I carabinieri del comando provinciale di Bari, nel corso di una perquisizione in casa del Vitantonio Lovreglio 32anni, pregiudicato ritenuto vicino al “clan Capriati”, nel quartiere di Sant’Anna, hanno trovato circa 52 chili di sostanze stupefacenti, evidentemente destinate al traffico, nonché due giubbotti antiproiettili e 58 cartucce calibro 7.65 ritrovate all’interno dei cassetti di un armadio della camera da letto, per i quali il giovane è stato arrestato ed associato nella casa circondariale di Bari su disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Lovreglio originario del quartiere Japigia ove opera il “clan Capriati” era già noto per precedenti di spaccio visto che dieci anni fa, ad appena 22 anni, venne arrestato in compagnia del pregiudicato Angelo Neviera, anche lui ritenuto uomo dei Capriati, venendo trovato in possesso di 145 grammi di cocaina e due chili di hashish. Successivamente non si era sentito più parlare di lui ma alcuni suoi parenti avevano subito l’incendio di un loro negozio, accadimento che venne ritenuto negli ambienti della criminalità organizzata barese come un’intimidazione da parte del clan Palermiti.
La colpa della famiglia Lovreglio secondo quanto è stato riscontrato dalla Dda di Bari era quello di essersi avvicinati troppo ad Antonio Busco, che era in guerra con i Palermiti. E dopo il suo arresto di dieci anni fa, Lovreglio questa volta si sarebbe legato al clan Capriati.
Gli investigatori antidroga dei Carabinieri seguivano Vitantonio Lovreglio da un po’ di tempo, ma qualche sera notandolo notato il suo fare sospetto alla guida di uno scooter mentre circolava con fare equivoco nel quartiere Sant’ Anna, hanno intuito che era arrivato il momento di fermarlo. Bloccato dai militari e sottoposto a un controllo è stato trovato in possesso di 200 grammi di hashish, 250 euro in contanti ed un telefono cellulare. Dopo il fermo è stata disposta ed effettuata anche una perquisizione domiciliare ella sua abitazione dove sono stati rinvenuti un chilogrammo e mezzo di marijuana ed ulteriori 50 chilogrammi di hashish, tutti contenuti all’interno di sacchetti da 100 grammi ognuno, la maggior parte dei quali di tipo “dry”, che viene ritenuto dagli investigatori, di migliore qualità, tutti ben custoditi all’interno di un frigorifero pieno della sostanza stupefacente.
L’ arresto di Lovreglio secondo gli investigatori dei Carabinieri e gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo regionale, conferma che a Bari si stanno spacciando enormi quantità di “hashish dry”, un derivato della cannabis che si realizza separando i tricomi dalla materia vegetale e che produce sugli utilizzatori degli effetti più potenti del tradizionale hashish.
Inoltre viene confermata la voce circolante secondo cui il clan Capriati è tornato a operare in maniera importante nel mercato della droga, nonostante sembrava che si fossero allontanati a seguito degli omicidi e degli arresti che in passato sembravano aver ridimensionato il clan. L’ arresto effettuato dai carabinieri del Comando provinciale di Bari conferma che i Capriati sono ancora operativi smerciando in grandi quantità ogni tipo di sostanza stupefacente, ben conoscendo quali sono le richieste dei numerosi consumatori grazie ai quali stanno facendo soldi a palate.
Se la detenzione del grosso quantitativo di droga sequestrata a Lovreglio sia riconducibile ai Capriati dovrà essere verificato ed accertato, ma in ogni caso conferma che i “clan” della criminalità a Bari siano molto attivi nell’ attività di spaccio ormai non ci sono più dubbi.