Una maxi operazione con 34 provvedimenti di custodia cautelare (alcuni in carcere) e 63 milioni di euro. E’ il terremoto che parte dalla procura di Forlì, affiancata dalla direzione distrettuale Antimafia di Bologna, che contesta corruzione e traffico di sostanze stupefacenti: le ordinanze sono state eseguite dalla Questura di Forlì e di Modena, ma anche in Germania e Belgio.
L’ arresto di Minenna infatti rientra nell’ambito di uno dei due filoni dell’inchiesta, quello sulla corruzione. Ai domiciliari anche l’ex parlamentare della Lega Gianluca Pini. Quest’ultimo avrebbe promesso a Minenna, precedentemente di area M5S, di accreditarlo nel partito “Lega Salvini Premier”, garantendogli la riconferma della nomina a direttore generale delle Dogane con il nuovo governo. In cambio Minenna avrebbe favorito Pini sbloccando un carico di mascherine che l’ex parlamentare aveva venduto alla Asl di Forlì. Un’operazione da 3,5 milioni di euro. Gli arresti sono avvenuti alle 6.30 di oggi.
L’inchiesta ha avuto inizio dopo un’operazione antidroga della Squadra Mobile di Forlì nel gennaio del 2020 da cui sono seguite numerose intercettazioni telefoniche. Secondo la Procura di Forlì , “è stato così possibile disvelare due veri e propri sistemi di illecito arricchimento facenti rispettivamente capo agli universi economici riconducibili in particolare a un imprenditore forlivese e all’ex parlamentare”. Tutto parte infatti da un’indagine avviata che vede Gianluca Pini indagato per aver fornito 3,3 milioni di mascherine dalla Cina all’Ausl Romagna per 6 milioni di euro. Era la primavera, la prima fase della pandemia, quando tutta la sanità cercava dispositivi di protezione dal Covid. Altri sette gli indagati, in tutta la Romagna per quel filone. L’operazione ha portato agli arresti, anche, di “pubblici funzionari presso l’Ausl Romagna”. Nonché, scrive la procura, “presso la Prefettura di Ravenna e le forze dell’ordine”.
Sempre secondo la Procura, “l’imprenditore forlivese si giovava di importanti conoscenze criminali legate alla malavita albanese e al narcotraffico per approvvigionarsi di denaro da reinvestire in attività formalmente lecite o per acquisto di immobili. Si profilerà chiaramente il pieno coinvolgimento di questo soggetto – viene sottolineato – in un’attività di traffico internazionale di stupefacenti operato in collaborazione con un gruppo criminale armato di origine albanese”.
L’ex parlamentare leghista avrebbe sfruttato le sue conoscenze di alto livello maturate grazie all’incarico istituzionale per “garantire la presenza di persone a lui asservite all’interno di diverse istituzioni pubbliche locali e nazionali” i quali gli “garantivano la cura dei suoi interessi all’interno dell’amministrazione di appartenenza“. Secondo quanto emerso, è stato dunque possibile evidenziare la costituzione di “una rete di rapporti che ha permesso, tra l’altro, all’ex parlamentare di ottenere un appalto milionario dall’Ausl Romagna per la fornitura di dispositivi medici (attività rispetto alla quale non sussisteva alcuna specifica attitudine aziendale) lucrando così anche sulla crisi pandemica del 2020. Sono stati inoltre comprovati rapporti corruttivi tra l’ex parlamentare e appartenenti alle forze di polizia, un funzionario prefettizio e vertici dell’Agenzia delle Dogane”.
Secondo la Procura di Forlì, sono due gli episodi fondamentali che hanno dato una svolta alle indagini: l’arresto in frontiera da parte delle autorità italiane nell’estate del 2020 di due fratelli soci di un’impresa di autotrasporto. In seguito “le perquisizioni eseguite nella primavera del 2021 che hanno avuto come obiettivo le sedi di diversi operatori economici, dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, dell’Ausl Romagna e di alcuni degli indagati“.
L’analisi dei dispositivi elettronici sequestrati “ha permesso di ricostruire dettagliatamente i rapporti intessuti dall’ex parlamentare con appartenenti alle istituzioni per ottenerne uno stabile asservimento delle loro pubbliche funzioni ad interessi economici e imprenditoriali prettamente personali. Le comunicazioni acquisite hanno inoltre rilevato l’esistenza di legami dell’ex parlamentare con esponenti politici di rilievo nazionale“.
OrdinanzaForli-CORRETTALa difesa ambigua della Regione Calabria per Minenna
“A seguito della sospensione – automatica e prevista dalla legge – dell’assessore Marcello Minenna, ho fatto mie le sue deleghe, in modo che il lavoro della Regione possa andare avanti nelle prossime settimane senza particolari scossoni. La giustizia farà il suo corso e rispetto l’operato della magistratura, ma allo stesso tempo voglio confermare la mia fiducia a Marcello Minenna, che in questi mesi in Calabria ha svolto molto bene il proprio lavoro, in modo particolare per quanto riguarda i fondi comunitari. I fatti che gli vengono contestati dalla Procura di Forlì riguardano il periodo nel quale Minenna è stato direttore dell’Agenzia delle Dogane: sono certo che dimostrerà la sua estraneità”. Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.