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22 Dicembre 2024 07:04

Arrestato nel Foggiano il sindaco di Apricena, ex-Forza Italia, passato alla Lega

In tutto sono 23 i soggetti coinvolti. Tre ai domiciliari, interdizione per altri 12. L’intera attività di indagine si è avvalsa anche della collaborazione di privati cittadini che, escussi a sommarie informazioni dagli inquirenti, hanno reso dichiarazioni tali da confermare pienamente il quadro cautelare emerso dalle attività di intercettazione, dai servizi di osservazione e dalla analisi dei documenti. ALL'INTERNO IL VIDEO E TUTTI I NOMI DEGLI INDAGATI

FOGGIA –  Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Foggia guidato dal Col. Andrea Di Cagno, all’esito di complesse e articolate attività di indagine coordinate e dirette dai pm Marco Gambardella ed Enrico Infante dalla locale Procura della Repubblica, dalle prime ore di questa mattina hanno dato esecuzione all’ordinanza cautelare del Tribunale di Foggia, del Giudice per le Indagini Preliminari dr.ssa Carmela Corvino , con la quale è stata disposta l’applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 15 soggetti (tre dei quali agli arresti domiciliari ed i restanti sottoposti a misure di natura interdittiva) ritenuti responsabili, a vario titolo, di gravi reati contro la Pubblica Amministrazione, la “par condicio imprenditoriale”, la fede pubblica ed il patrimonio.

Le indagini prendevano le mosse dalla querela presentata da un privato cittadino, con la quale venivano segnalate gravi irregolarità nelle procedure di aggiudicazione di importanti commesse pubbliche da parte del Comune di Apricena. A beneficiare di tali irregolarità, secondo il querelante, un noto gruppo imprenditoriale del posto, ritenuto “vicino” al Sindaco del Comune, Antonio Potenza al suo secondo mandato, ex-esponente di Forza Italia in cui ha militato per 11 anni,  eletto nella lista civica “Uniti per Cambiare” e convinto a confluire nella Lega nel maggio 2018 da Andrea Caroppo (anch’egli ex Forza Italia) all’epoca dei fatti segretario regionale della Lega in Puglia, il quale risulta estraneo alle indagini in corso.

Antonio Potenza ed Andrea Caroppo

L’immediata escussione del querelante a cura del Pubblico Ministero titolare delle indagini, e le conseguenti investigazioni svolte dalla Compagnia di San Severo e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Foggia consentivano di verificare la fondatezza della querela e di riscontrare, in particolare, l’esistenza ed operatività in Apricena del segnalato connubio politico – imprenditoriale attivo nel condizionamento di gare per l’aggiudicazione di commesse pubbliche.

Seguivano, su delega della competente Autorità Giudiziaria incisive investigazioni di natura tecnica, le cui emergenze venivano puntualmente riscontrate e validate da servizi di appostamento e pedinamento e da acquisizioni documentali. L’attività di indagine si sviluppava per un lungo periodo di tempo, in quanto nel corso delle investigazioni emergevano costantemente nuove ipotesi di reato, con conseguente necessità per la Procura della Repubblica di aggiornare le iscrizioni nel registro delle notizie di reato.

All’esito delle indagini, nei confronti di Antonio Potenza  Sindaco del Comune di Apricena, interessato dalla misura cautelare degli arresti domiciliari, sono stati acquisiti gravi indizi in ordine alla commissione dei reati di concussione, peculato d’uso ed abuso di ufficio. Nell’ordine, è stato accertato come il primo cittadino del Comune di Apricena, nel febbraio 2018, abbia costretto un componente del proprio staff a rinunciare al posizionamento ottenuto nella graduatoria finale di un concorso pubblico cui aveva partecipato, in modo tale da consentire ad altro candidato di risultare vincitore della selezione. L’intera condotta era mossa da ragioni di natura politica, risultate prevalenti rispetto al rigoroso rispetto della legalità. Arrestato anche l’assessore Ivan Augelli (all’epoca dei fatti consigliere comunale eletto nelle liste dell’ Italia dei Valori di cui era stato commissario cittadino) ) e l’imprenditore edile Federico Bianchi.

