ROMA – Il pensionato strangolato Mario D’Amato era stato rinvenuto cadavere dai Carabinieri alle ore 15,00 circa di domenica all’interno della propria abitazione a Taranto in Via Diego Peluso. Il rinvenimento della salma è avvenuto dopo che l’operaio tarantino 27enne Cosimo Casone, si era presentato poco prima intorno alle ore 13.45 presso la caserma del Comando Provinciale Carabinieri di Taranto confessando di aver ucciso l’anziano.
I Carabinieri della Compagnia di Taranto, si sono immediatamente recati sul posto dopo la conferma della presenza del corpo esanime del D’Amato nell’abitazione di Via Diego Peluso sono giunti il pubblico ministero di turno della Procura di Taranto, insieme al medico legale Marcello Chironi ed ai militari della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Taranto. All’esito dei preliminari accertamenti, è emerso che la causa del decesso è verosimilmente lo strangolamento.
La dinamica è risultata coerente con quanto aveva già riferito il Casone, muratore conoscente della vittima ai Carabinieri , il quale aveva spiegato di essersi recato alle 21 di ieri sera presso l’abitazione dell’83enne, con il quale aveva avuto un diverbio per una piccola somma di denaro, 50 euro, diverbio che era sfociato in una vera e propria lite durante la quale, secondo quanto riferito dal 27enne, la vittima lo avrebbe colpito con un bastone, ed egli quindi gli avrebbe stretto le sue mani intorno al collo fino a strangolarlo.
L’uomo alla presenza del proprio legale ha confermato la dinamica al magistrato inquirente all’interno della caserma dei Carabinieri di Viale Virgilio, ed all’esito dell’interrogatorio è stato dichiarato in stato di fermo per il reato di “omicidio” ed associato presso la Casa Circondariale di Taranto, in attesa dell’udienza di convalida che si terrà nei prossimi giorni.