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5 Novembre 2024 11:25

Arrestato per corruzione Marcello De Vito (M5S), presidente del consiglio comunale di Roma “a disposizione dei costruttori Parnasi, Toti e Statuto”

Perquisito dai carabinieri il suo appartamento. L'esponente grillino secondo le accuse  dei pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli  della Procura di Roma avrebbero incassato direttamente o indirettamente delle elargizioni, dal costruttore romano Luca Parnasi. ALL'INTERNO AGGIORNAMENTO

ROMA –  Chissà se i portavoce del M5S adesso avranno ancora il coraggio di autoproclamarsi “paladini” dell’ onestà dopo l’arresto effettuato all’alba di  Marcello De Vito, 45 anni, presidente dell’assemblea capitolina, con l’accusa di corruzione. Insieme a lui è finito in carcere, con la stessa accusa, anche l’avvocato Camillo Mezzacapo, vicino al M5S ritenuto complice di De Vito nell’attività corruttiva.  Il Gip Maria Paola Tomaselli  del Tribunale di Roma nell’ ordinanza accusa De Vito di aver preso soldi e alte utilità anche dal gruppo Toti e dal gruppo Statuto sempre per favorire alcuni progetti a Roma.  La Gip nella sua ordinanza  parla di un “quadro desolante”: “Sia il privato che il pubblico ufficiale si ritengono centrali percependo quanto altro da sé come meramente strumentale alla realizzazione dei propri interessi e del proprio profitto il cui conseguimento essi perseguono nella piena consapevolezza della illiceità dei loro comportamenti“.

 

I due arrestati De Vito e Mazzacapo si spartivano le tangenti pagate sotto forma di consulenze fittizie e fatture false, convinti di essere in una perfetta “congiuntura astrale” (da cui ha preso nome l’operazione) per la presenza del M5S sia nel governo della Capitale che in quello del Paese. In mattinata si stanno eseguendo anche perquisizioni al Campidoglio. Nell’inchiesta sulla realizzazione del nuovo stadio della Roma è coinvolto anche Paolo Ferrara capogruppo (autosospesosi) in Campidoglio del Movimento Cinque Stelle.

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Via dei Selci a Roma hanno perquisito l’ appartamento di  Marcello De Vito. l’ esponente grillino secondo le accuse  delle pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Ielo della Procura di Roma avrebbe incassato direttamente o indirettamente delle elargizioni, dal costruttore romano Luca ParnasiDe Vito, ed in cambio, avrebbe favorito  all’interno dell’amministrazione grillina guidata dalla Sindaca di Roma Virginia Raggi , di favorire il progetto collegato alla costruzione dello stadio di calcio della Roma.

Marcello De Vito

Al centro dello scandalo la costruzione del nuovo stadio della Roma società sportiva che è estranea alla vicenda. L’inchiesta della Procura di Roma aveva già portato lo scorso giugno all’arresto di nove persone tra cui l’imprenditore Luca Parnasi e dell’avvocato Luca Lanzalone, presidente di Acea anch’egli legato al Movimento Cinque Stelle. Le indagini riguardano inoltre la costruzione di un albergo vicino all’ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere e la riqualificazione dell’area degli ex Mercati generali di Roma Ostiense.

La gip Tomaselli nell’ordinanza con cui ha disposto il carcere prosegue : “Marcello De Vito ha messo a disposizione la sua pubblica funzione di presidente del Consiglio comunale di Roma Capitale per assecondare, violando i principi di imparzialità e correttezza cui deve uniformarsi l’azione amministrativa, interessi di natura privatistica facenti capo al gruppo Parnasi. Ed aggiunge: “Emerge in sostanza come il sistematico mercimonio della funzione pubblica da parte dei De Vito avvenga secondo uno scema precostituito. L’imprenditore Luca Parnasi, al fine di acquisire il favore di Marcello De Vito, che guidava in qualità di presidente del Consiglio Comunale di Roma Capitale i lavori dell’Assemblea Capitolina riguardanti il progetto per la realizzazione del Nuovo Stadio della Roma, si è determinato, in adesione ad una specifica richiesta di De Vito, a promettere e poi ad affidare diverse remunerative consulenze all’avvocato Mezzacapo il quale ha operato quale espressione dello stesso De Vito».

Gianluca Bardelli e Marcello Devito

Le indagini oltre ai due arrestati tradotti in carcere, vedono altre due persone ai domiciliari l’architetto Fortunato Pititto, legato al gruppo imprenditoriale della famiglia Statuto, e Gianluca Bardelli ed una misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale nei confronti di due imprenditori. Per la prima tranche sono andate a processo 18 persone. I reati contestati a seconda delle posizioni, sono associazione a delinquere, finanziamento illecito ai partiti, corruzione e traffico di influenze illecite.

“Spartiamoci i soldi”; “No aspettiamo che finisci il mandato”

De Vito e Mezzacapo avevano costituito una società-cassaforte,   la Mdl srl che custodiva i proventi degli illeciti. In una intercettazione De Vito proponeva di spartirsi il denaro mentre l’ avvocato Mezzacapo suggeriva di aspettare: “Va beh ma distribuiamoli questi” dice De Vito. E Mezzacapo gli risponde: “Ma adesso non mi far toccare niente lasciali lì a fine man…quando finisci il mandato  se vuoi ci mettiamo altro sopra se vuoi…”

“. “Questa congiunzione astrale tra ….tipo l’allineamento della cometa di Halley …hai capito cioè…è difficile secondo me che si verifichi …noi Marce’ dobbiamo sfruttarla sta cosa, secondo me guarda ci rimangono due anni“. Così parlava a De Vito mentre veniva intercettato il 4 febbraio scorso l’avvocato Mezzacapo parlava. Parole che secondo il gip di Roma si riferisce allo sfruttare “il ruolo pubblico di De Vito per fini privatistici e ottener lauti guadagni”.

 

 

L’ operazione “Congiunzione astrale” fa luce su una serie di operazioni corruttive realizzate da imprenditori attraverso l’intermediazione dell’avvocato di Marcello De Vito ed un uomo d’affari, che fungono da raccordo con il presidente dell’Assemblea comunale capitolina al fine di ottenere provvedimenti favorevoli alla realizzazione di importanti progetti immobiliari.

Il presidente del consiglio comunale di Roma nella “mappa” comunale del M5S , nel 2016 è stato il consigliere del M5S più votato a Roma ricevendo 6 mila 541 preferenze. Si era anche candidato alle “Comunarie” per correre da sindaco ma venne silurato dagli stessi alleati del Movimento perché sospettato di aver trafficato su una licenza edilizia, accusa che poi si rivelò essere falsa. Era considerato un “lombardiano”, in quanto molto vicino a Roberta Lombardi, primo capogruppo grillina alla Camera ed ora a capo della flotta grillina nel consiglio regionale del Lazio, della quale fa parte anche Francesca De Vito, sorella di Marcello. Da quando era scoppiata l’inchiesta dello stadio, Marcello De Vito. era molto preoccupato, come raccontano oggi i consiglieri pentastellati, ed era scomparso dalla scena politica, limitandosi a dirigere il lavoro dell’Aula del Consiglio comunale capitolino. Venerdì scorso l’ultima uscita di gala per la prima al teatro dell’ opera di Orfeo ed Euridice, ieri la visita a Rebibbia ai padri separati. Oggi l’arresto.

 

AGGIORNAMENTO DEL 22.09.2021

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