Ivan Augelli

Augelli avrebbe guidato il “comitato d’affari” assieme a Potenza. Proprio l’ assessore, come si legge nell’ordinanza  “riferì espressamente all’imprenditore Pastucci che si sarebbe aggiudicato l’appalto non ancora bandito(fatto successivamente verificatasi) e gli mostrò dettagliatamente i marciapiedi oggetto di intervento di manutenzione, evidenziando peraltro di essersi speso per fare ridurre la portata complessiva dell’intervento. “Questi sono tutti quanti che stiamo levando a te, capì? Questi sono tutti quelli che io tolgo, hai capito? Te ne ho tolti parecchi”, comunicando l’importo complessivo dell’appalto pari a 70mila euro.

Le captazioni telefoniche e tra presenti e le correlate escussioni testimoniali hanno poi dimostrato come il Sindaco del Comune di Apricena, abbia impiegato nel gennaio del 2018, per disbrigare impegni di natura privata e connessi alla professione di ingegnere, autovettura in dotazione al Comune per l’esecuzione di attività istituzionali. Il sindaco Potenza, tra i vari reati di cui  è chiamato a rispondere, secondo gli inquirenti avrebbe violato il principio di rotazione degli affidamenti pubblici, conferendo incarico ad una ditta “amica” di fornire e installare l’impianto di sorveglianza presso il Palazzo Comunale “Lombardi” , chiedendo inoltre anche un’ operazione “di bonifica” del suo ufficio che hanno consentito il rinvenimento di due microspie. Incarichi questi affidati verbalmente ed in totale assenza dei necessari atti amministrativi. Con formale “regolarizzazione” avvenuta successivamente mediante l’emissione di atti falsi retrodatati.

Al novembre 2017 risale invece, l’affidamento illecito, da parte del Sindaco di Apricena, dei lavori di realizzazione dell’impianto di videosorveglianza dell’immobile sede del Comune in favore di imprenditore compiacente. In particolare, nel corso delle attività di indagine, emergeva come il Sindaco utilizzasse personalmente una scheda telefonica intestata alla madre di tale imprenditore.

Contestualmente, a carico dell’ Assessore Augelli, componente del Consiglio Comunale di Apricena all’epoca dei fatti, interessato dalla misura cautelare degli arresti domiciliari, e di imprenditori edili collusi, uno dei quali sottoposto alla misura interdittiva del divieto temporaneo dell’esercizio dell’attività imprenditoriale per ciò che concerne i rapporti con la pubblica amministrazione, sono stati acquisiti gravi indizi dei reati di “turbata libertà degli incanti” e di “rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio”, con riferimento alla procedura pubblica di gara per l’appalto di servizi concernente “azioni di supporto alle politiche occupazionali mediante l’attivazione di borse lavoro per la manutenzione del patrimonio”, nonché di “induzione indebita a dare o promettere utilità”, avendo l’amministratore pubblico, abusando della propria qualità, indotto un imprenditore a consegnare una partita di legname a persona di sua fiducia. In particolare, sono stati ricostruiti i passaggi con i quali sono state inquinate gare pubbliche, al fine di favorire imprenditori del luogo ritenuti vicini all’Amministrazione Comunale.

nella foto, il Comune di Apricena (Foggia)

Tra gli  episodi più significativi emersi nel corso delle indagini inerenti al condizionamento della gara pubblica emerge quello relativo alla realizzazione della rotatoria  lungo la Strada Statale 89, lavori per un ammontare complesso di 120 mila  euro per i quali gli inquirenti hanno accertato che attraverso la presentazione di “offerte di comodo” quattro imprenditori avevano turbato la gara per pilotare l’assegnazione al vincitore.

Nei confronti, invece, dell’imprenditore edile di Apricena Federico Bianchi sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari e di alcuni professionisti compiacenti, sottoposti invece alla misure interdittiva della sospensione temporanea dall’esercizio dell’attività professionale, sono stati acquisiti gravi indizi in ordine alla commissione dei reati di “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”, di “attività di gestione rifiuti non autorizzata” e di truffa ai danni di compagnia assicurativa.

