Il mondo dello sport ed calcio sono sotto choc dopo i nuovi scontri tra gli “ultras” ( o meglio delinquenti) di Napoli e Roma, avvenuti oggi sull’Autostrada del Sole, per quasi un’ora tra Monte San Savino e Arezzo nei pressi dell’autogrill Badia al Pino est. Sembrava una domenica tranquilla per la Serie A poi la notizia improvvisa. Autostrada A1 chiusa Monte San Savino e Arezzo, in Toscana. A metà giornata, violenti scontri tra circa trecento tifosi di Roma e Napoli diretti rispettivamente a Milano e Genova.
I fatti di oggi pomeriggio sull’ Autostrada A1 hanno riportato alla memoria quanto accaduto l’11 novembre 2007 al tifoso laziale Gabriele Sandri, rimasto ucciso nei pressi di quell’area di servizio di Badia al Pino, quando l’agente della Polizia di Stato Luigi Spaccarotella condannato per omicidio volontario a 9 anni e 4 mesi, sparò un colpo di pistola nel tentativo di sedare una rissa fra ultras. Gabriele, commesso nel negozio del padre e dj con un nome nella Capitale, ebbe l’unica colpa di trovarsi nel posto sbagliato e cioè in un auto che attendeva i suoi amici “ultras” per proseguire il viaggio proprio a Milano per assistere a Inter-Lazio.
Scontri ultras Napoli e Ultras Roma in autostrada pic.twitter.com/KqP8MldDiG
— U.L.T.R.A.S.13.12 (@ultras13_12) January 8, 2023
Dall’autogrill sarebbe partito un lancio di sassi e fumogeni che ha scatenato la reazione di circa 150 ultrà romanisti. Diversi veicoli infatti si sono fermati sul ciglio dell’autostrada, con la fazione giallorossa che ha raggiunto a piedi l’area di servizio (venendo a contatto con i partenopei) dove sono scoppiati gli incidenti. Secondo gli accertamenti della polizia, gli ultràs della Roma sarebbero stati al corrente di quello che stava per succedere. I due gruppi si sono affrontati utilizzando spranghe, cinghie e bastoni. Le conseguenze più gravi, al momento, sono state riportate da un tifoso romanista rimasto ferito con un’arma da taglio e trasferito all’ospedale di Arezzo (codice giallo), dove in serata è stato tratto in arresto con l’accusa di rissa aggravata.
Nel complesso, sono 115 gli ultras romanisti identificati dalla polizia a Milano. I supporter della Roma si erano mossi dall’area di servizio di Badia al Pino circa 15 minuti dopo i disordini a bordo di 12 minivan per raggiungere il capoluogo lombardo per assistere a Milan-Roma. Quanto ai tifosi del Napoli, la maggior parte dopo la rissa è ritornata verso sud. Identificati invece gli 80 che hanno fatto rotta su Genova per Sampdoria-Napoli. Agli ultras, la cui posizione è al vaglio, è stato impedito l’accesso allo stadio. La Digos della Questura di Arezzo sta analizzando i filmati delle telecamere di sicurezza per individuare tutti i coinvolti.
“C’è una differenza abissale tra i tifosi che vanno allo stadio, in casa o in trasferta, per cantare, abbracciarsi, gioire o soffrire per la propria squadra e i delinquenti che si scontrano in una stazione di servizio autostradale, creando problemi alle persone perbene”. Il ministro dello sport e dei giovani, Andrea Abodi, è intervenuto duramente – con una dichiarazione all’Ansa – sugli scontri avvenuti sulla A1. “Non c’è cosa peggiore di definire tifosi quest’ultimi, non c’è errore più grande del fare di tutta l’erba un fascio. Nel 2023, paga chi sbaglia e mi auguro succeda anche per i teppisti che si sono scontrati oggi sull’A1“.
Le reazioni della politica
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, commenta su Facebook: “Questi non sono tifosi. Autostrada chiusa e viaggiatori italiani bloccati? Paghino tutti i danni di tasca loro e mai più allo stadio”. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che da prefetto di Roma adottò diverse volte prescrizioni per vietare le trasferte alle tifoserie ritenute a rischio, chiederà all’Osservatorio sulle manifestazioni sportive di valutare con la massima severità i prossimi eventi in programma.
