E’ stato arrestato in flagranza di reato Vito Lorusso, primario dell’Irccs Oncologico di Bari, durante una operazione della sezione di polizia giudiziaria del Tribunale di Bari, coordinata dalla pm Chiara Giordano della Procura di Bari . Sarà quindi la magistratura a dover valutare gli elementi che hanno indotto i Carabinieri ad arrestare il medico, formulando la convalida dell’arresto e un’eventuale ordinanza di custodia cautelare, laddove il Gip lo ritenesse opportuno e necessario.
Secondo l’accusa, il medico difeso dall’avvocato Gaetano Castellaneta avrebbe chiesto di essere pagato per la somministrazione di terapie anti-cancro per agevolare un paziente rispetto ad altre malati. Il medico a seguito dell’arresto ha accusato un malore. L’ ipotesi accusatoria avanzata nei suoi confronti dagli inquirenti è di “concussione” e “peculato“. Gli inquirenti mantengono la massima riservatezza sulla vicenda: è molto probabile che l’indagine sia stata avviata dalle denunce di alcuni pazienti.
“Avendo appreso della vicenda dalla stampa – dichiara il direttore generale dell’Irccs Oncologico, Alessandro Delle Donne -, aspettiamo eventuali notifiche dalle forze dell’ordine. Siamo sgomenti e indignati e, qualora i fatti fossero confermati, non faremo sconti a nessuno»
La vicenda risulta analoga a quella dell’oncologo Giuseppe Rizzi, 68 anni, il quale con la complicità della compagna coimputata, l’avvocatessa Maria Antonietta Sancipriani, che gestiva un Caf a Bari adibito all’occorrenza abusivamente ad ambulatorio medico, pretese ed incassò soldi da 16 malati terminali allorquando prestava servizio nell’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari. Rizzi era stato condannato a nove anni di reclusione per aver truffato diversi pazienti senza speranze, promettendo loro “cure miracolose”.
La sua personalità è stata definita nelle motivazioni della sentenza “priva del sentimento di umana pietà, oltre che di totale e sprezzante indifferenza rispetto alle particolari condizioni soggettive di sofferenza delle vittime, le quali riponevano cieca fiducia nei confronti del medico”. La Sancipriani, giudicata assieme al marito Rizzi con rito abbreviato, è stata condannata in primo grado dal tribunale di Bari a 5 anni e sei mesi.