Oggetto delle indagini anche il condizionamento della gara pubblica per la realizzazione della rotatoria lungo la S.S. 89 nel territorio di Apricena. Secondo gli elementi di prova raccolti, quattro imprenditori di Apricena costituivano un “cartello di imprese”, turbavano attraverso la presentazione di “offerte di comodo” la predetta procedura e consentivano quindi ad una delle imprese partecipanti di aggiudicarsi illecitamente la gara.

In tale contesto il funzionario della Centrale Unica di Committenza dei Comuni di Apricena, Isole Tremiti e Poggio Imperiale ed il Responsabile del Settore III – Lavori Pubblici e Patrimonio del Comune di Apricena formavano attestazioni ideologicamente false. I funzionari pubblici e gli imprenditori coinvolti sono stati sottoposti alle misure interdittive della sospensione temporanea dai pubblici uffici e dal divieto temporaneo dell’esercizio dell’attività imprenditoriale per ciò che concerne i rapporti con la Pubblica Amministrazione.

Inficiati da responsabilità di natura penale anche i lavori di miglioramento sismico della Caserma dei Carabinieri di Apricena, finanziati dalla Regione Puglia e dal Comune di Apricena, oggetto di procedura negoziata di gara pubblica. Gli elementi di prova raccolti hanno infatti consentito di accertare che il Direttore dei lavori del Comune di Apricena, il responsabile del Settore III – Lavori Pubblici e Patrimonio dell’Ente ed il rappresentante legale della società aggiudicataria dei predetti lavori pubblici formavano atti ideologicamente falsi relativi alla data di inizio dei lavori, inducendo in tal modo in errore la Regione Puglia e procurando alla società aggiudicataria un ingiusto profitto patrimoniale. I tre pubblici ufficiali coinvolti sono stati sottoposti a misure interdittive.

L’intera attività di indagine si è avvalsa anche della collaborazione di privati cittadini che, escussi a sommarie informazioni dagli inquirenti, hanno reso dichiarazioni tali da confermare pienamente il quadro cautelare emerso dalle attività di intercettazione, dai servizi di osservazione e dalla analisi dei documenti. In tutto sono 25 i soggetti coinvolti, ai quali è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

23 le persone coinvolte agli arresti domiciliari Potenza, l’assessore al verde pubblico Ivan Augelli e il noto imprenditore Matteo Bianchi. Misure interdittive a Federico Bianchi, classe ’89, Claudio Cardone del ’73, Giuseppe Angelo Colletta del ’69, i gemelli Giuseppe e Angelo D’Anello dell’ ’87, Michele Del Fine dell’ ’81, Daniela Del Fine dell’ ’85,   Francesco Delli Muti del ’66, Alessandro Di Nauta del ’74, Michele Ferrara del ’74, Vincenzo Antonio Ferullo del ’62, Roberto Gentile del ’65, Martino Girolamodibari dell’ ’83, Nicola Palma del ’79, Massimo Emiliano Pastucci del ’76,  Biagio La Piscopia del ’52,  Giovanni Rosario Ricciardi del ’69, Mario Raviele del ’70, Luigi Raviele del ’68, Anito Domenico Zicchino del ’60.  

Nei confronti del dirigente comunale Franco Delli Muti, è stata disposta la misura della sospensione temporanea dai pubblici uffici e servizi inerenti l’attività per la durata massima prevista dalla legge. Analoga disposizione ha colpito anche Claudio Cardone e Anito Zicchino (per i quali è stata disposta la sospensione temporanea dai pubblici uffici). Coinvolti Nicola Palma, i fratelli Giuseppe D’Anello e Angelo D’Anello, Massimo Pastucci e Giovanni Rosario Ricciardi, nei cui confronti è stato disposto il divieto temporaneo dell’esercizio dell’attività imprenditoriale per ciò che concerne i rapporti con la pubblica amministrazione, per la durata massima prevista dalla legge. Disposta la sospensione temporanea dall’esercizio dell’attività forense nei confronti dell’avvocato Roberto Gentile.

 

 

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