Il sottosegretario Nicola Molteni, ricorda che una stretta c’è stata già con il secondo decreto sicurezza del 2019, che conteneva un inasprimento del Daspo. Ora, informa,”valuteremo se sarà necessario un ulteriore rafforzamento delle misure per distinguere il vero tifoso dal violento. Di certo – sottolinea –non possiamo accettare che si verifichino fatti come quello di oggi”.
Particolarmente dura la reazione anche da parte del sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli che sui social scrive: “Inammissibile questo tipo di violenza. Allo stadio si va per divertirsi e non per sfogare i propri istinti violenti. Chi non è d’accordo va trovato, multato pesantemente e non solo “daspato”. Su questo lo Stato deve avere tolleranza zero. 15 km di coda in A1? Questi imbecilli devono rimborsare tutti gli automobilisti rimasti bloccati“.
Sulla stessa linea il sindacato di polizia Siulp, che lancia un appello al ministro Piantedosi“affinché si valuti, urgentemente, la reintroduzione di tutti gli strumenti già sperimentati per prevenire queste forme di violenza. A partire dalla tessera del tifoso sino alle partite a porte chiuse per quelle squadre le cui tifoserie si evidenziano per violenza e intolleranza”.
“Gli scontri in autostrada tra tifosi del Napoli e della Roma sono inaccettabili. Ci auguriamo che le forze dell’ordine identifichino e puniscano come meritano i responsabili. Questi non sono veri sportivi! Roma e Napoli sono città amiche che dicono No ad una violenza senza senso”. Con queste parole si esprimono su Twitter i sindaci di Roma e Napoli Roberto Gualtieri e Gaetano Manfredi.
“Bloccata la A1 per evitare scontri tra le tifoserie della Roma e del Napoli, mentre il 5 gennaio dalla Curva Nord dell’Olimpico si sono levati i cori razzisti della tifoseria laziale. C’è ancora un ministro dell’Interno pronto a scagliare fulmini e saette per mantenere l’ordine pubblico e garantire la sicurezza?“. Lo afferma Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione. “A questo mondo che trasuda violenza, il governo ha fatto qualche giorno fa un grazioso cadeau del valore di 1 miliardo di euro finito nei bilanci di società piegate dai debiti. Mi pare che la presidente Meloni si sia dimostrata pronta a far aumentare il prezzo dei carburanti ma del tutto impreparata a fronteggiare problemi di sicurezza e di ordine, tranne che non siano immigrati e partecipanti a rave party”, conclude Napoli.
Il mondo del calcio
“Roma-Napoli è una storia che va così, non si risolverà mai più. Ci sono dietro troppi strascichi dopo la morte di Ciro (Esposito, ndr) e gli striscioni provocatori contro la mamma di un ragazzo che non c’è più“. Gennaro Montuori, il “Palummella” del gruppo storico del Napoli “Commando Ultrà Curva B”, commenta così all’Adnkronos gli scontri di quest’oggi tra tifosi del Napoli e della Roma che hanno costretto alla chiusura temporanea del tratto aretino dell’A1.
Palummella ricorda che “c’erano stati approcci” per ricomporre la situazione tra le due tifoserie dopo l’omicidio del giovane tifoso del Napoli, rimasto ucciso da un colpo di pistola sparato dall’ultras romano, Daniele De Santis il 3 maggio 2014, quando allo stadio Olimpico di Roma si stava per giocare la finale di Coppa Italia di calcio tra Fiorentina e Napoli.
“Anche la mamma di Ciro – sottolinea Montuori – mandò un appello. Ma ormai c’è poco da fare, impossibili eventuali passi indietro. Sono lontani i tempi in cui giallorosso e azzurro si mischiavano”. “Ormai siamo vecchi, mi sono battuto per anni, ho creato il gemellaggio – sottolinea l’ex capo ultrà – ma davanti a un morto è molto difficile sperare in una soluzione. Peccato non solo per noi, ma per il calcio tutto. La geografia del tifo è cambiata e confermo che non ci sarà più il derby del Sole, ne sono convinto conoscendo bene le due piazze“