di Alessandra Monti
La pagliacciata sull’esistenza di Mark Caltagirone, il fantomatico inesistente promesso sposo di Pamela Prati, è finalmente arrivata nelle aule di giustizia per sfociare in un vero processo. Ieri all’interno dell’aula 21 del Tribunale penale monocratico di Roma , si è tenuta la prima udienza che vede imputate per sostituzione di persona Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo, entrambe ex socie della Aicos Management ed ex manager della showgirl del “Bagaglino”, accusate entrambe di essere le responsabili di una invenzione creata esclusivamente per scopi pubblicitari e come si suol dire in quegli ambienti “fare cassa”.
Nel capo di imputazione a carico della Perricciolo e la Michelazzo firmato dal pm Stefano Pesci si legge: “In concorso tra loro, al fine di avvalorare la falsa notizia di un matrimonio imminente tra la nota soubrette Pamela Prati e un fantomatico Mark Caltagirone e, di conseguenza, di promuovere, quali agenti della Prati la sua partecipazione a spettacoli e trasmissioni televisive e la sua presenza su giornali e rotocalchi, sostituivano a più riprese la persona di Marco Di Carlo a quella di Mark Caltagirone, personaggio di fantasia appositamente creato, utilizzando ripetutamente per rappresentare le sembianze di Caltagirone, immagini di Di Carlo“.
Ma non solo. Infatti per rendere ancora più credibile ed avvalorare questa farsa, le due agenti hanno utilizzato anche l’immagine di un bambino, a insaputa dei suoi veri genitori. Secondo l’accusa della Procura capitolina che si basa sulle indagini della Polizia di Stato, la Perricciolo e la Michelazzo, “sostituivano a più riprese la persona del minore Simone N. a quella di un ipotetico figlio del fantomatico Mark Caltagirone a nome Sebastian, utilizzando ripetutamente, per rappresentare le sembianze di Sebastian, immagini e video del piccolo Simone“.
L’ avvocatessa Anna Beatrice Indiveri difensore di Pamela Perricciolo ( che non si è presentata in aula) ha chiesto per la sue assistitala la disponibilità a prestare servizio presso la Croce Verde di Fermo, ma il pm si è opposto e il giudice si è riservato sulla decisione, che non arriverà prima di settembre, quando si terrà la prossima udienza. Presente, invece, Eliana Michelazzo che, fuori dal tribunale di piazzale Clodio, ha parlato con le telecamere di “Pomeriggio Cinque“: “Sono contenta di essere venuta perché voglio metterci la faccia – ha detto -, sono una vittima di questa storia. Anche Pamela Perricciolo vittima? Direi di no, per quello che so io è stato tutto fatto da lei”. La Michelazzo non si è sbilanciata su Pamela Prati: “Lei è vittima al 50% – ha aggiunto -. Vorrei che fosse fatta giustizia perché c’è di mezzo un minore e, anche oggi, ho visto i genitori del ragazzo molto tesi“.
“Mi hanno fatto passare per Mark Caltagirone “
Mario Di Carlo, 49enne di Milano, è l’uomo a cui è stato attribuito il volto dell’inesistente Mark. Nella vita reale Di Carlo è titolare di una società di media marketing e management la “M Group srl”, attiva nel mondo dello spettacolo. Il 30 maggio 2019 Di Carlo ha presentato una querela: cinque giorni prima era stato contattato dal giornalista Umberto Brindani, direttore del settimanale “Oggi”, e da Cristina Nutrizio, autrice del programma “Live” condotto da Barbara D’Urso che sulla vicenda ci ha costruito ul palinsesto televisivo . “Mi comunicavano di avere in mano la fotografia mostrata nella trasmissione “Verissimo” (andata in onda l’11 maggio 2019) dalla signora Pamela Prati alla conduttrice del programma. Silvia Toffanin, dove il soggetto spacciato per tale Mark Caltagirone, ero io, ritratto in auto con mia figlia più piccola in un selfie che avevo fatto e postato per la festa del papà“.
“Preciso che avevo conosciuto anni addietro la signora Prati, ma non l’avevo mai frequentata”, continua nella querela il Di Carlo l’altra vittima di questa messa in scena. “Il tutto è avvenuto scientemente per dare un volto al presunto promesso marito della signora Prati. A fronte del guadagno e della visibilità mediatica ricevuta dalle due agenti, vi è il danno che ho subito: leso nella mia privacy ed esposto ai media al culmine finale della triste vicenda, come il fantomatico Mark Caltagirone“.
“Nostro figlio sfruttato”
Una seconda querela è stata presentata nei primi giorni di giugno del 2019 dai genitori di Simone, il bambino “spacciato” dalla Perricciolo e la Michelazzo, per Sebastian, figlio dell’inesistente promesso sposo della soubrette. “Abbiamo scoperto che quello che credevamo fosse il copione di una fiction in realtà altro non fosse se non il materiale utilizzato per creare il finto bambino in affido nel caso della signora Pamela Prati e del suo fidanzato Mark Caltagirone”. La mamma del piccolo Simone aveva conosciuto nel 2012 la Perricciolo e la Michelazzo , quali clienti del parrucchiere dove lei lavorava. “Mentre guardavo una puntata di un programma condotto dalla signora D’Urso, sentivo della vicenda della signora Prati e di questi due bambini affidati al suo fidanzato. Sorpresa per le correlazioni tra il copione dato da una delle agenti a mio figlio, chiedevo alla Perricciolo, tramite un messaggio Whatsapp, se mio figlio c’entrasse qualcosa con la vicenda Prati. Lei diceva di no”. Ed invece avevano coinvolto questo povero bambino ignaro in questa volgare sceneggiatura da teatrino mediatico.
Il processo riprenderà l’11 settembre.