ROMA – Nella mattinata odierna, militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Varese della Guardia di Finanza e personale della Squadra Mobile della Questura di Milano, proseguendo nello sviluppo delle indagini condotte nell’ambito dell’operazione denominata “Security” , che nel maggio del corrente anno aveva già portato all’esecuzione di misure cautelari personali a carico di 15 persone, accusate a variodi far parte di un’associazione per delinquere che ha favorito gli interessi, in particolare a Milano e provincia, della famiglia mafiosa catanese dei “Laudani” hanno dato esecuzione all’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere, emessa dal G.I.P del Tribunale di Milano, su richiesta del pm dr. Paolo Storari della Direzione Distrettuale Antimafia milanese a carico del commercialista foggiano Ruggiero Massimo Curci
Contestualmente all’esecuzione della misura cautelare a carico del Curci, finanzieri e poliziotti hanno altresì, eseguito nella giornata odierna,.6 perquisizioni locali in provincia di Lecco e Napoli, a carico di altre 3 persone di origine campana dimoranti a Verderio (Lecco), emersi nel corso delle più recenti indagini delegate dall’Autorità Giudiziaria. L’attività fa seguito all’esecuzione, in data 08.11.2017, del Decreto di sequestro preventivo d’urgenza, per un valore di beni pari a 8,2 milioni di euro, emesso dal pm Dr. Paolo Storari, a carico del medesimo professionista, referente di un sistema di evasione fiscale e contributivo basato su indebite compensazioni di crediti tributari.
Il provvedimento era stato completamente eseguito fino all’importo previsto, mediante il sequestro di beni mobili (autovetture di grossa cilindrata) denaro e polizze assicurative nella disponibilità del Curci. Nello specifico, in prosecuzione delle indagini delegate dall’ Autorità Giudiziaria nel contesto del procedimento penale , a seguito delle quali, relativamente al cosiddetto “filone pugliese” degli indagati, erano già emerse le illecite condotte del Curci, quale referente di un sistema di evasione fiscale e contributivo basato su indebite compensazioni di crediti tributari , è stato accertato che il commercialista foggiano quale promotore del sistema evasivo smascherato, aveva ricevuto illeciti compensi in denaro contante (allo stato accertati per oltre 600.000 euro) da parte di società riconducibili a Antonio Saracino, Giuseppe D’ Alessandro , Antonino Catania e Luigi Sorrenti (i primi 3 tratti già in arresto lo scorso 12 luglio in esecuzione di misura cautelare emessa del G.I.P. di Milano), i quali avevano gestito in modo fraudolento una serie di cooperative operanti nel settore della logistica e dei trasporti, svuotandone con artifizi i conti correnti.
Il commercialista foggiano Ruggiero Massimo Curci viene accusato di aver autoriciclato parte del denaro ricavato “finanziando per oltre 790mila euro, relativamente alle stagioni 2015-2016 e 2016-2017″ il Foggia Calcio, “verosimilmente pagando in nero parte dei compensi spettanti a due allenatori e nove calciatori” relativamente alle stagioni 2015/2016 e 2016/2017. Curci era indirettamente fino al maggio 2017, socio al 50% e vice Presidente del Foggia Calcio (carica che rivestite ancora oggi seppure a titolo onorario.
Curci secondo gli investigatori, avrebbe anche, “istigato due dipendenti dell’Agenzia delle Entrate di Foggia affinché effettuassero accessi abusivi al sistema informatico dell’anagrafe tributaria“. Curci avrebbe utilizzato “quattro società cooperative (una con sede a Milano, una a Monza e due a Napoli, tutte in realtà risultate inesistenti) per “aprire conti correnti presso un istituto di credito nel quartiere Secondigliano di Napoli e far confluire provviste di denaro (derivanti da fatture per operazioni inesistenti pagate da altre cooperative)“. Soldi confluiti poi “mediante l’emissione di assegni circolari nei propri conti correnti e da qui immediatamente fuoriusciti a titolo di ‘finanziamento socio‘ del Foggia Calcio“.
Con particolare riferimento all’esecuzione delle perquisizioni locali, in provincia di Lecco e Napoli, a carico delle 3 persone di origine campana dimoranti a Verderio (LC), emersi nel corso delle più recenti indagini delegate dall’ Autorità Giudiziaria., è stato accertato che, al fine di procacciarsi provviste “a nero” di denaro contante, il citato sodalizio formato da Saracino, D’ Alessandro, Catania e Sorrenti, si era rivolto ad un soggetto di origini napoletane residente nella predetta località lecchese, il quale, a fronte di fatture riferite ad operazioni inesistenti, emesse per il tramite di cooperative di comodo amministrate da ulteriori 2 soggetti prestanome, riceveva il pagamento delle stesse tramite bonifici bancari che, successivamente, spalmava su più conti correnti riconducibili alle citate cooperative di comodo, al fine di distrarre dai relativi conti correnti le disponibilità finanziarie, restituendole al sodalizio anzidetto, decurtato nella misura del 6 per cento.