire una fittissima rete di fiancheggiatori appartenenti al nucleo familiare che ne hanno assicurato sistematicamente gli spostamenti, garantendone il sostegno logistico gli approvvigionamenti.
La svolta delle indagini è arrivata allorquando gli investigatori della Polizia di Stato hanno accertato il suo rientro in provincia di Cosenza, proveniente dalla Germania, ove per lungo tempo aveva condotto la sua latitanza “attiva”, destinata a fungere quale riferimento e autorevole punto di contatto nel traffico di stupefacenti, proveniente negli hub portuali del Nord Europa e destinati alla provincia silana.
L’operazione è scattata ieri mattina, alle 5,40, a “Timpone rosso”, il quartiere roccaforte del clan . Dopo aver circondato la villetta in cui Abbruzzese si nascondeva, di proprietà degli zii della compagna, tutti finiti in manette, i poliziotti hanno fatto irruzione. Il boss ha avuto a stento possibilità di rendersi conto di quanto stesse succedendo ed è stato ammanettato prima che potesse reagire. All´interno dell´abitazione, nella piena disponibilità del latitante, sono state rinvenute 2 pistole (una 357 magnum a tambuto ed una automatica Glock) con relativo munizionamento, nonché un´ingente somma di denaro contante ed un documento di identità falso utilizzato, con ogni probabilità, dal fuggitivo per garantirsi la latitanza per oltre 3 anni di latitanza, trascorsa tra Italia e Germania.
Figlio di Francesco Abbruzzese alias “Dentuzzo, attualmente detenuto in regime speciale nonché storico capo del medesimo clan `ndranghetistico egemone a Cassano allo Jonio ed in tutta l´area della Sibaritide (CS, era l’ erede predestinato del casato di ‘ndrangheta di cui porta il nome, è considerato un “cliente difficile” e un criminale esperto. Il latitante, ricercato dal 2015, è stato condannato in primo e secondo grado a 20 anni di reclusione in quanto ritenuto il capo di una organizzazione mafiosa dedita al traffico internazionale di stupefacenti, operante tra il Nord Europa e la provincia di Cosenza. Abbruzzese era destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro per traffico internazionale di stupefacenti nell´ambito di una pregressa ed articolata indagine condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.
“Luigi Abbruzzese non è uno qualunque, ma il capo di Cassano, dove c’è una ‘ndrangheta che si interfaccia con quella di Gioia Tauro. Lui poteva intessere rapporti diretti con i trafficanti colombiani, afgani e albanesi“, ha detto il procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia, Nicola Gratteri. “Come tutti i grandi trafficanti internazionali ha girato l’Europa e il Sudamerica, ma ogni tanto deve tornare nel proprio territorio per mostrare il suo potere. Nonostante la sua giovane età Abbruzzese ha dimostrato di avere già raggiunto lo spessore criminale e l’autorevolezza criminale per poter essere considerato un boss” ha sottolineato il procuratore .
Condannato a 20 anni per narcotraffico, latitante da quattro, il ventinovenne era sfuggito all’operazione “Gentleman” che ha rivelato come i clan di Cassano allo Jonio e Corigliano, entrambi nel Cosentino, fossero riusciti ad aprire un canale di importazione di droga da Sudamerica e Albania. A soli 25 anni Luigi Abbruzzese era uno dei principali registi delle operazioni. “Per noi – afferma Gratteri – è stato un sospiro di sollievo arrestarlo e ora aspettiamo che la gente, soprattutto i commercianti, credano di più nello Stato e vengano a denunciare. Questo è il momento giusto per togliersi di dosso questa cappa che è la ‘ndrangheta“.